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Come un'Audi gialla rubata ha fatto impazzire il Veneto, la polizia e l'Internet

Da una settimana a questa parte la polizia del Nordest sta dando la caccia a un'Audi RS4 gialla, ma la vicenda ha smesso fin da subito di essere un caso di cronaca per diventare un'epopea.

Grab via Facebook.

[Aggiornamento: Nella notte di lunedì l'auto è stata ritrovata bruciata, in provincia di Treviso. Proseguono invece le ricerche dei tre uomini].

Nel 1979, a bordo di una Porsche bianca rubata, il 29enne Vlada Vasiljevic riuscì per una decina di giorni a tenere in scacco l'intero apparato di polizia della ex-Jugoslavia. Vasiljevic, soprannominato dalla polizia "il Fantasma," guidava senza meta a velocità troppo elevate per le auto in dotazione alle forze dell'ordine. Dopo una decina di giorni di fuga e aperta sfida alle autorità, la sua corsa si interruppe contro un autobus.

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In questi giorni, ascoltando un qualsiasi telegiornale, viene spontaneo pensare al caso del "Fantasma" di Belgrado, visto che—con le dovute proporzioni—in Veneto sta succedendo qualcosa di molto simile. Mi riferisco ovviamente alla spericolata e inarrestabile fuga di quella che è già stata definita dai media la "banda dell'Audi gialla."

Se non ne avete sentito parlare, ecco in sintesi la vicenda: da una settimana a questa parte la polizia del Nordest sta dando la caccia a un'Audi RS4 gialla con targa svizzera, rubata in un parcheggio dell'aeroporto di Malpensa la notte di Natale. Lo scorso 16 gennaio, la banda a bordo dell'Audi è stata protagonista di un tentativo di furto in un appartamento di Abano Terme, conclusosi con uno scontro a fuoco con la polizia.

Da allora, l'auto è praticamente svanita: segnalazioni del suo passaggio sono arrivate da tutto il Nordest, da Vicenza a Gorizia, ma ogni volta che è nato un inseguimento la polizia è stata presto lasciata indietro, e l'Audi ha persino superato un posto di blocco facendo retromarcia e un testacoda a 150km/h. Giovedì scorso, poi, trovandosi sul passante di Mestre bloccato da un incidente, l'Audi ha fatto inversione e percorso circa cinque chilometri contromano prima di uscire dall'autostrada sfondando la sbarra di un casello. Di quella fuga a velocità folle—150 km/h secondo alcune fonti, addirittura 270 secondo altre—c'è anche un video, ripreso da una telecamera di sorveglianza, che in questi giorni ha spopolato ed è stato trasmesso praticamente da tutti i telegiornali.

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Nella stessa notte e sullo stesso tratto di strada si è verificato anche un incidente tra un furgone e una Opel Astra che ha causato la morte della conducente dell'Opel, una donna russa di 58 anni. Anche se diverse fonti hanno subito attribuito all'Audi gialla la responsabilità indiretta dell'incidente, per gli investigatori non ci sarebbe alcun collegamento tra i due fatti.

La mappa degli avvistamenti dell'Audi gialla.

Sabato, l'auto è stata avvistata nel Trevigiano: per trovarla la polizia ha utilizzato gli elicotteri, ma le ricerche sono state infruttuose. Ad oggi è ancora a piede libero, e non si sa dove sia. Su Facebook, la Questura di Vicenza ha chiesto aiuto ai cittadini per rintracciare l'auto: "Si richiede la massima collaborazione ai cittadini al fine di coadiuvare le Forze dell'Ordine segnalando la presenza dell'autovettura [...] Si raccomanda la massima attenzione al fine di evitare qualunque tipo di azione che possa mettere a repentaglio l'incolumità dei cittadini, considerato che, come detto, l'auto viaggia ad altissima velocità e che gli occupanti sono armati."

Al di là delle loro prestazioni di guida degne di Need For Speed o Fast And Furious, sui ladri al volante dell'auto non pendono accuse così gravi. "Attualmente potremmo accusarli di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione, furto e tentato furto," ha detto il comandante dei carabinieri di Padova Stefano Iasson. Anche per questo, ha aggiunto Iasson, la polizia deve limitare molto il proprio operato per non mettere a rischio la vita di terzi.

Dello stesso parere è anche il presidente dell'ASAPS—Associazione Amici Polizia Stradale: "Anche se li prendessero, risponderebbero appena di ricettazione della macchina e qualche eccesso di velocità, null'altro. Vai a dimostrare che quando la vettura, due notti fa, ha fatto in contromano cinque chilometri sul Passante di Mestre e una donna è morta in uno schianto alla guida c'era qualcuno di loro."

Intanto, complice forse anche la richiesta d'aiuto della polizia, interpretata come un'ammissione di incapacità di affrontare la questione, la vicenda dell'Audi gialla ha provocato una vera e propria psicosi in Veneto. Negli ultimi giorni le segnalazioni arrivate sono state centinaia, e su Facebook sono nate persino pagine e gruppi in cui gli utenti si scambiano informazioni per "aiutare" la polizia nelle ricerche.

Ovviamente, però, accanto a iniziative più o meno lodevoli, la vicenda dell'Audi gialla è stata declinata anche in modi più inquietanti. Ad esempio, nonostante non si sappia nulla dell'identità dei ladri a bordo della vettura, questi vengono sempre descritti come rom, slavi o albanesi: un'identificazione che, più che attenersi ai fatti, sembra in linea con un certo stereotipo—emerso anche circa un anno fa in occasione del caso Stacchio—del Veneto come un Far West popolato da "bande di nomadi armati fino ai denti."

Audi Gialla: l'albanese della foto che gira sui social va a Torino a dire che non c'entra nulla. E' così ma è senza permesso e viene espulso

— eleonora vallin (@eleonoravallin)January 25, 2016

Questa visione è stata poi supportata e corredata da una serie di bufale. Per fare un esempio, la foto di tre tizi a caso è girata per giorni—fino alla smentita da parte della polizia, arrivata ieri—come foto dei tre rapinatori a bordo dell'auto e come tale è stata riportata da diversi quotidiani. Un'altra bufala, anche questa successivamente smentita, è stata quella secondo cui la polizia avrebbe fatto scendere in campo una delle sue Lamborghini d'ordinanza in quanto unica auto in grado di tenere testa a quella dei ladri.

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Ma non c'è stata solo la psicosi: la vicenda dell'Audi gialla sembra essere già diventata parte della cultura internet italiana. Accanto alle pagine e ai gruppi che cercano di aiutare a rintracciarla sono comparse infatti pagine ironiche come "Gare clandestina con l'Audi Gialla," "Passaggio con l'Audi gialla su BlaBlaCar" e molte altre sullo stesso tema.

E c'è stato persino un (falso) annuncio su Subito.it in cui si metteva in vendita un'Audi gialla per "motivi familiari e guai con la legge." "Usata solo in autostrada," precisava l'annuncio: "Con sto bolide vi affumicate tutte le volanti della polizia e carabinieri tanto al massimo usano Alfa o Punto 1.2."

Il falso annuncio su Subito.it. Grab

via

Al di là di questo, c'è anche il significato che la vicenda dell'Audi gialla sta assumendo per una certa fetta dell'opinione pubblica. La retorica dello Stato "seminato da un'Audi gialla" e incapace, con tutto il suo apparato di polizia e di controllo, di fermare una banda di tre persone a bordo di un'auto sportiva, sembra essere una delle interpretazioni più quotate della vicenda.

Del resto, anche la stampa si è prestata a foraggiare questa lettura. Questa domenica, con sprezzo del ridicolo, il Giornale ha scritto che, "l'auto è inarrestabile. I criminali inafferrabili. Da mercoledì scorso le forze dell'ordine continuano a dire di 'essere sulle loro tracce,' ma poi—alla resa dei conti—i delinquenti in fuga sul bolide dello stesso colore del canarino Titti restano uccel di bosco. Liberi di svolazzare, come se niente fosse. In gabbia, finora, c'è finita solo la credibilità e l'autorevolezza dello Stato."

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Un'interpretazione ulteriormente supportata dalle dichiarazioni del sindacato di polizia UGL, che ha diramato un comunicato per sottolineare come quella tra la polizia e i banditi dell'Audi gialla sia una lotta impari. "Ormai stiamo assistendo a una sfida, quella tra una banda di pericolosi delinquenti e le forze dell'ordine […] impotenti a causa di mezzi inadeguati e vecchi," si legge nel comunicato, che prosegue affermando che la polizia è costretta a inseguire l'Audi gialla con le Fiat Stilo.

Nel frattempo, su Facebook la vicenda sta già causando diversi meme sull'inettitudine della classe politica—come questo, con la foto di Renzi e Alfano e la scritta "Ci vogliono difendere dal terrorismo, però non sanno prendere un'Audi gialla." O questo, sempre sullo stesso tema e riconducibile al Movimento dei Forconi.

Immagine

via Facebook

La riflessione su cosa sarebbe successo se invece di delinquenti comuni si fosse trattato di un gruppo di terroristi è stata poi al centro di un video propagandistico del Movimento dei Forconi—dove fa bella mostra la presunta foto (poi smentita) dei rapinatori e la scritta "Fucilateli all'alba".

"Mentre Renzi e Alfano continuano a raccontare che l'Italia sia [sic] un posto sicuro, un'Audi gialla sta seminando il terrore in tutto il paese," si legge nel testo in comic sans che scorre su sfondo nero nel video. "Tre delinquenti hanno scatenato il panico in tutta la nazione. Cosa sarebbe successo se invece di normali delinquenti fossero stati terroristi?"

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Anche sulle varie pagine Facebook dedicate alla vicenda e agli avvistamenti di vetture sospetti, i commenti sono molto spesso dello stesso tenore e molti utenti invocano l'uso della violenza da parte della polizia. "Penso ci siano tutti i presupposti per sparare da parte delle forze dell'ordine, ma mi immagino già che se uno di quelli muore invece di indagare su di loro vanno a indagarmi il carabiniere di turno," e "Purtroppo (o per fortuna) si può sparare solo per difesa o per pericolo imminente. Quindi se questi non sparano per primi o non mostrano le armi tentando di usarle non gli si può sparare senza passare delle gran rogne," si legge in alcuni commenti.

La verità è che questo clima di panico e caccia aperta a una banda descritta come pericolosa e imprendibile è quantomeno azzardato—e questo a detta delle stesse forze dell'ordine. Con ogni probabilità, secondo gli investigatori, i criminali sarebbero infatti degli sprovveduti—anche alla luce dei reati che hanno compiuto finora.

Eppure, più dell'eco della vicenda e delle sue immediate strumentalizzazioni, è interessante notare la rapida trasformazione che ha subito—da semplice fatto di cronaca a una specie di epica criminale degna di un film poliziottesco degli anni Settanta, con dei geni del crimine in fuga capaci di farsi beffe di chi li insegue e la polizia che non può sparare.

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