Questi fotografi parlano dei momenti in cui erano davvero 'vicini'

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Questi fotografi parlano dei momenti in cui erano davvero 'vicini'

Robert Capa diceva: "Se le tue foto non sono abbastanza buone, significa che non sei abbastanza vicino."

Il grande fotogiornalista e cofondatore di Magnum Photos Robert Capa diceva: "Se le tue foto non sono abbastanza buone, significa che non sei abbastanza vicino." Quel "vicino" può avere tanti significati: può esprimere una prossimità fisica al soggetto, o psicologica, oppure il bisogno di immergersi a fondo in una storia. O magari era solo un modo per addolcire la pillola ai fotografi non particolarmente brillanti.

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Qualsiasi cosa intendesse Capa, è questa la frase scelta da Magnum per celebrare la vendita di quest'anno, intitolata "Closer" e che fino a stasera mette a disposizione le stampe di moltissimi fotografi dell'agenzia per 100 dollari.

Cosa significa essere vicini? E perché è importante?, ha chiesto Magnum ai suoi fotografi. Queste sono le risposte di alcuni di loro.

PETER VAN AGTMAEL

© Peter van Agtmael / Magnum Photos

La frase di Robert Capa è diventata una delle più celebri della fotografia. E come tante citazioni famose è contemporaneamente molto vaga e specifica: puoi interpretarla come meglio credi. Per me non si tratta tanto di una prossimità fisica (la "distanza giusta" può esprimersi in centimetri o in chilometri) né emotiva (tante grandi foto sono profondamente intime, altre distaccate). Per me, essere abbastanza vicini è un misto di tutte queste cose, a livello fisico, emotivo e intellettuale.

Questa foto fa parte di una serie incentrata sui temi di razza e classe e sui segni del passato nel presente. Questo particolare tipo di parate che ho fotografato è nato negli anni successivi alla Guerra Civile. Dato che le compagnie assicurative non offrivano copertura agli ex schiavi, gli afroamericani avevano formato società che aiutavano i membri a sostenere le spese per la propria salute. Tra le altre cose venivano offerti un servizio per il funerale e si organizzavano parate. Che oggi, a New Orleans, si tengono quasi ogni domenica.

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Quando fotografo punto a una foto singola che possa dar luogo a una interpretazione allo stesso modo inaspettata e coerente. È un compito a cui ci si deve dedicare pienamente, e che richiede sempre di essere "abbastanza vicini."

– Peter Van Agtmael

BRUCE DAVIDSON

New York, USA. 1980 © Bruce Davidson / Magnum Photos

Nel 1980 la metropolitana di New York era in uno stato pietoso. Non era sicura, e i vagoni erano pieni di graffiti—alcuni dei quali particolarmente interessati. Così ho deciso di visitare 500 stazioni della rete; ho iniziato fotografando in bianco e nero, poi sono passato al colore perché trovavo ce ne fosse molto, in metro. Giorno e notte, sceglievo una stazione e fotografavo i passeggeri, spesso anche approcciandoli. Avevo sviluppato una specie di visione tubulare—un bisogno di esplorare il colore, la forma e la vita in questo ambiente così ricco e complicato.

– Bruce Davidson

DAVID ALAN HARVEY

Kanwaka, Kansas, USA. 1969 © David Alan Harvey / Magnum Photos

Dopo il master mi sono trasferito in Kansas per lavorare per un giornale. Il capo mi aveva detto che più di ogni altra cosa dovevo cercare di avvicinarmi alle persone che avrei dovuto fotografare. Aveva ragione. Mentre sognavo di lavorare per Life Magazine e Magnum, la mia realtà era quella del Topeka Capital-Journal. Eppure cercare e conservare quella vicinanza mi ha permesso di fare esperienze singolari. Ho imparato che gli incarichi apparentemente più banali potevano trasformarsi in qualcosa di magico. Bastava aprire il proprio cuore e aguzzare la vista. L'incendio al Kanwaka Store non sembrava particolarmente interessante a sentire la notizia dalla radio della polizia, ma la magia è ovunque. Sono cose che non puoi inventarti.

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– David Alan Harvey

CONSTANTINE MANOS

© Constantine Manos / Magnum Photos

Questa foto è stata scattata a Daytona Beach, in Florida, nel 1997. Era la Bike Week, un raduno di motociclisti che finiva sempre in una settimana di bagordi. All'epoca la spiaggia di Daytona era aperta alle auto. Queste ragazze salutavano le moto di passaggio dal retro di un pick-up. Ero vicinissimo a loro, in attesa di un veicolo colorato da catturare col mio grandangolo. E poi è successo: una combinazione di "vicinanza" e "momento decisivo."

– Constantine Manos

CHRIS STEELE PERKINS

Regno Unito. 1976 Teds © Chris Steele-Perkins / Magnum Photos

Quello che diceva Capa sull'andare "più vicino" vale sia per la vicinanza fisica che per quella psicologica.

In questo caso ero fisicamente vicino, ma la Leica 35 mm che avevo montato non metteva a fuoco a una distanza così ravvicinata, e perciò il primo piano è sfocato. Non ero psicologicamente vicino ai ragazzi, non li avevo mai incontrati prima, gli ho scattato due foto in tutto.

Comunque a ben guardarla, quest'immagine ti fa venire una strana sensazione, come se la vicinanza si applicasse anche allo spettatore. È una sensazione che provo anch'io, anni dopo. Molti, su Instagram, non si fermano a guardare davvero le immagini—a volte mettono like, a volte no. Ma passare del tempo con le immagini, avvicinarsi a esse, rende quelle belle anche molto più interessanti.

– Chris Steele-Perkins

ALEX WEBB

Zucchero filato. Oaxaca, Mexico. 1990 © Alex Webb / Magnum Photos

Sono quarant'anni che fotografo le strade del Messico, e mi sento legato a una città in particolare—Oaxaca. Ogni volta che mi ritrovo a scattare questa misteriosa città del sud scopro una nuova strada nascosta, un'altra sagra di cui ignoravo l'esistenza, e nel frattempo anche qualcosa in più su me stesso.

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Forse la frase di Robert Capa sulla vicinanza vale tanto per i piedi quanto per il cuore.

– Alex Webb

FERDINANDO SCIANNA

Miliziani cristiani durante la guerra civile libanese. Beirut. 1976 © Ferdinando Scianna / Magnum Photos

A Beirut, negli anni Settanta, durante gli scontri tra cristiani e palestinesi, ero impressionato dalla quantità di immagini di santi e Madonne spesso applicate alle armi dei miliziani cristiani. Ogni ragione è buona per uccidersi a vicenda.

– Ferdinando Scianna

ABBAS

Teheran, Iran. 25 gennaio 1979 © Abbas / Magnum Photos

1979, Teheran: lo Shah ha lasciato paese, e c'è Khomeini. Nel giro di due settimane dichiarerà vittoria. I giovani rivoluzionari hanno catturato una donna sospettata di appoggiare lo Shah. Io corro all'indietro, veloce quanto quelli che avanzano, e continuo a fotografare.

Tempo dopo, guardando tra le mie carte, ripenso a quella foto di Capa della fine della Seconda Guerra Mondiale in cui una donna che ha avuto un figlio da un soldato tedesco viene scortata a casa perché le sia rasata a zero la testa come punizione.

Bob, che dici, ero abbastanza vicino?

– Abbas

BRUCE GILDEN

Port-au-Prince, Haiti. 1988 © Bruce Gilden / Magnum Photos

Quando mi sono avvicinato alla fotografia, ricordo di aver letto da qualche parte quella frase di Capa: "Se le tue foto non sono abbastanza buone, significa che non sei abbastanza vicino." Mi è rimasta impressa, ancora oggi. È il mio mantra.

Quando sono andato per la prima volta ad Haiti, nel 1984, ho subito notato che c'erano cortei funebri ovunque. Ho iniziato a fotografarli, non sapendo però come l'avrebbero presa. Scattavo, e alla gente sembrava non importare. Più cortei vedevo, più c'ero dentro. Questa foto è una delle migliori che ho scattato in tutta la mia vita. Più invecchio più mi avvicino alle cose, mi pare.

– Bruce Gilden

La vendita delle foto della serie "Closer" si chiude oggi, 9 giugno, a mezzanotte. Le stampe, firmate e realizzate in qualità da esposizione, sono disponibili sul sito shop.magnumphotos.com.