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Attualità

I Griffin hanno 20 anni e ancora non si capisce se siano geniali o imbecilli

Il cartone di Seth MacFarlane ha compiuto vent'anni il primo febbraio, ma gli interrogativi a riguardo sono sempre gli stessi.
Peter Griffin angelo e diavolo
Illustrazione di Lia Kantrowitz.

A vent'anni dalla nascita, la serie animata di Seth MacFarlane, I Griffin, vanta ancora una media di 2,4 milioni di telespettatori USA a puntata. Nata come sitcom parodica, la serie è ora un oggetto di culto e divide quanto le questioni politiche più importanti.

Chi lo odia, in genere, non capisce l'umorismo, oppure sostiene che le battute su stupri, gay, ebrei, disabili, trans, musulmani e malati di AIDS siano talmente repellenti da rendere quasi dolorosa la visione. Chi lo ama, dice che le parti offensive sono quelle che rendono I Griffin, be', I Griffin, e che non bisognerebbe prenderla male ma semplicemente guardare. Todd VanDerWerff giustamente dice che "a un certo punto, ciascuno di noi ha deciso se è fan dei Griffin o meno."

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Il secondo episodio della sesta stagione dei Griffin rende bene l'aspetto controverso della serie. Non c'è altro modo di dirlo se non questo: Quagmire, amico di Peter Griffin, stupra Marge Simpson. Lei lo spinge via e scappa fuori dallo schermo, lui la insegue con i pantaloni alle caviglie. Qualche istante dopo tornano in scena insieme e lui dice, "Non è stato così male, no?" Marge risponde che è stato "fantastico" e si mettono a letto. Quando Homer li scopre, Quagmire uccide tutti i Simpson.

Negli Stati Uniti la scena non è andata in onda, ma in Canada sì, ed è anche finita nel set di DVD e nelle repliche. MacFarlane ha detto che gli studios l'avevano censurato perché era un attacco "troppo personale" ai Simpson. MacFarlane invece lo leggeva come una vendetta per l'episodio in cui Matt Groening lo accusava di "plagio."

Cos'altro si può aggiungere su una serie i cui autori pensano che non ci sia niente di sbagliato nel portare avanti un 'litigio' con una scena di stupro, e i cui animatori e producer non vedono niente di male nel realizzarla? Una battuta sullo stupro non è automaticamente troppo oltre?

Dall'altra parte, perché concentrarsi su questo quando si parla de I Griffin? Perché non concentrarsi piuttosto sul fatto che con questa serie MacFarlane è diventato, a soli 24 anni, il più giovane produttore esecutivo nella storia della televisione? Perché non parlare degli otto Primetime Emmy, e dell'unica nomination per Outstanding Comedy mai ricevuta da un cartone animato dai tempi dei Flinstone? E della lotta del programma per resistere nonostante due cancellazioni? Perché non parlare dei cameo assurdi e di tutte le risate che ci ha fatto fare?

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Peter McGraw, direttore del Boulder's Humor Research Lab della University of Colorado, ha una teoria a riguardo.

Per il suo libro The Humor Code ha parlato con centinaia di persone che sono "divertenti" per lavoro, e ha identificato due punti di vista ricorrenti su quello che rende una battuta divertente. "Un modello è quello di chi pensa che i comici non dovrebbero fare del male a nessuno," mi ha detto. "E l'altro è quello di chi pensa che non dovrebbero esserci limiti, che i limiti sono dettati solo dal pubblico. Se non ridono, non avrai molto futuro."

McGraw, nel libro, usa una metafora per spiegare la differenza tra le due ideologie. La fazione "senza limiti" pensa che la comicità sia come un termometro, e la fazione "non fare del male" pensa che sia un termostato. La battuta può misurare la temperatura della stanza andando in cerca della risata, oppure usare la risata per aggiustare la temperatura. In pratica, o le battute cambiano il modo di pensare delle persone, o rivelano quello che le persone già pensano. E I Griffin sono un test per capire di quale delle due fazioni fai parte, un po' come la tua opinione sull'aborto è un indicatore di chi voti.

Per essere chiari: qui non stiamo discutendo del fatto che si possa o meno ridere dello stupro. Alcuni survivor usano la comicità per affrontare il ricordo delle molestie, e comici di fama come George Carlin sono stati applauditi per il loro approccio sensibile alla materia. Altri dicono che scherzarci sopra può scatenare memorie traumatiche nel pubblico. In ogni caso, la gag di Quagmire oltrepassa un limite per chiunque pensi che la comicità è anch'essa responsabile di stabilire cosa è accettabile per la società e la cultura.

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Una volta che quel confine è oltrepassato senza remore, MacFarlane e il suo programma si situano definitivamente al di fuori della fazione "non fare del male". Chi crede nel "senza limiti" se ne frega di una battuta non riuscita, e alla fine è solo un cartone animato, nessuno è stato davvero stuprato. E il fatto che ci siano 5,2 battute al minuto aiuta a passare oltre senza farsi domande. McGraw compara gli effetti sulle due fazioni a quelli di farsi fare il solletico da un amico o da un vecchio in impermeabile—nel primo caso ridi, nel secondo ti fa schifo.

I comici approfittano di questo gap culturale in tempo reale. Da una parte c’è Louis C.K., che ha fatto incazzare parecchi suoi colleghi con il suo improvviso ritorno sulle scene dopo aver ammesso le proprie colpe nelle accuse di violenza emerse lo scorso anno. E dall’altra c’è Hannah Gadsby, che riconosce il potere che ha la risata di ferire le persone e di rendere la società un posto peggiore—o migliore. Lou Wilson, un comico di base a LA, si riconosce in questa dicotomia. Wilson ha detto a VICE, “Se faccio una battuta che fa ridere tutti in sala, ma ferisce anche solo una persona, per me quello rovina tutto. Era una brutta battuta.”

La tendenza sempre più diffusa di accettare questa linea di pensiero potrebbe spiegare perché sempre meno persone guardano I Griffin. Secondo Nielsen lo show avrebbe raggiunto il picco di 12 milioni di spettatori a puntata durante la prima stagione, mentre nel corso della stagione numero 16, andata in onda tra il 2017 e il 2018, ne avrebbe totalizzati solo 3,52 milioni a episodio. I Griffin, e in generale le apparizioni di MacFarlane al di fuori dello show, probabilmente fanno l’effetto ‘vecchio con l’impermeabile’ a sempre più persone. Ripensiamo per un attimo alla sua ode al seno agli Oscar del 2014, o a quella trama secondaria in cui c’è un alieno in grado di sprigionare droghe dello stupro in The Orville. Oggi questo tipo di spettacolo disgusterebbe molte persone, soprattutto all’indomani dell’era del #MeToo.

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Ovviamente, ci sono tantissimi motivi che giustificano questo cambiamento, dal cosiddetto “perpetual rut” [monotonia perpetua, NdT] dello show, come l’ha descritto John Hugar di Vulture, fino al semplice fatto che il mercato contemporaneo è molto più frammentato rispetto a 20 anni fa e che oggi ci sono molte più serie animate per adulti.

Il mio collega Angus Harrison ha identificato i tre grandi meriti dei Griffin: ritmo, identificazione e colori vivaci, e nel 2019 ci sono show che possono decisamente battere la serie su tutti questi fronti, senza i suoi lati negativi. Rick & Morty e Big Mouth, per esempio, sono entrambi diretti, divertenti ed esilaranti quanto i Griffin ma ci risparmiano le battute che riaffermano gli stereotipi dannosi e violenti nei confronti dei gruppi ai margini della società. Bojack Horseman batte i Griffin in quanto a battute al minuto e riferimenti pop. Steven Universe ha colori più accesi e ha una colonna sonora molto più bella. E South Park va avanti da molto più tempo dei Griffin, ma è attuale ancora oggi.

A metà gennaio, è andata in onda una puntata dei Griffin in cui Donald Trump aggredisce sessualmente la figlia di Peter, Meg e la gente si è talmente infuriata che i produttori Rich Appel e Alec Sulkin, che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni per questo articolo, hanno difeso pubblicamente la scena. I critici della serie hanno accusato i produttori di aver rappresentato in modo osceno il Presidente degli Stati Uniti, e altri hanno usato il caso come prova per dimostrare che gli autori non hanno ancora imparato a fare ironia sui temi trasgressivi ai quali spesso si appigliano.

I produttori della serie hanno formulato un annuncio ufficiale in cui dichiarano che "elimineranno gradualmente" le battute omofobe. Mentre alcuni si chiedono come mai ci sia voluto così tanto tempo per arrivare a questa conclusione, non è poi strano se si pensa che I Griffin non hanno mai voluto essere quel famoso termostato. A loro interessa provocare reazioni forti, e sono sempre alla ricerca di quel qualcosa in grado di fare sogghignare 12, cinque o tre milioni di persone. I Griffin sono sempre stati e sempre resteranno il termometro, e non il termostato.