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La cattura del boss dei Los Zetas è davvero una vittoria nella guerra alla droga?

Potrebbe essere l'inizio di nuove violenze, così come la fine del cartello.

La foto segnaletica di Miguel Angel Treviño Morales, leader del cartello Los Zetas.

Lunedì è stato arrestato Miguel Angel Treviño Morales, il capo del cartello messicano Los Zetas. Identificato alla guida di un pick-up nella città di confine di Nuevo Laredo, trasportava fucili d'assalto e 2 milioni di dollari in contanti. A quanto pare, la cattura sarebbe stata portata a termine senza il ricorso alle armi e tramite l'intervento della marina messicana.

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Miguel-o "Z-40", com'è comunemente conosciuto-è diventato tristemente noto per aver ordinato la decapitazione di giornalisti che si erano esposti contro il cartello, orchestrato rivolte carcerarie e supervisionato personalmente il massacro di centinaia di migranti innocenti diretti negli Stati Uniti. Una specie di George Jung del Centro America, insomma, ma con un esercito personale che potrebbe rivaleggiare con quello di un piccolo Stato piuttosto che il collezionista di dolcevita raccontato da Hollywood.

Alla luce di queste informazioni, sarebbe comprensibile descrivere l'arresto del boss come "una grande vittoria nella battaglia contro i cartelli". Ma la sua cattura è davvero la vittoria gigantesca di cui molti parlano? Con Z-40 fuori gioco, le diverse fazioni all'interno del Los Zetas potrebbero approfittarne per preparare il proprio cammino verso la vetta dell'organizzazione.

È improbabile che il traffico di droga-il motore economico dei cartelli messicani-registri una battuta d'arresto solo perché un uomo, anche se molto potente, è stato arrestato. In realtà, è molto più probabile che l'arresto di Miguel dia il via a un'escalation di lotte per il controllo del mercato, generando un bagno di sangue ancora più profondo rispetto a quando Miguel aveva il controllo della situazione.

Ho contattato Steven Dudley di InSight crime, una ONG che si interessa dello sviluppo della criminalità organizzata in America Latina, per chiedergli cosa rappresenta l'arresto di Z-40 per il futuro del traffico di droga in Messico.

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Membri della marina messicana, gli stessi che hanno catturato Z-40. (immagine via)

VICE: La cattura di Z-40 è davvero "una grande vittoria nella guerra contro i cartelli della droga"?
Steven Dudley: A essere onesti non ho idea di cosa significhi una "grande vittoria" nella lotta alla droga. Ovviamente è un passo importante per frenare il clima iper-violento che il gruppo-e questo individuo in particolare-ha promosso. Non so se rallenterà il flusso della droga.

La violenza è in diminuzione?
Per molti versi, Z-40 era l'ultimo elemento che teneva insieme gli Zetas. La sua cattura può causare un'escalation di violenza all'interno di un'organizzazione che è già molto incline ad atti di questo tipo, e con lui fuori dai giochi la situazione è a rischio di rottura. Alcuni potrebbero tentare di controllare l'organizzazione colmando il vuoto di potere, inoltre ci saranno organizzazioni rivali decise a trarne vantaggio.

Se lei fosse un membro di uno di quei cartelli rivali, che piani avrebbe?
Penso che non ci sia dubbio alcuno che l'epicentro di quello che succederà in Messico sarà Nuevo Laredo, il principale valico commerciale tra USA e Messico. Ogni giorno è zona di passaggio per 10.000- 12.000 camion. È la punta di diamante in termini di traffico, in quanto fornisce un modo semplice per camuffare le merci in direzione nord e le armi e i soldi che vanno a sud. È un'area ad alta concentrazione criminale, che negli ultimi dieci anni è rimasta sotto il controllo degli Zetas.

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È lì che hanno catturato Z-40, giusto?
Sì, lui è originario di quella zona, è lì che ha iniziato a muovere i primi passi. Nuevo Laredo ha un sacco di vantaggi geografici; è isolata ed è difficile arrivarci senza che la gente se ne accorga. È in mezzo al deserto.

Per quanto riguarda la nuova leadership? Chi sarà il nuovo leader degli Zetas?
È un'organizzazione molto frammentata al suo interno. E non sono molte le voci abbastanza forti da riuscire a unire questi pezzi, come aveva fatto Z-40. Omar, il fratello più giovane, non sembra certo essere una di queste.

Così ora, senza un leader forte, queste divisioni potrebbero diventare ancora più marcate?
Esatto. Molti agiscono già in maniera indipendente all'interno del mercato della criminalità locale. Un ambiente molto redditizio, in rapida crescita e in cui è facile inserirsi. Quello dello sfaldamento sarà un fenomeno sempre più comune, tanto che potremmo trovarci con più Zetas-vedremo se cambieranno anche nome. Ma il marchio Zetas è molto importante: è la Coca-Cola della malavita.

Grazie Steven.

Un sospetto trafficante di droga, Messico settentrionale. (Foto dall'account Flickr Fondazione Knight)

Così, con Z-40 in prigione, sembra probabile che i cartelli esistenti e le fazioni indipendenti dei Los Zetas si faranno battaglia per il controllo del territorio. Il governo messicano sembra voler prevenire quest'ondata di violenza incrementando la sicurezza nella parte settentrionale del paese.

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Come mi hanno spiegato via email i titolari di "Count the Costs"-sito nato per quantificare i disastri della guerra alla droga-"quella delle 80.000 vittime [causate dalla violenza dei cartelli dal 2006 a oggi] è una stima al ribasso". Il governo messicano non rilascia infatti cifre esaustive, perché molte parti del Messico non hanno la capacità di monitorare efficacemente la situazione. Altro aspetto ancora è quello delle migliaia di persone "scomparse" nel corso del conflitto e che non sono ufficialmente morte, ma neanche vive.

Tuttavia non ci sono solo cattive notizie. Insieme a Steven, Adam Isacson della ONG Washington Office on Latin America crede che la cattura di Z-40 potrebbe richiedere un cambiamento di approccio del cartello, lontano dal caos del "grilletto facile" e verso una strategia più celata, calcolata.

Adam Isacson. (Screenshot via)

VICE: I messicani sono più al sicuro con quest'uomo dietro le sbarre?
Adam Isacson: In generale, sì. Con Z-40 si erano toccati nuovi livelli di spargimento di sangue, e la sua cattura potrebbe comportare l'aumento di nuovi narcotrafficanti, più "educati".

Crede che quest'approccio iper-violento potrebbe tramontare?
Esatto. E mi riferisco soprattutto alle azioni sui "civili". Penso che probabilmente avremo come modello il cartello di Sinaloa. Sinaloa non estorce, non rapina. Preferiscono corrompere i funzionari e mantenere la violenza al minimo per evitare di essere scoperti.

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I Los Zetas potrebbero seguire questo approccio, con una leadership diversa?
Penso sia il risultato che il governo messicano sta cercando di raggiungere prendendo di mira i leader più violenti piuttosto che quelli che non provocano troppi danni. Manda un messaggio alla comunità del traffico di droga.

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Ricapitolando: da un certo punto di vista l'arresto di Z40 è una cosa positiva: nessuno vuole pazzi omicidi in libertà. Ma se il suo fermo porterà a un picco di violenza prima di poter tornare a "livelli normali", cosa si può fare per indebolire i cartelli? Forse, il modo più efficace per smantellare simili organizzazioni criminali è togliere loro il prodotto più redditizio e la fonte primaria del potere: la droga stessa.

Lisa Sanchez, a capo della branca latinoamericana della fondazione Transform, interpellata sulla questione, sostiene che "L'arresto del boss è un passo avanti, ma si ignora il problema di fondo. Attraverso il proibizionismo, continuiamo a consentire ai cartelli di esercitare il monopolio completo sul commercio, finanziandolo e permettendo loro di minare le istituzioni democratiche con la corruzione e la violenza. Finché continuiamo a dargli il potere attraverso il traffico illegale di droghe, non ci sarà alcun cambiamento significativo della situazione messicana."

Segui Joseph su Twitter: @josephfcox

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