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Tecnologia

Su 23 paesi, l’Italia è seconda per efficienza energetica

Secondo questo report, siamo subito dopo la Germania. Chi l'avrebbe mai detto.
Giulia Trincardi
Milan, IT
Grab via ACEEE

Secondo l'ultimo rapporto dell'ACEEE (American Council of Energy-Efficient Economy), l'Italia è al secondo posto per efficienza energetica nella classifica internazionale dei 23 paesi che consumano più energia. Il nostro paese si trova a pari merito con il Giappone, mentre in cima alla lista si trova la Germania.

L'obiettivo del rapporto, intitolato 2016 International Energy Efficiency Scorecard, è quello di esaminare le politiche e le pratiche che ogni nazione attua per favorire l'efficienza energetica, termine con cui si fa riferimento a tutte quelle tecnologie e sistemi che permettono di ottenere uno stesso risultato, consumando però meno energia rispetto a un periodo precedente. Se un'azienda riesce a fabbricare la stessa automobile con un minor impiego di risorse energetiche, per esempio, sarà considerata più efficiente.

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La riduzione dei consumi dei paesi più esigenti comporta un beneficio potenziale sia economico che ambientale. "I governi che incoraggiano investimenti per l'efficienza energetica e implementano politiche a sostegno della stessa fanno risparmiare soldi ai cittadini, si rendono più indipendenti dall'energia importata, e contribuiscono alla diminuzione dell'inquinamento," si legge sul rapporto dell'ACEEE. "Eppure, l'efficienza energetica resta ampiamente sottoutilizzata a livello globale, nonostante i molteplici benefici che comporta e il fatto che rappresenti potenzialmente l'unica risorsa in grado di soddisfare la crescente richiesta energetica del mondo."

Il rapporto prevede che ogni paese possa accumulare fino a un totale di 100 punti, che sono distribuiti equamente su quattro categorie di efficienza energetica diverse—l'impegno nazionale, l'edilizia, l'industria e i trasporti—suddivise a loro volta in 35 fattori specifici, come ad esempio l'efficienza degli impianti termici, la presenza di leggi sul consumo di acqua, gli accordi tra governi e aziende di manifattura sui consumi e via dicendo. Nessun paese ha totalizzato il massimo punteggio, ad ogni modo—benché sia stato dato il il numero massimo di punti per ogni categoria ad almeno un paese—: la Germania ha ottenuto un massimo di 73.5/100, raggiungendo per la terza volta consecutiva i risultati migliori per quanto riguarda le risorse nazionali spese a favore dell'efficienza energetica, mentre il paese con il punteggio più basso è stata l'Arabia Saudita (15.5/100).

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Il documento specifica anche che l'assenza di dati accertabili ha avuto un peso nell'analisi, non consentendo a certi paesi—come appunto l'Arabia Saudita—di ottenere una valutazione probabilmente più alta. I ricercatori dell'ACEEE hanno utilizzato i dati relativi a consumi e linee politiche raccolti da enti e organizzazioni come IEA, World Bank, World Energy Council, integrandoli con ricerche specifiche sul campo. Si sono poi confrontati con esperti in loco, chiedendo conferma del fatto di aver "avuto accesso alle informazioni più accurate," spiega il rapporto.

"I risultati ottenuti indicano che ci sono opportunità sostanziali di miglioramento per tutte le economie valutate," conclude l'introduzione del rapporto. Mentre per paesi meno sviluppati come Brasile, Messico e Sud Africa le politiche adeguate nei settori analizzati potrebbero essere implementate in questo momento di crescita economica, "le controparti più sviluppate potrebbero dare il buon esempio e attuare politiche ancora più ambiziose che riducano ulteriormente i consumi energetici."

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L'Italia, analizzata nello specifico a pagina 99 del documento integrale (a cui è possibile accedere gratuitamente dal sito dell'ACEEE), ha ottenuto un punteggio totale di 68,5 su 100, con un picco di 19 punti su 25 nel settore industriale. "L'Italia ha dimostrato il proprio impegno verso l'efficienza energetica nel settore industriale stabilendo obiettivi di risparmio energetico, chiedendo ai responsabili degli impianti di soddisfare questi obiettivi e rendendo obbligatorie verifiche periodiche," si legge nel rapporto. "L'area in cui l'Italia potrebbe migliorare in modo più significativo," prosegue l'analisi, "è quella dell'impegno statale." Benché il paese infatti si stia già impegnando a seguire le direttive dell'Unione Europea sull'energia, potrebbe, secondo l'ACEEE, aumentare i propri investimenti nel settore, perché "ha visto una riduzione del solo 9 percento nell'intensità energetica generale tra il 2000 e il 2013."

Alcuni paesi hanno effettuato salti più significativi dalle analisi precedenti dell'ACEEE, come per esempio gli Stati Uniti: dal 13° posto in classifica hanno infatti raggiunto l'8°, grazie all'applicazione di standard più rigidi per quanto riguarda i carburanti per i veicoli leggeri e pesanti, di programmi di tassazione e incentivi per incoraggiare l'efficienza e accordi tra governo e industria.

Il documento dell'ACEEE conclude offrendo diverse raccomandazioni perché ogni stato raggiunga obiettivi migliori; il punteggio medio internazionale raggiunto è infatti solo 51/100, un numero su cui si può decisamente lavorare ancora.