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Tutte le cose sbagliate che la gente pensa sulla sindrome di Asperger

Ho la sindrome di Asperger e posso garantirvi che lo stereotipo secondo cui tutti noi saremmo socialmente inetti, molto bravi in matematica e anche un po' simili a Ryan Gosling in Drive non è affatto vero.

L'autore, a sinistra, non sembra incapace di relazionarsi agli altri.

"Non sembri uno che ha l'Asperger."

Ho sentito questa frase un sacco di volte. Ecco com'è, per me, l'inizio della fine: quando un amico, una ragazza appena conosciuta o anche una fidanzata apprende che ho l'Asperger e pensa di saperne più di chi mi ha fatto la diagnosi.

Spesso è inteso come messaggio di solidarietà, "Ehi, potresti passare per una persona normale, bravo!" E invece è solo una dimostrazione di totale ignoranza sul disturbo.

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L'Asperger, per chi ne parla a vanvera, è definita dallo stereotipo di quello strambo che non sa gestire la socialità, argomento su cui ogni ventenne si sente un'autorità. Quando qualcuno mi dice che non sembra che abbia l'Asperger, io in realtà capisco, "Tutte le persone con l'Asperger sono inette a livello sociale, isolate, ossessive e molto brave in matematica, no?"

Faccio schifo in matematica. E mi piace stare con gli altri, anche se è faticoso. Il giorno successivo a un evento sociale di solito lo passo a rimuginare e ossessionarmi con le 10.000 cose che ho sicuramente fatto sbagliate e per cui tutti ora mi odiano, ma mentre sono all'evento riesco a essere sereno—a patto di non cominciare a pensare che le persone intorno a me stanno pensando che sono strano. Le persone affette da Asperger sono tutte diverse, ma in generale sono altamente funzionali.

C'è un vantaggio, comunque. Avere l'Asperger significa essere un attore fantastico. Hai diverse personalità, che adotti per le diverse situazioni. Con un po' di pratica, nessuno di noi sembra avere l'Asperger. Come una persona che soffre di depressione, fuori casa, può riuscire a sembrare allegra, chi soffre di Asperger adotta una personalità che l'aiuta a farsi degli amici.

Tristemente però, mentre farsi degli amici è abbastanza facile con un po' di esperienza, sentirne davvero la vicinanza non è facile—e questo può essere pericoloso. Forse sono io che sono cretino, ma per me la cosa più difficile dell'Asperger non è mai stata l'inettitudine a livello sociale, ma il disperante senso di "diversità" derivante dal fatto che, in una stanza piena di persone che dicono di adorare la tua compagna, tu ti senti solo. Non se ne parla molto, ma la depressione e l'Asperger vanno spesso a braccetto, ed è da questo connubio che è derivato il mio primo tentativo di suicidio. E non sono il solo. A seconda dello studio a cui fai riferimento, sono tra il sette e il 15 percento le persone che, ospedalizzate dopo aver tentato il suicidio, rispondono a una diagnosi per autismo. Questo lascerebbe anche intendere che la percentuale di persone autistiche nel mondo sia molto superiore all'uno percento che di solito si ipotizza.

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È molto, molto stressante guardare i tuoi amici, la tua famiglia e i tuoi colleghi allontanarsi da te perché hai infranto delle regole sociali o perché hai fatto piccoli errori che nessuno, tranne te, ha notato. E allora cominci a sentirti sempre meno il benvenuto, e non riesci nemmeno a chiedere cosa ci sia che non va, perché nessuno te lo dirà. Dato che non sei in grado di leggere i sottotesti sociali, vivi con una sensazione viscerale che ci sia un problema che non sei in grado di comprendere.

Questo significa che le persone che soffrono di Asperger dubitano in continuazione di se stessi. Se c'è una cosa che ho imparato dalla mia condizione, è che le sensazioni institive possono essere sbagliate, perciò non solo cominciare a fare gli stronzi con qualcuno perché penso che mi abbia trattato male non farà che farlo allontanare—ma non è affatto detto che mi abbia trattato male. La cosa peggiore è che se ho le abilità sociali di un bambino, sono però spesso consapevole che le cose stanno andando a rotoli, ma non sono in grado di risolvere la situazione o parlarne. Resto totalmente sconcertato quando gli amici non vogliono uscire con me o non vogliono più parlarmi. Per quanto vari di persona in persona, molti amici con l'Asperger mi hanno confermato di provare lo stesso smarrimento.

Un'amica mi ha detto che l'unico modo in cui è riuscita a gestire la pressione della società è stato "cominciare a fottermene." Ma è più facile dirlo che farlo.

Ma mentre le persone vere con l'Asperger stanno cercando lentamente di comprendere le regole non scritte della condotta sociale, i personaggi pop come Sheldon Cooper di Big Bang Theory o il pilota superfigo ma ultraviolento impersonato da Ryan Gosling in Drive non fanno che propagare gli stereotipi. Vivere con l'Asperger è molto diverso, eppure sembra che siano quelle le uniche rappresentazioni che ci interessano.

Sarebbe bello se, invece che metterla in scena per strappare una risata, la cultura pop potesse concentrarsi sull'altro lato dell'Asperger: il maggiore rischio di problemi mentali, l'assenza di autostima e anche la spinosa questione dei tentativi di suicidio. La cosa più importante da tenere a mente, sia per la cultura pop sia per diventare amici di una bestia mitologica nota come "persona con l'Asperger", è che siamo tutti diversi, e che facciamo del nostro meglio per stare al passo.

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