Breve compendio delle relazioni finite peggio nella storia
Caroline Lamb.

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Breve compendio delle relazioni finite peggio nella storia

Buon San Valentino!

Nella storia dell'uomo, sono poche le esperienze universali che hanno causato comportamenti analoghi alla fine di un amore. Mettere la parola fine a una relazione è difficile nel migliore dei casi, ma ogni tanto una o entrambe le parti indulgono nei loro peggiori impulsi e la situazione si fa molto, molto spiacevole. Nel suo ultimo libro, It Ended Badly, la scrittrice Jennifer Wright ha messo insieme alcune delle peggiori rotture della storia, in quella che è sia una guida all'amore finito male sia un libro di storia di cui vorrai poi parlare con gli amici.

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L'indice offre spunti per tutte le emergenze. I tuoi te l'avevano detto? Vai a Lucrezia Borgia e Giovanni Sforza. Non riesci proprio a non scrivere al tuo ex? Vedi cosa hanno da dire Caroline Lamb e Lord Byron. La rottura ti ha fatto litigare con le amiche? Debbie Reynolds ed Elizabeth Taylor ci sono passate prima di te. Ma se il libro è divertente e scherzoso, Wright non passa sotto silenzio le impensabili crudeltà che a volte i suoi protagonisti hanno messo in campo.

"Mi sono molto sorpresa quando qualcuno è venuto a dirmi, 'Che libro carino!'," spiega Wright al telefono. "Voglio dire, nel primo capitolo c'è una castrazione. È molto pesante."

Dalla rottura tra Nerone e Poppea ai tentativi di Timothy Dexter di vendere la casa con il "fantasma di sua moglie", le storie sono a volte foriere di incubi, a volte deliziosamente bizzarre. Alcune, come il matrimonio gelido tra Effie Gray e John Ruskin, hanno il lieto fine. Altre, come l'intera esistenza di Anna Ivanovna, no. Abbiamo parlato con l'autrice di come sia scrivere di queste storia, del valore delle relazioni, e dei consigli che si sente di dare a chi sta affrontando una fine.

VICE: Da dove viene l'idea del libro?
Jennifer Wright: Stavo a mia volta affrontando la fine di una storia quando ci ho pensato. Cercavo libri sul tema, e molti di quelli che trovavo erano consigli per gestire una situazione simile da vera signora. Se però la sera prima ti eri ubriacata e avevi mandato 12 messaggi al tuo ex, il treno era andato. Perciò, volevo scrivere un libro sulle persone che l'hanno gestita peggio di te, me, e di chiunque conosciamo—spero.

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Hai scritto spesso di relazioni e sesso. Puoi parlarci di come hai costruito un ponte con la storia?
Sono sempre stata molto interessata alla storia. Avevo un sito su cui ho anche scritto una serie di ritratti di donne che hanno fatto la storia—e sono piaciuti un sacco. Solo che quando ho mandato l'idea alle case editrici, mi hanno risposto che ci sono già abbastanza libri sulle donne importanti della storia. Perciò volevo trovare un modo per parlare delle donne che amo, tipo Eleonora d'Aquitania, ma anche affrontasse anche temi che toccano chiunque da vicino.

Trovo il tono in cui scrivi perfetto, diverso da quello di molta narrazione storica. È stata una decisione conscia quella di scrivere in modo fattuale, ma divertente?
Il tono ha fatto arrabbiare molti. Penso che alcuni dei lettori più in là con gli anni si aspettino un tono accademico per la storia e uno diverso per un libro sulle relazioni. Molti si sono arrabbiati, ma io penso che questo possa spingere le persone ad andare al di là del genere e pensare che può esistere un libro di auto-aiuto, che può anche essere un libro di storia, e un libro che fa ridere. Tutto in uno.

A me sembra anche buffo quando gli storici scrivono di Anna Ivanovna che costringe i suoi spasimanti a vestirsi da polli, che ne scrivano in modo molto accademico, "Oh, è un interessante segno dei tempi." Ne sono successe un sacco, di cose così, nella storia, e io volevo essere in grado di dire, "Ehi, fermi tutti, ma vi rendete conto di che cosa assurda succede qui?"

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E poi ci sono un sacco di persone che sostengono che a scuola storia era la loro materia preferita perché gli insegnanti facevano un gran lavoro per renderla divertente e accessibile, e ora non leggono più libri di storia perché molte monografie parlano di proprietà terriera e questioni legali e battaglie, e non sono cose che molti ritengono divertenti o rilevanti per la loro esistenza.

Che cosa ci piace così tanto delle storie finite male? È puro piacere per le sfortune altrui, o c'è dell'altro?
Non penso che studiare le relazioni sia una cosa frivola. Penso sia molto importante. Penso che sia così che le famiglie si costituiscono e che passiamo da una generazione alla successiva; il modo in cui ci separiamo da qualcuno è importante. Ma penso anche che oggi abbiamo mille opzioni a disposizione per rompere. Le donne non devono sposarsi a 21 anni per non essere considerate zitelle, e in molti paesi ci sono eque leggi sul divorzio, che ai tempi di Effie Gray e del suo terribile matrimonio con Ruskin non esistevano. Oggi ci sono molte più rotture che in qualunque altro momento storico. Siamo in un'epoca in cui non per forza sposi il tuo fidanzatino del liceo. Probabilmente nel corso della vita affronterai una, due, tre, dieci rotture, quindi è una cosa che ci riguarda tutti.

Ci sono storie che hai deciso di scartare?
Ho pensato di inserire Abraham Lincoln, ma poi non l'ho fatto. Si era infilato in una situazione imbarazzante. Aveva detto alla sorella di una donna che avrebbe sposato questa donna se si fosse trasferita in Illinois, ma stava scherzando. La donna non aspettava che di fare come lui chiedeva, e lui è stato costretto a mandarle questa sfilza di lettere imbarazzanti, dicendo che lei sarebbe stata molto infelice con lui, e che lui era una pessima persona con cui sposarsi. Non penso che lei si sia mai trasferita, ma penso che avesse preparato tutto e quando stava per trasferirsi lui le ha mandato tutte quelle lettere in cui diceva di non essere un buon partito.

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Quale storia ti ha scioccato di più? O quale pensi che sia più in contrasto con la percezione che il pubblico ha delle persone in questione?
Quello che mi ha fatto arrabbiare più di tutti è stato Norman Mailer, perché rappresenta tutte le cose terribili che gli uomini negli anni Cinquanta-Settanta, soprattutto quelli che scrivevano libri, potevano fare alle mogli senza alcuna ritorsione. Come William S. Burroughs che ha sparato a sua moglie imitando Guglielmo Tell. Norman Mailer ha pugnalato due volte al petto sua moglie, dicendo, "Lascia morire la puttana," per poi lamentarsi che quando lo accoglievano alle feste, in seguito, erano "più freddini, di cinque gradi almeno."

Pensavo che, all'altezza degli anni Sessanta, soprattutto se eri una persona importante, la reazione a un comportamento di questo tipo sarebbe stata più negativa. Ma che la gente dicesse, "Oh, è solo un po' sopra le righe, è così pieno di vita, non riesce proprio a contenersi," questo no! Mailer è il peggio. E mio dio, ci sono un sacco di persone che lo difendono. Ho anche visto un tweet che diceva, "Disse che si sentiva molto in colpa per aver pugnalato sua moglie; quanti altri uomini lo direbbero?" Non so, magari tutti quelli che non l'hanno fatto? Non sono fan di Mailer. Non penso sia pieno di vita.

Una cosa che mi ha colpito è che, salvo poche eccezioni, le donne sono molto più condannate degli uomini per le loro reazioni. Perché pensi che una donna sia sempre anche un po' giudicata per le rotture, mentre gli uomini la scampano o almeno non sono giudicati per le loro passate relazioni e il modo in cui sono finite?
Penso che le donne, storicamente, ci rimangano più legate perché un tempo avevano meno opzioni. Se vivi in un periodo in cui per le donne è più difficile avere un lavoro o fare arte, saranno le loro storie con i grandi uomini a definirle.

Penso che ci siano alcune donne che ne fanno la propria storia. Una reazione che mi ha molto sorpreso è che la gente ama un sacco Caroline Lamb, che invece a me non fa così simpatia. Mandava regali strani, ha bruciato immaginette, ha scritto una cosa folle in cui raccontava tutto, ha rubato un sacco di cose di Byron, ha detto a tutti che Byron era un pederasta. Tutte le cose che puoi fare per infamare un ex, lei le ha fatte. Ho scoperto che molti però pensano che sia meravigliosa, e penso che dipenda dal fatto che le donne hanno una paura matta di finire per essere etichettate come "quella pazza della mia ex". Quando vediamo qualcuno che se ne frega, che ha un atteggiamento tipo, "Non me ne frega niente, darò il peggio di me," è una ventata d'aria fresca.

Qual è il tuo consiglio per le rotture?
Non parlatene sui social. Mettereste tutti a disagio. Mi rendo conto che la prima cosa che tutti facciamo è chiamare gli amici e parlare della situazione—e va bene. Ma non andate su Facebook o Twitter a sbandierare i vostri sentimenti, perché non fareste che prolungare una cosa che non deve essere prolungata.

Provate a considerare il vostro ex un essere umano, certo, non uno che vi piace al momento, ma uno che ha sentimenti ed emozioni che vanno rispettati.

Thumbnail via Wikimedia Commons. Questo articolo è tratto da Broadly