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Tecnologia

Le pistole intelligenti non interessano a nessuno

L'industria delle armi da fuoco ha messo a punto sistemi di sicurezza innovativi per bloccare le pistole e impedire il peggio. Ma l'idea non piace a chi è già armato.
Immagine: Tanozzo/Flickr

Nel bene o nel male, le armi intelligenti sembrano sempre sulla cresta dell'onda. No, non il tipo di robo-fucili a lungo raggio che abbiamo testato nel nostro documentario Long Shot. Sto parlando di pistole personalizzate con sensori e impugnature che rendono le armi da fuoco dei fermacarte inutili incapaci di sparare fino a nuovo ordine.

L'ultimo volta che abbiamo controllato, quasi nessuno si sognava di comprare armi del genere. E non certo per mancanza di opzioni, visto che questo tipo di tecnologia è in giro da parecchio. Come scrive il Washington Post, tutto è iniziato negli Stati Uniti nei primi anni Novanta, quando l'allora presidente Clinton ha innescato il sogno delle pistole intelligenti stringendo un accordo con la Smith&Wesson per esaminare la fattibilità della tecnologia. Oggi, un nugolo di imprese e venture capitalist si sono messi alla ricerca di modi per personalizzare le pistole in nome di una maggiore sicurezza.

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Per esempio, c'è la Armatix iP1 calibro 22, una pistola dotata di un elegante orologio da polso impermeabile nero che sblocca la pistola solo quando il tag di identificazione a radiofrequenza dell'arma si ritrova a una certa (breve) distanza. C'è anche TriggerSmart, una società irlandese di ricerca e sviluppo incentrata su armi tecnologiche a prova di bambino, ancora una volta grazie a sensori RFID . C'è la Intelligun, una pistola intelligente progettata da una società dello Utah che spara solo tramite identificazione positiva delle impronte digitali. Infine, ci sono anche iGun e Yardarm, l'app che informa i proprietari se una delle loro armi è allontanata da casa.

E così via.

Allora perché, dopo quasi 20 anni, nessuno si decide a comprare le pistole intelligenti? È colpa della tempesta perfetta scatenata dai costi altissimi e dalle dubbie prestazioni—senza dimenticare le pressioni politiche.

Sono davvero troppo dannatamente costose, almeno per i privati. Vuoi una iP1, orologio incluso? Bene, negli Stati Uniti devi sganciare la bellezza di 1.500 dollari. (Vuoi una Glock calibro 40? Ti bastano appena 600 bigliettoni.) Inoltre, agli aspiranti acquirenti saltano subito all'occhio alcune carenze evidenti della tecnologia. Secondo il Washington Post:

La preoccupazione principale per i potenziali acquirenti è l'affidabilità. Il 44 percento degli intervistati dalla National Shooting Sports Foundation sostiene che la tecnologia non sarebbe affidabile. Un commentatore di un forum online della Glock ha spiegato il problema in questo modo: "Non sanno nemmeno fare un cellulare che funziona in modo affidabile quando ne hai bisogno, e qualche stupido (imprecazione) pensa di poter tirare fuori una pistola tecno-gadget che sia in grado di proteggerti in circostanze pericolose?"

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Inoltre, negli Stati Uniti ci sono già oltre 300 milioni di armi in circolazione. Anche se le richieste dei sostenitori del controllo sulle armi fossero ascoltate, potremmo ragionevolmente aspettarci un calo del numero annuo di vittime uccise negli scontri con armi da fuoco, soprattutto quelli che coinvolgono i bambini, anche se ogni nuova arma venduta sul mercato da questo punto in avanti fosse una pistola intelligente?

Semmai, è proprio l'insormontabile paura di mettere in atto misure del genere che ha raffreddato il dibattito sulle aziende che producono smart-gun, e che ha inibito ogni appetito del settore pubblico per i loro prodotti. Come iGun ha detto a NPR lo scorso anno, "È stata solo [la] mancanza di domanda che ci ha impedito di andare oltre."

Tuttavia, ci sono anche persone come Ron Conway. Personaggio della Silicon Valley che ha messo gli occhi su Google e Facebook fin dall'inizio, e che l'anno scorso ha lanciato un concorso da un milione dollari per una pistola sicura, Conway pensa che non ci sia mai stato un momento migliore per costruire un'arma da fuoco intelligente.

"Abbiamo bisogno dell' iPhone delle armi da fuoco," ha detto Conway al Washington Post. (È un paragone piuttosto azzeccato: dopo tutto il nuvo iPhone5 si sblocca con l'apposizione dell'impronta digitale.) "L'imprenditore che imbocca la strada giusta in questo settore potrebbe essere il Mark Zuckerberg delle pistole. Dopodiché, i venture capitalist come me ci si tufferanno a capofitto, offrendo investimenti per costruire un'azienda multimiliardaria che produca armi intelligenti e sicure."

La domanda è, a quel punto qualcuno se le comprerà davvero?