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salute

Alla ricerca della vagina perfetta

Dai filler cosmetici alla labioplastica, abbiamo chiesto al massimo esperto italiano che interventi chiedono le donne per migliorare i propri genitali.
vagina perfetta
Foto via Flickr (CC BY-SA 2.0).

Quando mi ritrovo a conversare con uno dei massimi esperti italiani di medicina estetica femminile, la domanda mi sorge spontanea: "Esiste la vagina perfetta?" "Assolutamente no," mi risponde il dottor Marco Bartolucci. "Sebbene ci sia una sorta di regola sui giusti rapporti anatomici, soprattutto per quanto riguarda la sporgenza delle piccole labbra, la perfezione non esiste." Ciononostante, tra filler cosmetici e interventi laser, nell'ultimo triennio i trattamenti estetici genitali sono un trend in crescita tra la popolazione femminile.

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A Marco Bartolucci—direttore sanitario del centro Sotherga, punto di riferimento per i trattamenti laser vulvo-vaginali in Italia, nonché ospite fisso di Detto Fatto su Rai2, da cui elargisce consigli di estetica e benessere—si rivolgono donne di tutte le età, le etnie e le estrazioni sociali. Ma dovendo stilare un identikit della paziente tipo, il profilo che Bartolucci costruisce è "self-made woman di più di 40 anni, con una buona posizione lavorativa, mediamente benestante, single." Una cliente su tre viene dal nord Italia (Lombardia in testa), appartiene a contesti metropolitani e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, vive una sessualità serena.

“Capita spesso che le pazienti arrivino in studio per un motivo e finiscano per esprimere altri desideri, come ad esempio un trattamento intimo," mi racconta durante la nostra intervista telefonica. "Molte vengono su consiglio delle amiche, altre perché lo hanno letto su qualche rivista o ne hanno sentito parlare in tv," ed è allora che il lavoro del medico assume carattere investigativo, perché si tratta di scoprire cosa c’è dietro la richiesta della paziente.

Come mi racconta Bartolucci, nel contesto della medicina estetica genitale femminile a volte è difficile stabilire la discriminante tra problemi fisiologici e disturbi d’origine psicosomatica; e per capire più a fondo è bene mantenere un approccio 'olistico'. Ma per ogni questione che riguarda l’apparato genitale femminile c’è uno specialista di riferimento: per la labioblastica riduttiva, che si esegue col bisturi, c'è il chirurgo estetico. Per le disfunzioni vaginali, bisogna consultare il ginecologo, che è anche l’unica figura professionale autorizzata a prescrivere cure topiche e sistemiche, o a suggerire percorsi terapeutici alternativi alla farmaceutica. Come i trattamenti laser, che rispondono alla doppia logica di un miglioramento funzionale ed estetico dell’apparato genitale.

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Tali trattamenti vengono principalmente messi in atto per risolvere gli effetti secondari dell'atrofia, cioè la perdita di tono ed elasticità del canale vaginale conseguente alla menopausa o a importanti alterazioni dell'equilibrio ormonale: secchezza, prurito e fastidio durante la penetrazione. Bartolucci è anche referente italiano per la divulgazione della tecnologia Syneron Candela, un'azienda americana che produce e commercializza un macchinario all’avanguardia per gli interventi laser alla vagina, ed è sempre lui a spiegarmi il funzionamento della tecnologia applicata dal suo team (non essendo specialista ginecologo bensì medico estetico, Bartolucci non si occupa della somministrazione diretta di questi trattamenti).

Il raggio laser—veicolato mediante un applicatore simile a un dildo—riattiva le cellule del tessuto connettivo che producono collagene ed elastina, stimolando la produzione endogena di fibroblasti per la salute della mucosa vaginale. Se impiegato a uso esterno invece, lo stesso applicatore agisce sulla vulva, stimolando la rigenerazione dell’epitelio necessaria al trattamento della discromia (alterazione nella pigmentazione) delle piccole e grandi labbra, e dell’ispessimento dell’epidermide causato, ad esempio, dall'episiotomia (incisione vuvlo-vaginale per facilitare il parto). In genere bastano tre brevi sedute e poche centinaia di euro per risolvere il problema.

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Un'equipe come quella del dottor Bartolucci comprende anche sessuologi e psicoterapeuti, chiamati in causa nel momento in cui c'è il sospetto che le donne che gli si rivolgono nascondano storie più complesse, come nel caso estremo delle vittime di violenza e abusi sessuali. "Capita raramente, ma capita," mi dice, "e i segnali sono inequivocabili." Come nel caso di pazienti infastidite dall'inevitabile contatto fisico col medico; o di donne che, nel tentativo disperato di rimozione di uno scomodo vissuto, si accaniscono sul restyling del proprio aspetto fisico.

Perlopiù, nella prassi quotidiana, il dottor Bartolucci si dedica ai i filler cosmetici all’acido ialuronico per rimpolpare le grandi labbra e rimodellare il monte di Venere: dal 2016 ne ha realizzati tra i 60 e i 100 all'anno. Le sue primi clienti, nonché pioniere assolute dell’innovazione del filler, sono state escort, spogliarelliste e ballerine di lap dance che transitavano dai club di zona al primo studio dove ha lavorato, in via Larga, storico red district della città di Milano. Poi la sindrome della vulva soda e carnosa ha contagiato anche altre donne, e il porno ha fatto il resto—perché ormai pure chi non se l’è mai guardata allo specchio ne ha probabilmente vista una in video.

Nel 2008 la regista britannica Heather Leach già attribuiva la colpa incosciente all’industria a luci rosse nel documentario The Perfect Vagina, un viaggio verso l’El Dorado della vagina perfetta "tight, tuck and hairless", ovvero stretta, nascosta e glabra, come quella delle pornostar. Le donne inglesi, soprattutto le più giovani, pare siano particolarmente sensibili all'argomento, tanto da aver sollecitato già dieci anni fa l'attenzione del National Health Service, allarmato per l'aumento degli interventi di correzione estetica vulvo-vaginale (1.000 nel 2008, il 70 percento in più rispetto all'anno precedente).

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Non solo un'esposizione di questo tipo può spingere a dare troppa importanza a canoni di 'fotogenia ginecologica', ma può anche portare a pensare che la propria conformazione fisica sia causa di una vita sessuale scadente (diversi i casi ovviamente in cui la conformazione della vulva rende doloroso il rapporto, per esempio con piccole labbra troppo sporgenti).


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E gli uomini invece? Come si pongono riguardo ai trattamenti estetici genitali che li riguardano in prima persona? Bartolucci mi risponde che diversi sono i casi di uomini che si rifanno tranquillamente il pene, ostentando persino un approccio più pragmatico e diretto delle donne. Il trattamento più gettonato sono le iniezioni di PRP (plasma arricchito di piastrine) per aumentare la turgidità del pene a riposo e in erezione. E, nel caso in cui sia un po’ storto, non esitano a ricorrere alla chirurgia dedicata, la falloplastica.

Secondo Bartolucci, il dato, maschile o femminile, non è affatto sorprendente. "Il mondo si divide tra chi ammette il proprio disagio e concepisce la possibilità di interventi migliorativi, anche se non indispensabili, e chi invece, di chirurgia estetica, non ne vuole proprio sentir parlare," spiega.

L'informazione mediatica, il progresso tecnologico, l'abbattimento dei costi e la facilità di accesso ai protocolli terapeutici stanno progressivamente riducendo questo gap. Ma non sarà che la tecnologia sta costruendo bisogni che non credevamo nemmeno esistere? E il restyling genitale non sarà mica un altro modo di stare al passo coi dettami satanici della moda?

In un certo senso, mi sembra di aver capito di sì.