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Curiosamente, quest'anno la classifica di RSF è stata accolta in Italia con un misto di indifferenza e scetticismo. All'indomani della pubblicazione, infatti, diversi giornali si sono interrogati sul livello di credibilità di questa classifica e hanno analizzato i modi in cui viene stilata.Come è già stato spiegato, si tratta di un insieme di metodi qualitativi e quantitativi: il primo ottenuto grazie a un questionario in cui associazioni, gruppi, e giornalisti in tutto il mondo scelti da RSF vengono chiamati a dare a sei argomenti un punteggio da 1 a 10; il secondo tiene invece conto del numero di giornalisti uccisi, arrestati, minacciati, e licenziati nel paese di riferimento.Si tratta quindi di un metodo complesso e nel quale la soggettività svolge un ruolo importante. Per questo, in sostanza, una classifica del genere dovrebbe essere usata più come un indicatore che come una bibbia.Questo sembrano saperlo bene i giornali e i giornalisti italiani, che in effetti si sono perlopiù limitati a riportare la notizia senza dargli troppo spazio e senza calcare la mano su considerazioni catastrofiche sullo stato della nostra stampa. Alcuni, invece, hanno preferito fare del sarcasmo sul tema.Per processo a me e a Nuzzi la — emiliano fittipaldi (@emifittipaldi)20 aprile 2016
L'allarme sull'Italia al 77esimo posto nella classifica della libertà di stampa è una delle tante scemenze garantite dalla libertà di stampa
— Christian Rocca (@christianrocca)20 aprile 2016
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