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Scusate religioni, ma la coscienza umana è frutto dell'evoluzione

Siamo stati creati da un dio oppure siamo solo dei marchingegni di carbonio e visceri? Il professor Graziano propende per la seconda opzione. E ci spiega come, allora, funziona la nostra coscienza.

Immagine via Flickr

C'è un trucchetto neurologico per ingannare il cervello, che ti fa sembrare di avere un naso lunghissimo. Si chiama "l'illusione di Pinocchio", e tutto quello di cui avete bisogno sono un amico e un vibratore.

Ecco come funziona. La persona A chiude gli occhi e si mette un dito sulla punta del naso. La persona B appoggia un vibratore al tendine che collega il bicipite con la parte interna del gomito del braccio con cui la persona A si sta toccando il naso. La vibrazione sul tendine stimola le fibre muscolari in modo che il cervello della persona A sia convinto che il braccio si stia estendendo, ma dal momento che le sue dita stanno ancora toccando il naso, il cervello non riesce a interpretare gli stimoli e, in assenza di dati visivi, elabora l'informazione che il naso si stia allungando. È incredibile. Provateci.

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Stando a Michael Graziano, professore di neuroscienze a Princeton, questo fenomeno è indicativo del modo in cui la mente umana funziona. Il nostro cervello crea dei modelli del mondo che ci circonda, compresi i nostri corpi, basandosi sui vari segnali che gli arrivano dagli organi di senso. Così, nell'illusione Pinocchio, il cervello crea uno schema del corpo che entra in conflitto con l'ambiguità degli stimoli afferenti. Il nostro cervello è un incredibile disegnatore di modelli, ma le sue riproduzioni non sono mai perfette repliche del mondo esterno: sono solo degli schizzi tratteggiati rapidamente per dare un senso alle cose.

L'efficienza descrittiva del nostro cervello comporta una buffa conseguenza, come sostiene il professor Michael Graziano nel suo libro Consciousness and the Social Brain. La conseguenza è rappresentata da quella cosa che chiamiamo coscienza. L'indefinibile e inafferabile "Io": il magico succo della nostra Esistenza, ciò che ci rende umani. Dal cogito di Cartesio fino all'apriorismo di Kant, dal taoismo al non-dualismo dei Veda, l'origine della coscienza è sempre stata un rompicapo infinito. E la teoria del professor Graziano ci fornisce una chiara spiegazione di quello che accade ogni giorno nelle nostre testoline incasinate.

La domanda è questa: siamo esseri generati da una Divinità Creatrice o siamo soltanto dei grumi deliranti di carbonio e viscere? Il professor Graziano è più per quest'ultima teoria. Ma la coscienza non è un'illusione della nostra mente. È una strategia adattiva altamente funzionale. Ciò che noi chiamiamo sensibilità può essere spiegata da quello che lui chiama "teoria dello schema di attenzione", e ne ho parlato con lui al telefono per capire cosa questa teoria possa comportare per noi, oggi, e quali saranno i suoi risvolti futuri.

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VICE: Può spiegarci in cosa consiste esattamente la sua ricerca sulla coscienza?
Professor Michel Graziano: Ecco una rapida spiegazione. Io sono consapevole di essere me stesso e di essere un uomo. Qualunque cosa sia questa mia coscienza, è un'esperienza. Quello che mi chiedo è che tipo di informazioni comporti questa coscienza. Cosa significa avere un'autentica esperienza individuale di qualcosa?

Cosa c'è di così innovativo nel suo metodo d'indagine? Credo che sia una domanda che si sono posti in molti.
In primo luogo, molti scienziati si fanno la domanda sbagliata. Si chiedono, "Cosa significa avere delle sensazioni, una magica coscienza di sé?" Partono dal presupposto che ci sia un significato "profondo", magico, e poi iniziano a sperimentare. La domanda giusta da porsi è: come e per quale vantaggio adattivo i nostri cervelli attribuscono queste proprietà a se stessi? A questo punto entri nel campo dell'elaborazione delle informazioni, qualcosa che, in fondo, può essere compreso.

La domanda è, come è possibile che l'ingranaggio cognitivo nel nostro cervello acceda ai dati interni e arrivi a conclusioni come, ad esempio, "Io ho esperito, io sono consapevole di qualcosa." Non semplicemente "questa cosa è blu," ma "sono consapevole che questa cosa sia blu."

Ok, e come fa il cervello a fare tutto questo?
Il cervello costruisce dei modelli, modelli informativi su qualunque tipo di cosa. È la cosa che il cervello riesce a fare meglio: produrre degli schemi del mondo esterno e di quello interno al corpo.

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La teoria centrale, la ragione per la quale il nostro cervello attribuisce a se stesso la proprietà di avere una consapevolezza, è sostanzialmente che sta cercando di costruire un modello per monitorare l'attenzione relativa a qualcosa. Quindi l'attenzione è fisicamente un metodo di gestione dei dati, e la consapevolezza è lo schema, diciamo così, tracciato con la carta copiativa, che il cervello utilizza per controllare quello che sta facendo.

Aspetti, quindi è tutto qui? Il nostro cervello crea dei modelli, e perciò noi siamo solo una delle specie di robot-umani senzienti e consapevoli?
Pensiamo a cosa sia, in definitiva, l'attenzione: c'è un agente, un cervello, un essere che concentra il suo potere d'elaborazione su un particolare insieme di segnali, che i neuroscienziati chiamano attenzione; i segnali potrebbero riguardare il panino che stai mangiando. C'è un agente e c'è un panino, ed esiste una relazione fra questi due, che è: l'agente sta concentrando la sua elaborazione di dati sul panino. Questa è l'attenzione.

Così, quando costruisci un modello del genere, questo dovà contenere un sacco di informazioni sull'agente—chi sei, dove sei, i tuoi ricordi, le tue informazioni su te stesso—e dovrà anche contenere delle informazioni sul panino, e inoltre anche delle informazioni sulla relazioni fra agente e panino. E, soprattutto, questo schema dovrà contenere informazioni su ciò che significa per l'agente focalizzare la propria attenzione su qualcosa. Quello che sto cercando di dire è che il tuo cervello possiede delle informazioni: un grande dossier con tante informazioni descrittive sul fatto che esiste un "te", che esiste un panino, e che fra te e il panino esiste un collegamento: sei consapevole del panino.

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E c'è una ricorsività in tutto questo. In un certo senso, avere consapevolezza di se stessi, e avere consapevolezza del panino, sono un po' la stessa cosa. La formula di elaborazione è la stessa.

Una delle cose che mi sorprende di più è il linguaggio usato per descrivere il modello e le strutture. Specialmente la frase "Io vedo blu." I tre aspetti di questa funzione cognitiva sono anche le tre parti essenziali della frase: soggetto, verbo e oggetto. È un caso, o è il modo in cui sono cablati i nostri cervelli?
Penso che ci sia un profondo legame fra il linguaggio e tutte queste problematiche. Uno degli aspetti di questa teoria è che esiste un cambiamento evolutivo costante: e che quello che potrebbe essere iniziato come un semplice schema per aiutarci nel dirigere l'attenzione si sia via via trasformato fino a diventare una parte fondamentale della nostra capacità sociale. Una delle conseguenze della nostra capacità sociale è il linguaggio, e, di fatto, la principale area della corteccia cerebrale coinvolta nel linguaggio è l'area di Wernicke: questa zona si è evoluta dalle stesse strutture cerebrali che mediano il "pensiero sociale" e che riteniamo possano essere responsabili dell'attribuzione di consapevolezza in noi stessi e negli altri. Quindi le meccaniche di elaborazione del linguaggio nel cervello hanno una connessione stretta con la consapevolezza e la coscienza.

Ok, quindi è possibile creare dei robot auto-coscienti? Possiamo trasformare Pinocchio in un bambino vero?
Un robot è in grado di fare un sacco di cose. Ma non ha le informazioni per poter dire "ho un'esperienza, ho un'esperienza interiore." Non dispone degli algoritmi necessari. Ma penso che sia programmabile, e che un giorno sarà possibile.

Ecco un'altra cosa che credo accadrà nel giro di cento anni: immaginate un dispositivo che sia in grado di eseguire la scansione del vostro cervello e che riesca a ricreare i dati in un hardware artificiale. C'è un Te—la tua mente e i tuoi ricordi—che adesso è copiato in una specie di hard disk e immagazzinato in un sistema informatico. Adesso è possibile vivere in un mondo simulato a propria scelta. Credo che questo accadrà perchè le persone sono ossessionate dalla possibilità di vivere in eterno. Quindi essenzialmente sarà come creare un aldilà elettronico. Un'altra ragione è rapprentata dal fatto che non esiste niente che sia più redditizio dell'intrattenimento, e questo tipo di tecnologia permetterà di proiettare se stessi in un parco giochi sterminato. Penso che sarà una conseguenza inevitabile degli studi sulla coscienza. Quindi dimentica i robot auto-coscienti; e immagina come sarà proiettare il tuo Io in un mondo simulato, ma che ti appare del tutto reale.

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