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Tecnologia

La mappa in 3D dell'universo in espansione

Come se l'universo fosse stato tagliato esattamente a metà.
La nebulosa Carina catturata dall'Hubble Telescope. Immagine: Wikipedia

L'universo si sta espandendo e continuerà a farlo finché non sarà diventato freddo e fondamentalmente vuoto. Per quanto ne sappiamo, è questa la destinazione ultima dell'esistenza—il "dove" andiamo. Ma il "perché" e il "come" sono ancora un mistero per i cosmologi, e una nuova mappa in 3D dell'universo conosciuto, che si estende per circa due miliardi di anni luce, potrebbe aiutare a risolvere questi enigmi.

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Edwin Hubble ha scoperto che l'universo si espande nel 1929, grazie all'osservazione dello spostamento verso il rosso di stelle distanti—più lontana è una stella, più cambia la lunghezza d'onda della luce. Tenendo gli altri valori costanti, le osservazioni dello spostamento verso il rosso hanno descritto un universo che si espande con una certa costanza. Negli anni Novanta, la teoria di Hubble è stata ampliata da altre osservazioni dello spostamento verso il rosso, e l'universo sembra in realtà espandersi sempre più velocemente.

Ma la storia non finisce qui. Nuove osservazioni mostrano un universo che non è uniforme come pensiamo, e che si sta espandendo più lentamente di quanto avevano previsto i calcoli. Queste variazioni rispetto al "Hubble flow" sono chiamate velocità peculiari, e abbiamo appena iniziato a indagarle. Con questa missione, gli astrofisici dell'Università di Waterloo hanno costruito una mappa in 3D comprensiva dell'universo usando le predizioni del catalogo dello spostamento verso il rosso 2M++.

"La distribuzione della galassia non è uniforme e non segue un pattern," ha detto Michael Hudson, professore al dipartimento di fisica e astronomia dell'Università di Waterloo. "Ha picchi e vallate come una catena montuosa."

Il monitoraggio dell'espansione irregolare di corpi celesti sarà la chiave per capire le velocità peculiari, ma anche la posizione e la quantità di materia oscura nell'universo.

Si pensa che la materia oscura costituisca il 26.8 percento del nostro universo, eppure non possiamo vederla. Non interagisce con la materia normale, quindi possiamo osservarla solo basandoci sulle sue interazioni con gli oggetti che possiamo percepire. Un modello comprensivo dell'universo permetterebbe ai ricercatori di predire con più sicurezza in quali punti del vuoto si cela materia oscura.

E se non siete astrofisici, potete divertirvi lo stesso a guardare che aspetto avrebbe l'universo se fosse tagliato a metà come un melone.