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Serrabyte - NBA 2K12 contro tutto e tutti

Dato che quei babbi degli americani stanno facendo saltare l'intera stagione NBA, chi vuole si può consolare con NBA 2K12.
Tutte le immagini da NBA 2K12.

Il mio amico Tim dice che il basket (NBA) è meglio del calcio (serie A). Può anche darsi. Questa mattina sono certo solo di un fatto: la pallacanestro europea è meglio del soccer statunitense, nonostante Becks e Titi. E basket e calcio sono gli sport più belli da praticare su schermo.

Per carità, Rugby World Cup 2011 non era malaccio, e neanche gli NHL della Electronic Arts, ma più di un paio d'ore non ci ho perso. Come con l'ultimo Madden, nonostante fra i dieci e i quattordici anni seguissi con fervore religioso le stagioni NFL. Invece, continuo a giocare a Pro Evolution Soccer, sto arrivando a un livello di Fifa quasi soddisfacente (ho iniziato tardi) e sono profondamente affascinato da NBA 2K. Anche se sono ancora in una fase in cui posso dire ci gioco, non esattamente ci so giocare: è un videogame difficile, di quelli che riescono a non farti mai sentire completamente in controllo. Funziona tutto perfettamente, non fraintendete. E poi, da questo capitolo 2012 hanno inserito semplificazioni geniali ai comandi: si fa quasi tutto con lo stick destro, e hanno implementato piccole correzioni perfettamente mirate (tipo l'uso di Y/∆ nei movimenti da post) su cui non mi dilungherò per evitare di annoiarvi. In ogni caso, però, c'è sempre di mezzo una tale complessità di azione, situazioni, possibilità, che l'insieme finisce per tirarmi scemo. Ho un'età, il basket è per gente giovane.

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Ciò non toglie che NBA 2K12 sia un gran gioco, davvero. Quello passato è stato l'anno di maggiore pressione per gli sviluppatori, in conseguenza del fatto che fra 2010 e 2011 Visual Concepts ha polverizzato la concorrenza: EA Sports, ad esempio, non ha trovato di meglio da fare che mettere in naftalina la serie NBA Live/Elite in attesa di tempi migliori. Dunque, è forse il caso di spendere due parole sull'altra faccia della medaglia: EA Sports non è più imbattibile, e soprattutto sembra rimasta indietro rispetto alle altre divisioni di casa. Cioè: quanto lavoro c'è dietro cosette come Battlefield o Mass Effect? Tanto; e appare tutto, splendente, davanti agli occhi di chi gioca. Invece i titoli sportivi—se togliamo Fifa—hanno ormai sempre più spesso un sapore sciapetto. Poi non so se sia l'inizio di una crisi (in fondo, EA con i giochi sportivi ha sempre fatto soldi veri, non si tratta di un settore di business secondario) o una di quelle stagioni di passaggio che capitano, vedremo. Magari il prossimo SSX sarà una bomba. Ma non credo. Torniamo a chi sta seduto sul trono del basket da console.

L'idea che ha fatto svoltare il marchio 2K è stata la modalità-Jordan, giustamente riproposta, ampliata e trasformata quest'anno in NBA Greatest Players. Significa che oltre al signor Jordan ci becchiamo altri quattordici miti del parquet: quelli scontati (ok, Bird, Magic e Wilt Chamberlain, ci mancherebbe), ma anche quelli meno, tipo Stockton - con i calzoncini molto più corti degli altri - e Isaiah Thomas, che magari non sarà davvero uno dei 15 più grandi della storia, ma per chi ha avuto i primi contatti con il basket americano alla fine degli Ottanta è indiscutibilmente un semi-dio.

Il risultato è una modalità molto più interessante dell'anno scorso: niente più flu game, ma ci guadagni le sporche bastardate dei Bad Boys di Detroit negli Ottanta. Se vi sembra poco, considerate che ognuna della 34 squadre storiche messe in campo ha in panchina almeno dieci giocatori, curati tanto quanto le superstar. Giocare un paio di quarti di un Knicks-Magic del 1995, con il piccolo Shaq e il vecchio Pat, basta a comprendere il livello massimo di godimento che un videogame possa offrire a qualsiasi nerd del basket nel 2011.

C'è però il classico però. Il mondo reale non gioca insieme a quello finto. La stagione NBA non parte, c'è il noto lockout. Almeno fino alla fine del mese, ma è probabile che si vada avanti con le fumate nere. E così, abbiamo le stesse squadre dell'anno scorso, il che è ancora peggio se consideriamo che i team storici non si possono usare per il gioco online. Inevitabilmente ti sembra di avere davanti un 2K11 parte seconda. Non è mica colpa di chi produce il gioco, certo. Ma finirà per rafforzare la sensazione—già inevitabilmente presente nella testa di chi gioca—che questo 2K12 non abbia la forza esplosiva della versione 2011, ma sia più un coito interrotto. Come gridare Boom-Shaka-Laka con in testa il casco integrale.