"Rogue One" è il peggiore Star Wars che io abbia mai visto

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"Rogue One" è il peggiore Star Wars che io abbia mai visto

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Se vi siete gasati guardando le anteprime di Rogue One tanto meglio per voi. Io personalmente—esclusa la scena dei camminatori AT-AT che avanzano su un atollo del Pacifico—negli ultimi mesi ho grosse difficoltà ad eccitarmi per i nuovi Star Wars. Look pessimi, nessuna spada laser, bande di cosplayer post-apocalittici degne di una serie web che vuole vantarsi perché dispone di un budget abbastanza elevato da includere anche scene con degli Stormtrooper… Insomma, da qualche tempo, non mi vergogno più del mio scarso entusiasmo nei confronti del film di Gareth Edwards, il tipo che è riuscito a trasformare i film con i Kaiju in melodrammi terribilmente noiosi. Immagino, quindi, che sia questa la prospettiva attraverso cui la Disney e Lucasfilm abbiano deciso di filmare degli AT-AT in un atollo del Pacifico. Da parte mia, non avevo alcun bisogno di un nuovo film. Ci sono già diversi videogame e fumetti che hanno rappresentato quasi tutte le fantasie che potevo farmi sull'universo di George Lucas non ancora comparse nei film. E andava bene così. Quindi, ecco le mie prime impressioni nei confronti di Rogue One: un film che tratta elementi di cui avevo già letto e visto molte altre volte. Speravo almeno che la storia potesse aggiungere qualcosa di più. Avevo anche deciso di vedere il film con i miei amici—un rituale elaborato in occasione dell'Episodio II: ognuno di noi, era andato a New York nel 1999 per vedere La minaccia fantasma prima della sua uscita in Francia. Qualche rimpianto? Nessuno. Tuttavia, mi pento di aver finalmente concesso un po' di credito a Gareth Edwards, andando a vedere Rogue One il lunedì mattina per l'anteprima, sapendo già che lo avrei visto di nuovo mercoledì con gli amici e sabato mattina con mio figlio—come avevo fatto con Il Risveglio della Forza lo scorso anno. Ebbene sì, un po' me ne pento.

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Che conosciate o meno la storia di Anakin Skywalker e della sua caduta nelle braccia del Lato Oscuro, in generale, dovreste sapere cosa succede alla fine di Rogue One. Ma non ho intenzione di farmi odiare spoilerando il film che tanto vi consiglio di non andare a vedere. Raccomandazione che comunque lascia il tempo che trova—e la Disney lo sa bene—perché com'è successo per Il Risveglio della Forza, tutti andranno a vedere la prima "Star Wars Story" lo stesso, al di là delle recensioni della critica—non fosse per altro che, a Natale, nelle sale non ci sarà molto altro di interessante rispetto a Monster Cars.

Anche io ho rispettato religiosamente questa simpatica tradizione quando è uscito Il Risveglio della Forza ma, in questo caso, credetemi, non ha molto senso farlo. Ebbene sì, i nostri riescono a rubare i piani della Morte Nera e poi muoiono tutti. Bene, possiamo passare tranquillamente a Episodio IV. Insomma, avrei preferito avvertire un po' di eccitazione mentre mi veniva raccontata questa storia, piuttosto che cercare dolorosamente di ritrovare un po' di Star Wars in oltre due ore di battaglie spaziali condotte da eroi di cui non conosco le motivazioni ma che apparentemente sembrano determinati a recuperare i piani dei loro nemici e andare al creatore.

Tuttavia, ci sono molti elementi non necessariamente spiacevoli in Rogue One. Il design delle astronavi è riuscitissimo. Possiamo ammirare un gruppo di alieni e droidi ispirati direttamente dai disegni preparatori di Ralph McQuarrie come ogni fan ha sempre sognato di vedere nei film. Mi piacciono i nuovi pianeti rappresentati e, a volte ho pensato che sarebbero stati la scelta di Terence Malick se avesse lavorato con Star Wars. A volte penso anche che Gareth Edwards abbia voluto ammiccare alla storia del cinema incorporando elementi lynchiani nel suo film—tra cui tutto ciò che circonda il personaggio ridicolo di Forrest Whitaker.

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Ma se da un lato, da buon "cinefilo", apprezzo tutti questi riferimenti, dall'altro, dato che tutti i personaggi di Rogue One alla fine muoiono, speravo soprattutto di avvertire un po' di empatia per loro. L'empatia sarebbe l'unico elemento che potrebbe portarci a fottercene qualcosa di questa storia di ribelli che devono rubare i piani della Morte Nera ambientata appena prima dell'Episodio IV. Questo era tutto ciò che volevo.

Tutto quello che ho avuto, invece, è solo un enorme vuoto in cui si stagliano personaggi privi di carisma—Diego Luna e Felicity Jones fanno pena e i due attori aggiunti per strizzare un occhio al mercato asiatico non sono di certo meglio—ricordando, lungo tutta la durata del film, che "la ribellione è basata sulla speranza." Per i neofiti, ricordo che il sottotitolo del primo Star Wars era Una nuova speranza. Sembra che ce lo vogliano far capire a forza. Il trucco è ripetuto circa dieci volte nel film, in maniera decisamente goffa, a dimostrazione del fatto che si tratta palesemente dell'unica idea avuta da Gareth Edwards e dai suoi sceneggiatori per aggiungere un qualche contenuto al loro film. D'altro canto, apporre il marchio di Star Wars sopra ad un prodotto permettere di salvare facilmente anche un film mediocre o senza alcun valore (si veda: Il ritorno dello Jedi, La minaccia fantasma e Il risveglio della Forza.)

Dopo l'anteprima, ho pensato che Rogue One si sia dato la zappa sui pedi da solo negando proprio questa identità: sarebbero bastati almeno tre elementi per provare ad inserirsi con più determinazione nella memoria epica della saga:

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1 / Un riassunto scritto all'inizio del film.

2 / Più riferimenti alla musica di John Williams, un trademark inscindibile della saga, a differenza di quanto sembra pensare Disney, che preferisce dare carta bianca a questo compositore strappalacrime, Michael Giacchino.

3 / Dei riferimenti più coerenti alla vicenda che circonda i film. Roba più significativa di qualche accenno sbrigativo a Bail Organa—bisogna essere davvero dei geni per pensare che Jimmy Smits sia l'attore più di classe del cast—un inutile R2-D2 messo in un angolino dello schermo, due mezze paroline su Obi-Wan e Leia che sembrano uscite da un trailer di Final Fantasy XIII. L'unico personaggio con un po' di senso è Wilhuff Tarkin—un Peter Cushing tutto sommato convincente—non sempre valido tecnicamente ma che offre qualche buona sequenza di umiliazione del cattivo del film, la cui presenza è completamente insignificante.

Con questi tre accorgimenti, Rogue One si sarebbe inserito in maniera un po' più efficace all'interno della mitologia. Ma da quanto ho capito, non era desiderio della Disney, né di Gareth Edwards. Forse memori delle critiche subite l'anno scorso da J.J. Abrams, che con Il Risveglio della Forza si è accontentato di offrire una riproposizione poco ispirata della prima trilogia di Lucas, lo studio e il cineasta hanno cercato di cancellare l'identità di una saga di cui sembrano vergognarsi. Perché? Forse perché sono dei cretini senza fiducia in loro stessi che hanno pensato che dando un'identità propria a Rogue One, per quanto mediocre, non sarebbero andati incontro a eventuali critiche relative a un episodio poco ispirato.

Ve ne frega ancora qualcosa di Rogue One? La riposta è no, ovviamente. Se volete vedere un bel film di battaglie spaziali dovrete aspettare il prossimo Guardiani della Galassia. Ok, non avrete AT-AT nè funghi nucleari, ma almeno avrete una galleria di personaggi un po' più interessanti e qualche sequenza sicuramente più eccitante. Rogue One, invece, aspetta i cinque minuti finali per arrivare al sodo. Sì, proprio il momento preciso in cui si è quasi nell'Episodio IV. Siamo onesti, Il Risveglio della Forza era irritante per il modo in cui si inseriva nella saga, ma almeno si salvava dal dimenticatoio.

Star Wars vive in me da 35 anni, a volte contro il mio volere. Lavoro da VICE da circa otto anni e ho sempre cercato di dissimulare questa passione imbarazzante. Adesso che ho l'occasione di scrivere un pezzo in proposito, mi sarebbe piaciuto parlarne bene. Ma di fronte a un film che mi ha fatto pensare a un fumetto che avevo già letto e subito rimosso – e alcuni fumetti di Star Wars mi hanno lasciato davvero un bel ricordo – devo dirvi che Rogue One sarà il peggiore Star Wars che abbiate mai visto. Oggi, per la prima volta, Star Wars somiglia a quello che doveva essere in origine, ma che nessun episodio della saga è mai stato: un Blockbuster da dimenticare in un paio di mesi. Probabilmente molti ne resteranno sorpresi – effetto Gareth Edwards, effetto "diverso", il lato "oscuro" (col cazzo, se permettete). Ma quanti di quelli che si sono meravigliati davanti a Batman vs Superman o anche al Cavaliere Oscuro li porteranno ancora con sé tra 30 anni?