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Abbiamo seguito le riprese del primo porno girato coi Google Glass

James Deen e Andy San Dimas sono anche attori comici.

Seduta di fronte a James Deen, non riesco a non pensare che di lì a poco quest'uomo farà quello che gli riesce meglio con addosso soltanto il mio paio di Google Glass.

“Mi piacciono i gadget e gli aggeggi elettronici. Mi piace la tecnologia,” spiega addentando un croissant al cioccolato.

Avendo avuto a disposizione gli occhiali per soli due giorni prima dell’incontro sto ancora familiarizzando col funzionamento, ed è per una bizzarra serie di eventi che sono finita a contribuire al primo progetto pornografico nel suo genere, in cui James Deen e Andy San Dimas avrebbero filmato le loro avventure sessuali utilizzando i Glass.

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Una settimana prima, a Seattle, avevo intervistato Jen McEwn e Jesse Adams, fondatori di MiKandi, il più grande app store Android per adulti. Seguendo l’inevitabile Regola 34—per cui si può fare porno su qualsiasi cosa, purché esista—durante la conferenza Google i/O di maggio un paio di Google Glass era stato consegnato proprio un ingegnere della MiKandi, il Dottor Cocktor. Dopo due settimane di intenso lavoro, MiKandi ha lanciato sul mercato la prima applicazione porno per i Glass: Tits and Glass.

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Dietro le quinte del primo film porno girato con i Google Glass. Per vedere il trailer completo, clicca qui

“All'uscita degli occhiali chiunque ha pensato, 'Ok, ovviamente ci faranno un porno,'” mi aveva detto Adams. Dopo aver letto attentamente i termini e le condizioni di servizio di Google, lo staff di MiKandi ha inserito l’applicazione negli store il 27 maggio, annunciandola ufficialmente il 3 giugno. Con grande delusione, però, hanno notato che nel frattempo Google aveva cambiato i termini di servizio, impedendo la distribuzione di “contenuti per Google Glass che presentino nudità, atti sessuali o materiale sessualmente esplicito.” Nonostante MiKandi abbia immediatamente ritirato l’applicazione immediatamente, Google aveva già reimpostato i limiti dell’API, costringendo la società e i suoi programmatori a ricominciare da capo. Google non ha voluto commentare la vicenda.

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Andy San Dimas e James Deen.

“Hanno modificato i loro termini e condizioni d’uso senza annunciarlo,” ha detto McEwen, “E ci hanno punito.” Come ha scritto nel suo blog “Se volete la versione TL;DR—la nostra app per Google Glass ha perso qualsiasi potenziale quando Google ha modificato le sue politiche sugli sviluppatori di contenuti.”

Quando l'app è stata rimossa, Google non aveva ancora lanciato un browser per i suoi occhiali. “È molto controllato,” mi ha spiegato Adams. “Non puoi andare su Google e dire ‘Ok, occhiali: Porno.' Non troveresti nulla, Non è un browser come gli altri."

Ora, tuttavia, accedere ai siti comparsi tramite la ricerca vocale (tutt'altro che perfetta) è possibile. Il team MiKandi pensa che sia solo una questione di tempo prima che il porno sbarchi a pieno titolo sui Google Glass, facendolo secondo le stesse modalità del web. E se Google non si muoverà in questa direzione, saranno sicuramente altre società a farlo.

Il traffico di Tits & Glass monitorato prima e dopo l'uscita dei nuovi termini di servizio di Google.

Essendo un'introduzione recentissima, sviluppare software per i Google Glass è un compito arduo, e Google si affida a migliaia di volontari.

“Hanno diffuso un comunicato che diceva, 'stiamo per cambiare le nostre politiche, quindi non vediamo l’ora di lavorare con i nostri sviluppatori perché ci aiutino a formularne delle nuove'.”

E sicuramente hanno a disposizione un vastissimo team di sviluppatori. Da quando Apple ha annunciato di voler bandire dall’app store tutte la applicazioni con contenuti per adulti, nel 2010, MiKandi è diventata il pastore virtuale di un gregge di sviluppatori di app NSFW, guidandoli verso i verdi pascoli Android. Tanto che, durante gli ultimi mesi di vita, Steve Jobs si era riferito a MiKandi come uno “store per pornografia”, senza nominare esplicitamente la società. In un'altra occasione, quando MiKandi aveva dichiarato di essere “il primo e più grande app store per adulti su Android,” Jobs aveva sguinzagliato gli avvocati, rivendicando i diritti sull’espressione “app store.” La causa non ha fatto altro che giovare a MiKandi, però, visto che l'attenzione mediatica ha attratto nuovi clienti curiosi e infastidito gli altri sviluppatori.

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Android, da parte sua, ha accolto MiKandi a braccia aperte, anche se è difficile capire se l'abbia fatto per rimanere in gara contro il concorrente principale o in difesa del diritto di espressione.

Nonostante Android e Glass siano ecosistemi Google, Android si sta espandendo capillarmente se confrontato con l’arido deserto delle app per gli occhiali. “Anche solo per scrivere due semplici parole sullo schermo ci saranno volute un migliaio di stringhe di codici,” ha commentato McEwen. Dopo che Google aveva disabilitato la prima versione di Tits and Glass, adattare l’app ai nuovi standard ha richiesto ai quattro sviluppatori del team MiKandi altri dieci giorni di lavoro ininterrotto. “Lascia l’amaro in bocca. Siamo preoccupati, controlliamo i termini di servizio ogni singolo giorno.”

“Non dicono cosa potrebbe fare o non fare l'utente, ma specificano che lo sviluppatore non può inserire contenuti pornografici,” ha precisato Adams. “Quindi abbiamo pensato, 'Ok, interessante. Vediamo fin dove si può arrivare'.”

Sebbene gli sviluppatori non potevano inserire contenuti porno negli occhiali, i nuovi termini di Google non impedivano agli utenti di condividere riprese del proprio punto di vista. MiKandi ha aperto il sito Tits and Glass per dare spazio a questo nuovo genere di contenuto e, in collaborazione con la Biz, volevano produrre un video che potesse dare agli utenti ciò che volevano—pornografia per Google Glass. Così, dopo il nostro primo incontro, mi hanno chiesto di portare i miei Google Glass per un test.

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Sul set, Deen mi ha detto che la prima volta che ha sentito parlare dei Glass era su un aereo. Un servizio della CNN stava parlando dei tentativi di Google di bloccare i contenuti pornografici sul dispositivo. “Dopo averne sentito parlare, ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto giocarci!”

E alla fine ci ha giocato. Deen ha inforcato i miei occhiali, San Dimas quelli del Dottor Cockles, e entrambi hanno ascoltato pazienti i consigli del team MiKandi e della sottoscritta. Ad un certo punto Deen è riuscito ad uscire dalla modalità “ospite” dei miei occhiali. Stava per twittare una foto sul mio account (fortuna che il Wi-Fi era spento!).

Deen fingeva in maniera garbata una sorta di confusione tecnologica, ma era ovvio che avesse visto la sua buona quantità di attrezzatura cinematografica, e in breve si è trovato a dirigere le scene e l’azione. “Ehi, hai proprio un bel paio di occhiali,” ha detto alla San Dimas con tono da seduttore, piegandosi sulla scrivania dietro alla quale lei fingeva di essere una receptionist.

L’idea del film era quella di un'app a raggi X in grado di mostrare senza veli quanto inquadrato dai Glass. Oltre alla trama, anche gli occhiali hanno cominciato a surriscaldarsi, come solitamente accade quando si registra per un periodo di tempo prolungato. Le estensioni cibernetiche continuavano a sbattere tra di loro e a impigliarsi nei capelli di San Dimas.

Dopo un po', siamo usciti dalla stanza in modo che potessero mettere in scena il loro gran finale. Dentro, Deen liberava violentemente il tavolo della reception per fare posto ad una San Dimas ansimante.

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A riprese terminate, mentre i miei occhiali giacevano in bilico sul naso di Deen, gli abbiamo fatto qualche domanda. I due non erano interamente convinti, ma sospetto che i fan potrebbero dissentire.

Quando ho chiesto a James Deen cosa pensasse dei tentativi di Google di sbattere MiKandi fuori dal mercato dei Google Glass, mi è sembrato dubbioso. “Alla fine, è un prodotto di Google. Se Google dice 'Non vogliamo farlo,' quelle sono le regole.”

Mentre a McEwen piace prendersi gioco dell’inutile bando di Google sul porno, lei stessa ha formulato un’ipotesi per spiegare la rimozione di Tits and Glass dallo store. Si tratta di scongiurare un catalogo di app dominate da contenuti pornografici, oltre che di un riflesso incondizionato basato su scenari improbabili. “Pensano che un domani guarderemo del porno anche mentre ci spostiamo in autobus.”

Il giorno dopo, mentre ero su un bus diretto all'aeropoto di Los Angeles, ho fatto esattamente così. Ho rivisto i filmati del giorno prima. Nessuno poteva vedere o sentire quello che stavo guardando, visto che il suono proveniente dagli occhiali è trasmesso attraverso il cranio per risonanza. Ma temevo che qualcuno potesse venirlo comunque a sapere, quindi ho spento tutto non appena gli attori hanno cominciato ad ansimare.

Nonostante i Google Glass siano presentati come uno strumento non utilizzabile per lunghi periodi di visione, ma piuttosto come apparecchio di consegna delle notifiche, guardare i filmati registrati attraverso gli occhiali è un’esperienza in grado di portarti in un altro posto e momento. Non è semplice avere una videocamera piantata in faccia, e c'è ancora molto da correggere. Ma è qualcosa che spero sia resa accessibile a chiunque voglia prendere nota virtuale di se stesso in compagnia dei propri amanti, reali o immaginari che siano.

Per vedere il trailer completo, clicca qui.

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