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Cosa succede quando torniamo a casa per Natale

Ogni Natale torniamo dai nostri genitori pensando finalmente di dimenticare lo stress, ma finiamo per abbruttirci sul divano e improvvisarci tecnici informatici per tutto il parentado.

Non importa quanti anni abbiamo, a Natale torniamo ad averne 16. E non nel senso che ci illudiamo ancora di ricevere il regalo che desideriamo da mesi e ci emozioniamo quando arriva. Anzi, a dire il vero i regali peggiorano di anno in anno finché i tuoi genitori non si arrendono a darti una busta coi soldi. Quello che intendiamo è che torniamo letteralmente ad avere 16 anni: comportamenti adolescenziali, peregrinazioni tra il letto e il divano, risposte scocciate quando i genitori ci chiedono quando abbiamo intenzione di rientrare la sera.

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Abbiamo quindi messo insieme questa lista di cose che ci succedono a ogni Natale che passiamo con i nostri genitori. In realtà è un elenco di modi in cui regrediamo all'adolescenza e ci abbruttiamo nella noia, perciò potete usarlo anche come una guida al contrario.

MENTALITÀ CIABATTE E TELEVISIONE

La mattina di Natale mi sveglio ogni volta nel mio vecchio letto ormai troppo piccolo, un po' rintronato e con un leggero hangover—niente di grave, a casa non si beve tanto ma alla vigilia di Natale grazie a prosecco, vino e amari tutti si ritrovano insonnoliti e come avvolti nell'ovatta. Questo, unito alla nullafacenza imposta dal poco tempo che intercorre tra un pasto e l'altro, fa sì che nelle ore diurne le vacanze le passi a letto o davanti alla televisione. Per televisione la nostra generazione intende immagini in movimento che non hanno alcun significato, e tra i canali più gettonati del periodo natalizio c'è DMax.

L'unica eccezione è rappresentata dal palinsesto della tv pubblica: un Natale senza le repliche di Malcolm o Mamma ho perso l'aereo, La spada nella rocciaeUna poltrona per due è un Natale solo a metà. E dato che la ripetitività della programmazione natalizia è uno dei pochi argomenti di conversazione sicuri con quel cugino che non vedi mai, ringrazia in silenzio chi non la rinnova dal 1991.

I PRANZI IN FAMIGLIA

Anche questo Natale prenderò dai tre ai sei chili. Non me ne accorgerò fino al ritorno al lavoro, però, perché la tuta di felpa a Natale è fatta proprio per questo: per nascondere tutto quello che c'è sotto, anche quando la gente smetterà di fare battute sulla #tutadifelpa. Come tutti i Natali, poi, assisterò a litigi telefonici tra mia madre e la zia su chi deve fare le torte salate e sull'inutilità di cucinare un secondo secondo.

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Tutti gli anni pare che a Santo Stefano ci sia "il pranzo degli avanzi", ma poi per qualche miracolo natalizio gli avanzi si moltiplicano e compaiono cose che al pranzo di Natale non avevi visto. Compresi i parenti che il giorno prima non ce l'hanno fatta.

IL COMPUTER DEI TUOI GENITORI

Non sono nemmeno lontanamente un informatico. Questo posso dirlo perché alcuni dei miei ex compagni di scuola lo sono diventati e io non rido mai alle loro battute. Ho un rapporto esoterico, quasi mistico, con gli apparati tecnologici. Eppure c'è una settimana all'anno in cui ogni figlio si trasforma in tecnico informatico: a casa, sotto Natale. Di solito succede poco dopo il primo, quando a tavola mio padre dice: "Voglio far scorrere le foto sullo schermo della tv, come si fa?" A questa richiesta seguono frasi ambigue come, "Il TUO INTERNET lo sa fare, lo so."

Di lì è tutto in discesa: tua madre ha dimenticato il codice di sblocco del tablet, tuo padre sta salvando dei link e non delle foto sul desktop e tua nonna è riuscita a crackare la deviazione di chiamata impedendo a chiunque di contattarla telefonicamente. A fine vacanza di solito mi convinco che avrei potuto lavorare nell'assistenza tecnica, ma poi rendo grazie per i pasti completi che sto facendo e mi rassegno a infilare la scheda SD nella macchina fotografica nuova, stavolta per il verso giusto.

I BAR E GLI AMICI CHE SEI FELICE DI VEDERE SOLO UNA VOLTA ALL'ANNO

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F

oto via

Quello natalizio è il periodo in cui rivedo le persone che deliberatamente non vedo mai, ma anche gli amici tornati dalle rispettive famiglie. Dato che ormai sono persone con cui non ho molto da spartire è almeno necessario che il luogo d'incontro costituisca un legame imprescindibile. Che sia il posto in cui abbiamo tutti vomitato nella stessa sera, o in cui uno mi vomitato sulla spalla, o in cui una volta ho trovato una banconota da 50 euro.

In queste occasioni sto con le quattro o cinque persone a cui vorrei bene anche se entrassero in Scientology, ma scambio anche qualche parola (per un massimo di sette minuti) con le persone che ogni volta che vedo per strada quando sono di nuovo a casa fingo di non conoscere. Solitamente gli scambi non vanno oltre il "E tu?""Stavo pensando di trasferirmi." Prese da sole forse sono tutte belle persone, e siamo contenti di vederle. Una volta all'anno. Ma già una volta in più sarebbe troppo.

Finché in un impeto di tristezza ti viene in mente che le persone che si entusiasmano per l'apertura dell'ottavo all-you-can-eat del quartiere mentre tu almeno una volta a settimana mangi al crudista cambo-scandinavo nella tua grande città sono molto più felici di te.

I TUOI GENITORI

Quando torno a casa sono sempre felice di rivedere la mia famiglia e mi pregusto i bellissimi giorni di festa lontano dallo stress e senza nessuno che rompe le palle. Quello che tutti dimentichiamo è che dopo due giorni i nostri genitori diventano esattamente le persone che causano stress e rompono le palle.

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Ovviamente il momento peggiore è quando alla famiglia stretta si unisce anche tutto il parentado, quando mi rendo conto che il mio padrino non mi ha mai comprato la macchina che mi aveva promesso e che mio cugino continua a vessarmi.

È allora che la "zia", che non è tecnicamente tua zia, ti chiede "Com'è la città?" senza nemmeno aspettare la risposta. Tu vorresti dirle, "Vivo con un 38enne che credo mi abbia messo telecamere nascoste in camera, è un anno che non faccio sesso e l'unica cosa che mi rilassa è Master Chef". Invece ascolta il mio consiglio: FALLA BREVE. Dì, "Il trasporto pubblico è una meraviglia," falle un complimento sulla messa in piega e torna al cibo.

§

Ricordatelo: i nostri genitori hanno sacrificato i migliori anni delle nostre vite per crescerci e darci una vita migliore di quella che hanno avuto loro. E noi? Noi continuiamo a crederci meglio degli altri, e a dire che abbiamo bisogno di almeno due settimane di vacanza all'anno perché ci manca la vitamina D.

Thumbnail via Flickr.