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LAVORONonostante i proclami di Matteo Renzi sui presunti effetti miracolosi del suo Jobs Act, il 2015 non è stato un anno troppo esaltante per il lavoro in Italia. E gli sfinteri che hanno accolto la solita litania riguardante la disoccupazione sono stati quelli dei giovani. La disoccupazione giovanile, quella tra i 15 e i 24 anni, rimane su quelli che l'OCSE ha definito livelli "inquietanti": quasi al 40 percento. In questo caso, inoltre, una sbandierata iniziativa come Garanzia Giovani si è rivelata un fallimento.Le cose non vanno meglio per chi è nella fascia d'età tra i 25 e i 29 anni: l'Italia è il peggior paese del continente per quanto riguarda il tasso di attività di questa fascia, in cui il 66.9 percento è occupato, contro l'82 percento dell'Unione Europea. Come ha scritto il Sole 24 Ore, significa "un capitale di under 30 disperso tra trasferimenti all'estero, forme di lavoro atipico e, appunto, la disoccupazione de facto di chi non lavora né è alla ricerca attiva di impiego."Ma l'aspetto peggiore di essere un giovane che lavora nel 2015 è il futuro che ci aspetta. Stando all'INPS, i trentenni di oggi smetteranno di lavorare (forse) a 75 anni, e prenderanno una pensione misera. Finalmente abbiamo una certezza: in pensione non ci andremo mai.Istat. In un anno più 325mila posti di lavoro. Effetto — Matteo Renzi (@matteorenzi)30 Settembre 2015
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