Se ci focalizziamo sull'aspetto delle leggi, e lo circoscriviamo alla sfera italiana, potremmo essere percorsi da brividi lungo la schiena. Quando i politici italiani sono chiamati a legiferare sui temi del digitale non è insolito trovarci di fronte a persone poco preparate sugli aspetti tecnici e con una visione di internet piuttosto distorta.Uno dei casi più recenti è sicuramente la proposta di legge contro il cyberbullismo che, a causa delle draconiane misure previste, era stata addirittura considerata a livello internazionale come la legge "più stupida nella storia europea". Fortunatamente, dopo il passaggio al Senato, la legge sembra essere stata ridimensionata e fatta tornare entro dei limiti ben definiti.Altra sciagurata proposta di legge è quella nata a seguito della recente ondata di discussioni internazionali sul tema delle fake news che in Italia ha prodotto un vero e proprio mostro e, come è stato segnalato anche da diversi politici, rappresenta un'idea folle e completamente fuori fuoco.Se ci focalizziamo sull'aspetto delle leggi, e lo circoscriviamo alla sfera italiana, potremmo essere percorsi da brividi lungo la schiena.
ACCESSIBILITÀ E CONTROLLO DELLA RETE
AUTODETERMINAZIONE DELL'IDENTITÀ
"La portabilità del profilo è un asset fondamentale per introdurre la concorrenza," chiarisce Quintarelli, "ma bisogna andare addirittura oltre e sancire che il diritto all'autodeterminazione delle identità delle persone è indispensabile" — dove per identità si intende l'insieme delle rappresentazioni e relazioni del soggetto sia materiali che immateriali.Stabilire che i dati dell'utente sono dell'utente stesso ed in quanto tali devono essere pienamente controllabili da esso è condizione imprescindibile per tutelare le nostre identità digitali e permettere la libera circolazione fra i vari silos verticali che infestano internet.
Per poter garantire l'autodeterminazione della propria identità e, come indicato nell' articolo 10 della Dichiarazione dei diritti di internet, l'esercizio delle libertà civili e politiche, è necessario garantire e proteggere anche il diritto all'anonimato.In questi tempi, però, sia esponenti politici che giornalisti stanno combattendo contro l'anonimato, eletto a sommo capro espiatorio per tutti gli eventi che accadono online. Si parla quindi di impedire l'anonimato per disincentivare l'hate speech o di impedire l'anonimato per risolvere il cyberbullismo.L'anonimato non è chiaramente la causa di tutti questi eventi e, come anni di studi continuano oramai a ripetere, gli insulti, le molestie e le discriminazioni online non sono problemi solamente delle nostre vite digitali, sono prima di tutto problemi culturali e sociali.La portabilità del profilo è un asset fondamentale per introdurre la concorrenza," chiarisce Quintarelli, "ma bisogna andare addirittura oltre e sancire che il diritto all'autodeterminazione delle identità delle persone è indispensabile."
Tramite questo sistema, secondo Stefano, sarebbe possibile prevedere una sorta di notaio digitale che certifica l'identità di uno pseudonimo che utilizziamo per scrivere online e, in caso di reato, sarebbe possibile ottenere l'identità di chi si cela dietro il profilo accusato direttamente con una richiesta del giudice.L'anonimato non è chiaramente la causa di tutti questi eventi e, come anni di studi continuano oramai a ripetere, gli insulti, le molestie e le discriminazioni online non sono problemi solamente delle nostre vite digitali, sono prima di tutto problemi culturali e sociali.
L'APPROCCIO FUTURO DELLE ISTITUZIONI ITALIANE AD INTERNET
Si tratta di una dichiarazione di impotenza, segnalata anche dai continui appelli e lettere aperte dei politici — la più recente è quella della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini a Facebook — in cui si richiede l'intervento attivo e diretto delle aziende tecnologiche nel processo di garanzia dei diritti dei cittadini.Come ricorda Quintarelli, "negli Stati Uniti avevano ideato l'antitrust per contrastare il potere dei grossi proprietari petroliferi e di acciaieria, ora è necessario trovare una soluzione analoga per impedire il potere di influenza di poche persone non elette in modo democratico."Se dobbiamo supplicare Mark Zuckerberg di porsi a garante del corretto svolgimento delle elezioni, facendo in modo che il suo social network non influenzi gli elettori, in quel caso stiamo concedendo un potere enorme ad una persona che si trova completamente al di fuori della sfera politica."Negli Stati Uniti avevano ideato l'antitrust per contrastare il potere dei grossi proprietari petroliferi e di acciaieria, ora è necessario trovare una soluzione analoga per impedire il potere di influenza di poche persone non elette in modo democratico."