Palermo, l'Italia e gli italiani: prime impressioni di un 17enne gambiano
Foto di Francesco Faraci.

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I nuovi vicini

Palermo, l'Italia e gli italiani: prime impressioni di un 17enne gambiano

Non mi aspetto di piacere a chiunque. Anche io ho le mie antipatie. Ma almeno prenditi il tempo di conoscermi prima di dire che non ti piaccio, no?

Questo articolo è parte della nostra serie I nuovi vicini, in cui giovani rifugiati stabilitisi in vari paesi d'Europa contribuiscono alla produzione editoriale di VICE attraverso le loro storie. Per saperne di più, leggi la lettera dell'editore.

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Numu ha 17 anni, viene dal Gambia e vive a Palermo, ospite dell'Associazione Asante.

Come raccontato a Giuseppe Francaviglia.

Essere in Italia per me è come una "rinascita". Nel senso che sto iniziando una nuova vita partendo da zero. Sono arrivato qui ad aprile del 2016 dal Gambia, un posto dove non ero al sicuro.

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L'Italia la sto conoscendo un passo alla volta, anche perché sto ancora partecipando ai corsi per ottenere i documenti che mi permetteranno di girare liberamente. Fino ad oggi ho conosciuto solo Palermo.

Quello che ho subito capito è che è vero che gli italiani sono molto calorosi. In Gambia facevo recitazione, e arrivato qui ho avuto la fortuna di entrare a far parte di un gruppo di recitazione italiano. I ragazzi del gruppo mi hanno subito accolto, mi hanno fatto esibire con loro. Ma la cosa che più mi ha colpito è che hanno cominciato a presentarmi a loro volta i loro amici, e ogni nuova conoscenza ne portava delle altre—io poi sono uno che parla in continuazione. E così adesso posso dire di avere davvero tanti amici italiani.

C'è una cosa che mi sta aiutando a conoscere e comprendere meglio l'Italia. In associazione abbiamo una radio e io mi divertivo a fare lo speaker anche in Gambia. Qui hanno riconosciuto il mio talento—diciamo—e mi hanno dato la possibilità di utilizzare i loro microfoni. Sento che questa è la mia strada: fare la radio è il mio sogno, quello che voglio fare nella vita.

Così ogni giorno vengo qui e metto musica. Insieme con Silvia, che io chiamo "boss" e che mi aiuta un sacco soprattutto con l'italiano, abbiamo ideato un programma che si chiama What's happening nel quale parliamo delle cose che accadono per il mondo, e in particolare in Italia.

Anche grazie a questo ho capito che in realtà ci sono alcune similitudini con l'Africa. A Palermo, ma mi sembra di capire in tutta l'Italia, c'è un forte attaccamento alle tradizioni: ci sono feste che le celebrano e riti molto belli. Anche nel mio paese c'è una forte tradizione e credo che sia una cosa molto importante.

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Come dicevo, per adesso ho vissuto solo qui a Palermo e la considero ormai la mia seconda casa. Anche perché—e questa è una cosa che mi ha sorpreso—questa è una città davvero multiculturale. Non so dire se tutta l'Italia sia così, ma credo di sì. Qui ci sono una marea di etnie che si mescolano: russi, indiani, giamaicani, africani. Anche i bengalesi! Io in Gambia non ne avevo mai visto uno, di bengalese! Da quando sono qui invece ne conosco un sacco e ogni giorno esco con loro.

Come si dice: "Anche per arrivare in paradiso devi camminare." E infatti qui non tutto è facile. Nonostante la multiculturalità, gli episodi di razzismo non mancano. Ci sono persone che per strada non ti guardano nemmeno se gli stai chiedendo un'indicazione, o ti prendono in giro—in particolar modo con persone di colore come me. So che non succede solo in Italia, e non mi aspetto di piacere a chiunque. Anche io ho le mie antipatie. Ma almeno prenditi il tempo di conoscermi prima di dire che non ti piaccio, no?

Ogni volta che ci penso non ne vengo a capo. Eppure, visto che tendo sempre a vedere il lato positivo delle cose, mi dico che prima o poi anche questo cambierà. Come? Attraverso i giovani, i ragazzi della mia età, i bambini. Per questo ne parlo sempre alla radio. Siamo noi ragazzi e ragazze ad avere la capacità di cambiare le cose.

Firma la petizione dell'UNHCR per chiedere ai governi di garantire un futuro solido a tutti i rifugiati.

E vai qui per fare una donazione ad Asante, una onlus che assiste i giovani stranieri non accompagnati in Sicilia.

Per vedere altre foto di Francesco Faraci, vai sul suo sito.