Tecnologia

Uno studio spiega dove rifugiarti in casa tua in caso di esplosione nucleare

Stare lontano dalle finestre durante un’esplosione nucleare è una regola nota—secondo questa ricerca, però, non dovresti fidarti neanche dei corridoi.
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
bomba atomica come sopravvivere
Immagine: Università di Nicosia, Cipro

La bomba atomica è l’arma più devastante che esista. Solo l’esplosione del missile russo “Satan II” sarebbe in grado di radere completamente al suolo Central Park. Nello stesso scenario, per quanto l’onda d’urto rilasciata dall’esplosione può potenzialmente uccidere migliaia di persone, chi si trova fuori del raggio di azione diretto dell’esplosione avrebbe qualche possibilità di sopravvivere. Proprio per studiare l’impatto dell’onda d’urto atomica sui corpi umani e sugli edifici in cui le persone cercheranno riparo quando arriverà l’ora X, un gruppo di ricercatori dell’Università di Nicosia, a Cipro, hanno usato delle simulazioni virtuali.

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Lo studio, intitolato “Nuclear Explosion Impact on Humans Indoors” e pubblicato sulla rivista scientifica Physics of Fluids a gennaio 2023, indaga a fondo l’impatto che l’onda d’urto atomica può avere sugli edifici e sul corpo umano. Gli esperti di guerra atomica dividono le zone colpite da un’esplosione nucleare in tre segmenti. C’è la zona di grave di distruzione, quella di moderata distruzione e quella di leggera distruzione. Le persone e gli edifici che si trovano nella prima, saranno in grandissima parte spazzati via. Quelli nell’ultima, invece, potrebbero accusare infortuni meno gravi, in gran parte non letali. È nella zona di moderata distruzione che il destino è più incerto: le radiazioni persistono, ma le strutture di cemento armato—e gli umani—possono sopravvivere. Questa zona è quella su cui si è concentrato lo studio.

Secondo i ricercatori, il pericolo più grave deriva dall’effetto “galleria del vento” che potrebbe verificarsi dentro alcuni edifici al passaggio dell’onda d’urto.

“Il pericolo primario per la sopravvivenza umana in uno spazio al chiuso a quel punto è l’estremo spostamento d’aria ad alta velocità che entra dalle diverse aperture dell’edificio, come le finestre,” indica lo studio. In aggiunta a ciò, “la propagazione dell’onda d’urto in spazi chiusi sarà modificata da muri e angoli, porte e ostacoli. Queste interazioni potrebbero portare a un aumento di pressione a causa dell’effetto tunnel, aumentando il rischio di infortuni.”

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“Chi vede l’esplosione in lontananza, deve cercare riparo immediatamente,” ha messo in chiaro Dimitris Drikakis, professore dell’Università di Nicosia fra gli autori dello studio, parlando con VICE. “Se ci si trova davanti a una finestra, bisogna allontanarsi subito e trovare riparo in una stanza senza aperture.”

Insomma, se vedi un’esplosione atomica all’orizzonte, corri sul lato opposto dell’edificio e stai più lontano possibile da porte, finestre e corridoi. Lo studio ha determinato che i corridoi e le porte fanno brevemente accelerare lo spostamento d’aria proveniente dall’esplosione. L’effetto sarà istantaneo, durerà soltanto mezzo secondo, ma la forza di uno spostamento d’aria di quella magnitudo è tale da poter infliggere un danno consistente al corpo umano.

Gli scienziati hanno usato simulazioni computerizzate per verificare il comportamento della sovrapressione al livello dell’onda d’urto che segue un’esplosione atomica. La simulazione ha usato una testata atomica da 750 chilotoni (kt). Per una bomba di questa stazza, la zona di distruzione moderata inizierebbe a circa 4 km dall’impatto e si estenderebbe per un raggio di circa 50 km. Le bombe che gli Stati Uniti lanciarono su Hiroshima e Nagasaki erano da circa 20 kt, e da allora le testate non hanno fatto che ingrandirsi. Negli arsenali di Russia e USA figurano cariche ben più grandi di 750 kt, e i ricercatori dicono di aver preso il missile balistico intercontinentale russo Satan II come riferimento per lo studio.

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La simulazione ha considerato un’esplosione di 750 kt e livelli di pressione tra i 3 e i 5 psi per la conseguente onda d’urto. Sottoposto a quella pressione, il corpo umano subirebbe effetti considerevoli.

“La forza che investirebbe una persona in piedi può sollevarla da terra e scaraventarla contro il muro,” riporta lo studio. “Con una sovrapressione di 3 psi, l’accelerazione può raggiungere gli 80 g, mentre a 5 psi l’accelerazione supera i 140 g [per confronto, un’accelerazione verticale di soli 5 g è già sufficiente a far perdere coscienza, ndr]. Tuttavia, esistono luoghi all’interno delle stanze in cui la velocità dell’aria e le forze conseguenti risultano ridotte.”

In sostanza, lo studio conferma—come già noto—che bisogna stare il più lontano possibile dalle finestre rivolte verso l’esplosione, ma rivela anche che è meglio ripararsi in una stanza dove non arrivi corrente diretta, anziché restare in un corridoio in cui può crearsi un forte spostamento d’aria.

La guerra in Ucraina, le nuove rampe di lancio per missili intercontinentali della Cina e la spinta americana per aprire nuove cave di plutonio hanno rinnovato la paura della popolazione per la minaccia delle armi nucleari. Lo scorso anno, la città di New York ha condiviso una circolare pubblica per dare istruzioni a chi si dovesse trovare in città in caso di guerra atomica. Drikakis ha detto che il team ha iniziato le ricerche dopo l’inizio della guerra in Ucraina.  

“La motivazione ci è giunta dal dibattito dell’ultimo anno nei media riguardo una possibile guerra nucleare,” ha detto Drikakis. “Inoltre, non esistevano studi che indagassero gli effetti dell’onda d’urto sugli esseri umani al chiuso nella zona di distruzione moderata—cioè dove le persone hanno la possibilità di sopravvivere purché siano all’interno di un edificio che non venga abbattuto dall’esplosione.”

Il punto di uno studio come questo non è alimentare paranoie o paure infondate su potenziali attacchi nucleari imminenti. La divulgazione scientifica, in questo senso, è uno strumento chiave per ricordare che un conflitto nucleare ha sempre conseguenze globali e l’importanza dei protocolli internazionali di disarmo e non proliferazione nucleare. “È importante diffondere ciò che sappiamo sugli effetti distruttivi delle esplosioni nucleari e fare il massimo dello sforzo per impedire che avvengano,” ha detto l’autore. “Lo studio può aiutare a comprendere le enormi forze scatenate da un’esplosione nucleare, anche all’interno di un edificio nella zona di distruzione moderata.”