FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Il 2016 è stato un annus horribilis per la scienza in Italia

Dalla Xylella fino a Red Ronnie, anche nel 2016 l'Italia è inciampata un paio di volte quando si parla di scienza.

L'Italia è un paese che odia la scienza, o almeno così scriveva Paolo Mieli sul Corriere della Sera lo scorso gennaio. All'epoca si parlava del batterio della Xylella, responsabile di aver infettato migliaia di ulivi nel Salento. I ricercatori del CNR di Bari avevano proposto di sradicare alcuni ulivi malati per salvare quelli sani, mentre la magistratura ci aveva montato sopra un caso surreale suggerendo che fossero parte di un complotto internazionale ordito per stravolgere la "tradizione agroalimentare" e "l'identità territoriale del Salento per effetto del ricorso a sistemi di coltivazione superintensiva".

Pubblicità

Secondo la tesi della Procura i ricercatori avrebbero scientemente diffuso la malattia per conseguire vantaggi "anche di natura economica" dalla creazione di una nuova variante di ulivi detta Lecciana—che i PM presumono essere resistente alla Xylella. Una tesi kafkiana che, nella formulazione dei pubblici ministeri, si contraddiceva gravemente in più parti: il batterio sarebbe stato introdotto in seguito ad un workshop tenuto all'Università di Bari nel 2010, ma nelle stesse carte si ammette che casi di Xylella si hanno fin dal 2008; il batterio responsabile dell'epidemia sarebbe la Xylella di tipo pauca, ma nel workshop in questione le varianti importate erano ben altre. Ma la cosa assurda è che fatta questa premessa, i magistrati imputano le cause del disseccamento degli ulivi non al batterio ma ad un diserbante della Monsanto chiamato Roundup Platinum.

Un'autentica follia che aveva suscitato lo sdegno perfino del Wahington Post e di Nature. Ma il caso della Xyella è soltanto la punta dell'iceberg di un fenomeno odiosamente esteso che coinvolge indistintamente non soltanto la magistratura, ma anche stampa, politica e opinione pubblica in generale. Un sentimento di ignoranza verso la scienza che sfocia in diffidenza, nei migliori dei casi, e in lotta feroce nei peggiori.

Ulivi colpiti dalla Xylella in Salento. Immagine: Shutterstock

In un certo senso, l'Italia è un paese in cui non esiste oggettività e in cui tutto può essere messo in discussione—Ne è un esempio lampante la vicenda che quest'anno ha visto protagonista Red Ronnie, conduttore televisivo e critico musicale, per cui "vaccinare i bambini è demenziale", e la cui opinione vale tanto quanto quella di un virologo; se non di più, perché, come spesso accade, chi apre la bocca per fare sensazionalismo e lanciare accuse all'aria riesce ad ottenere orecchie più vigili di chi parla pacatamente con i fatti e la ragione dalla sua.

Pubblicità

E i danni prodotti da tutto ciò cominciano a farsi sentire in modo preoccupante. È notizia dello scorso mese che in Italia, per la prima volta dopo decenni, si è registrato un caso di difterite. Il motivo? Sempre più genitori hanno scelto di non vaccinare i propri figli: la soglia di sicurezza per singola malattia è fissata ad una copertura del 95% dei bambini, ma questo risultato non viene raggiunto ormai da un paio di anni per la maggior parte di esse, con picchi particolarmente allarmanti, come nel caso del vaccino per morbillo e rosolia, per cui il numero di vaccinati arriva appena all'86%.

Fortunatamente, su questo fronte buone nuove arrivano dall'Emilia Romagna, che ha reso obbligatoria la vaccinazione per i bambini tra i 0 e 3 anni iscritti agli asili sia pubblici che privati: la norma è stata approvata con il voto favorevole del PD e del centrodestra; Lega astenuta, 5 stelle contrari. La misura si era resa necessaria dal momento che anche in Emilia si era registrato un calo dei bambini vaccinati e non si voleva "sottovalutare un fenomeno frutto di convinzioni che non hanno fondamento scientifico e che mette a rischio la vita dei bambini più deboli", come dichiarò all'epoca il Presidente della Regione Stefano Bonaccini.

È notizia dello scorso mese che in Italia, per la prima volta dopo decenni, si è registrato un caso di difterite.

Una norma sacrosanta, dunque. Tant'è che anche Lazio, Lombardia e Toscana stanno valutando di introdurre misure analoghe. Eppure non mancarono forti proteste. Il Codacons, ad esempio, minacciò di organizzare una class action contro la regione. L'obbligo di vaccinarsi, secondo l'associazione, sarebbe illegittimo nel momento in cui, in Italia, non esiste il vaccino tetravalente–ossia la somministrazione contestuale di antipolio, antidifterica, antitetanica e antiepatite B, tutti e quattro obbligatori—ma quello esavalente, che includerebbe anche i vaccini per Haemophilus influenzae di tipo b e pertosse, che non sono obbligatori a norma di legge, ma solo raccomandati. Le implicazioni di questa diatriba, infine, rischiano di mettere a repentaglio la sopravvivenza della norma.

Pubblicità

Ovviamente non sono mancate poi le proteste di chi ritiene i vaccini dannosi e sbagliati tout court, accusando questi di essere causa di autismo o, comunque, di gravi danni alla salute dei bambini. Tutto un sottomondo fatto di guru e complottisti che portano avanti la malsana idea che basti una dieta sana per tutelare la salute e prevenire casi epidemici—del resto era proprio questa la posizione portata avanti da Red Ronnie su Rai 2.

E se anche il mondo accademico si fa sedurre dal pittoresco mondo della pseudoscienza, forse è davvero il caso di gettare la spugna: è il caso della Federico II di Napoli, che, questo novembre, ha ospitato il 34esimo convegno internazionale sull'agricoltura biodinamica. L'anno prima era toccato alla Bocconi, il cui rettore Andrea Sironi, dopo essere stato interpellato da Il Foglio in merito all'opportunità di ospitare un evento del genere in un ambiente accademico serio, aveva comunicato che la cosa non si sarebbe più ripetuta. Quindi il convegno si è trasferito a Napoli dove, oltre che sul prestigioso nome dell'università partenopea, ha potuto contare sul patrocinio del Ministero delle politiche agricole.

Red Ronnie su Rai 2. Immagine: Rai

Ma perché tanto clamore dietro l'agricoltura biodinamica? Per chi non avesse idea di che cosa stiamo parlando, facciamo due passi indietro: l'agricoltura biodinamica viene inventata all'inizio del secolo scorso sulla base delle teorie del filosofo ed esoterista austriaco Rudolph Steiner; si tratta di un connubio tra la tradizionale agricoltura biologica e la visione antroposofica di Steiner, per cui ogni cosa è binomio di materia e forza vitale. Il risultato di tale visione consiste in una serie di tecniche di coltivazione che mischiano scienza e pseudoscienza ad autentici riti alchemici (o di stregoneria, se preferite). Ecco quindi che l'agricoltore deve tener conto delle fasi della luna, oppure usare composti diluiti usando la tecnica omeopatica. Ed ancora, impiegare come fertilizzanti tutta una serie di bizzarrie quali corni di vacca farciti di letame, vesciche di cervo riempite di fiori essiccati e via discorrendo.

Pubblicità

Tra l'altro, chi volesse coltivare secondo queste tecniche, e quindi vendere prodotti come biodinamici, non lo può fare liberamente ma deve prima chiedere debita autorizzazione alla Demeter International che è, in tutto e per tutto, un ente privato che detiene il monopolio del brand commerciale "agricoltura biodinamica". In altre parole, se vuoi produrre vini biodinamici devi prima pagare alla Demeter le sue royalties.

A far da ciliegina sulla torta al desolante scenario appena descritto, c'è la situazione di chi ha scelto di far della ricerca la propria professione. Il caso della Xylella non è la prima volta in cui dei ricercatori sono stati chiamati davanti la sbarra degli imputati per aver svolto il loro lavoro. Per esempio, ad aprile del 2014 Ilaria Capua era finita sulla copertina de L'Espresso, dopo che era stata iscritta nel registro degli indagati con l'accusa di essere al centro di un'organizzazione a delinquere, responsabile di contrabbando di ceppi virali al fine di guadagnarci sopra con la vendita dei relativi vaccini. Eppure di queste accuse gravissime, quasi da villain di un action movie anni ottanta, non è rimasto nulla. Lo scorso luglio, dopo due anni, la ricercatrice viene prosciolta in quanto il fatto non sussiste.

Non ce la siamo cavata troppo bene nemmeno questo giro.

Il 29 settembre ha, quindi, deciso di dimettersi dall'incarico di parlamentare accettando il ruolo di direttrice di un centro di eccellenza dell'Università della Florida. La redazione de L'Espresso ha poi pubblicato nuovamente una serie di intercettazioni dove la Capua parlava di affari.

In conclusione, sì: nel 2016 l'Italia è stata un paese che ha odiato la scienza. Dai magistrati impegnati a denunciare congiure internazionali, come nel caso Xylella, fino a opinioni di dubbia ragionevolezza in prima serata su Rai 2, non ce la siamo cavata troppo bene nemmeno questo giro.