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Attualità

Il manuale del perfetto commento gentista su Facebook

Ho letto tutti i commenti sotto i post più virali della settimana, e questo è quello che ho capito.

Lo so che siete appena arrivati su questo articolo, ma provate a fare un esperiemento. Tornate sul vostro account Facebook e scorrete la timeline finché non trovate un commento o uno status contenente espressioni come "Questa è l'Italia", "italioti" o più semplicemente delle bufale.

Quanti secondi sono passati? Se siete sotto il minuto, complimenti: significa che avete un account Facebook con più di 100 amici e fuori è il 20 gennaio 2017 (se non succede, significa che c'è qualcosa che non va—o che siete l'admin di un gruppo che si occupa di acquari d'acqua salata).

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Comunque sia: se fate questo esperimento oggi, i contenuti ad alto tasso di gentismo che potete incontrare sono sostanzialmente tre.

Il primo, e forse caso più eclatante, è quello della foto nella quale si chiede di chiudere Sanremo per aiutare i terremotati del Centro Italia: se sei d'accordo condividi. In pochissime ore, ha già superato abbondantemente le 70mila condivisioni.

Il secondo è stato capace di andare oltre i tre milioni di views in 48 ore: è il rant dall'Abruzzo dell'attore comico Antonio Lo Cascio—finito anche su Canale5— che, sotto la neve, si scaglia contro i soldi degli aiuti via sms "che non sono ancora arrivati", chiudendo con un affranto "Vaffanculo a tutti, governo di merda, rotture di cazzi."

Il terzo, infine, è un caso un po' più di nicchia, circola da alcuni mesi su pagine indignate ed è la foto di un ragazzo di colore che gioca alle slot machine—anzi, DAVANTI a una slot machine. Negli ultimi giorni la foto è stata ripostata dalla pagina "Italiani nel mondo", superando le 80mila condivisioni e generando un backlash molto acceso nei commenti.

A caratterizzare questi post, però, più che le condivisioni sono appunto i commenti. In primo luogo perché argomenti di questo tipo si prestano all'interazione, e secondo perché interventi del genere—anche piuttosto violenti—si trovano ormai ovunque, che sia un post di Repubblica o uno status della Kyenge da Strasburgo.

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Proprio per questo, ho passato gli ultimi giorni a leggere TUTTI i commenti di questi tre post e a screenshottarli per creare una specie di manuale—da aggiornare costantemente—sul Commento Gentista su Facebook.

QUELLI CHE USANO ESPRESSIONI COME ITALIOTI/POPOLO DI PECORE/PARACULATI

Nella lingua del malcontento su Facebook, esistono alcune espressioni chiave che non è possibile non usare. In genere esprimono concetti d'autocritica nei confronti degli italiani, e della classe che li rappresenta. Tra queste: "italioti", "appecoronati", "popolo di pecore", "pecoroni", "paraculati". Sono i sintomi del commento gentista, perciò sono perfetti per iniziare il nostro viaggio. Che ci porta a incontrare:

QUELLI CHE SE LA PRENDONO COI BUONISTI/LA SINISTRA/GLI INTELLETTUALI

Ovvero una delle categorie leader: se ci fosse una classifica a 20 squadre degli argomenti più usati nei commenti sotto a post del genere, l'odio contro buonisti, intellettualoidi, sinistrati e Laura Boldrini sarebbe come minimo in zona Champions. Nel 70 percento dei casi i buonisti sono "finti".

"W IL DUCE"

Se da un lato esiste il fenomeno del "Condividi e scrivi amen," che ci regala paginate di "Amen" su Facebook che a guardare lo schermo da un po' più lontano sembra una falange di formiche nere, dall'altro la sua radicalizzazione spontanea porta non solo a richiamare i fasti del fascismo, ma a farlo con una formula codificata—e non mediata dalla creatività personale. Molto interessante la variante con emoji bomba.

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QUELLI CHE VOGLIONO FARTI APRIRE GLI OCCHI

A un certo punto della nostra vita internet, abbiamo cominciato a prendere per il culo "la gente" e a mutuarne ironicamente il loro stile (off topic: non fa più ridere dal 2013). E così, insieme all'immortale "1!11!!!" per esprimere forte concitazione e/o complottismo di vario tipo, è nato anche il tormentone "Sveglia!!". Ebbene: è ancora uno dei più gettonati, e si accompagna a un altrettanto immortale "Aprite gli occhi".

QUELLI CHE "QUESTA È L'ITALIA"

Variante standard del "Popolo di pecore", il commento "Questa è l'Italia" funziona molto in post che riguardino lamentele generiche, lo sperpero pubblico di denaro—ovviamente negato ai terremotati e chi ne ha più bisogno—e le foto con migranti che fanno cose che non siano spalare la neve in Abruzzo. Funzionano molto anche le emoji vomito/lacrime e la bandiera italiana.

QUELLI CHE SEMBRANO FAKE

"Aspetta sì questo sta perculando." *apre il profilo* Foto con il cane, lavora presso: me stesso, inviti a firmare petizioni e condivisione di foto della panetteria locale che augura un buon 2017. *chiude il profilo* "No, è tutto vero."

E LO STATO/IL GOVERNO/GENTILONI/RENZI/MICHELE SERRA CHE FA??

Così come per "!111!!!1" e per "SVEGLIAA", "E Renzi ke ffa??" e sue declinazioni è diventato uno dei tormentoni creato da NOI ELETTI per prendere in giro gli ANALFABETI FUNZIONALI vittime delle FAKE NEWS prodotte dalla POST-VERITÀ. La dura verità, però, è questa: dopo tre giorni di screening su tre post che esplodevano di gentismo random, ne ho trovato soltanto uno. E ce l'aveva con "la stampa prezzolata". Fatevene una ragione.

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I CREATIVI

Questo nuovo gruppo è il primo della nostra bonus track, e si distingue da quelli sopracitati per un modo tutto nuovo di esprimere il proprio odio nei confronti del "diverso". Affascinato dal mondo dei meme e dalla simbologia istintiva mediata dall'uso dell'immagine, non disdegna il lirismo ("Italiani cogliocloni") e le allegorie (un arbitro col cartellino rosso per dire "espellere").

Da segnalare—in questo insieme—la volontà non solo simbolica, ma anche pratica, dell'approcciarsi al 'problema': così c'è chi suggerisce il paragone coi "cinghiali neri", invoca la fine di "u tempu di chiacchiere" con una foto del "Capo dei Capi" o con l'utilizzo del "Butangas". O, molto sobriamente, con la foto del lager col logo di Annozero nel cartello.

QUELLI CHE CITANO BELLO FIGO

È la versione "2017" di quelli che sembrano fake.

QUELLI CHE USANO LE EMOJI PER ESPRIMERE CON ESTRO CONCETTI VIOLENTI 

Se per i "creativi" questo nuovo modo di esprimersi è la conseguenza diretta dell'approcciare i social con un linguaggio violento, nel caso di quelli che usano le emoji l'evoluzione compie un passetto in più, e diventa direttamente quella stessa lingua moderna che conosciamo nella nostra quotidianità. Con la differenza che la mano aperta vuol dire "A NOI".

Alcuni esempi: "W il Duce [pollice ok]", "Io preferisco più [pollo - agnello - pizza - patatine - anguria - ciliegie - sci - bacio - scarpe - dollaro - casa", "[Gatto smorfioso] che bella vita che fanno [palma - foglie - scimmia]", "Ci vuole la benzina [pompa di benzina]", "[sorriso - lamentela - diavolo - palma - Repubblica Domenicana]".

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Ma soprattutto, il caso di "Io gli metterei una bomba nel cappello [cilindro - esplosione]".

I METODICI

Non è detto che non si potesse odiare in modo sistematico anche prima di Facebook e del Corriere del Corsaro. Il fatto però che la tecnologia ci aiuti a perfezionare queste performance, e a renderle pubbliche, è del tutto nuovo.

In questo caso, scegliendo chi consiglia la cura di "Decespugliatore e rastrello" o una sessione di "10 ore di piccole in miniera per 6 giorni," ho voluto selezionare solo quelli che mi hanno fatto pensare fra me e me "ma PERCHÉ", o "che precisino!". O che sarebbero stati una perfetta candidatura per un posto da ingegnere presso l'Organizzazione Todt.

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