FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Da Desert Storm a Call of Duty: le guerre in Iraq dagli 8-bit al 3D

Dai Saddam panciuti bidimensionali alla violenza a risoluzione esagerata.
Immagine: Screenshot di Storm Over the Desert. YouTube.

Ormai praticamente tutti abbiamo capito che anni di interventi americani in Iraq non sono stati altro che un gran macello, complicato e tragico. Le indicibili violenze e le complesse faide che stanno insanguinando il Paese adesso ne sono la prova, e ci fanno rimpiangere la visione "semplice" della guerra in Iraq, quella con i buoni contro i cattivi e le grafiche 8-bit di carri armati che sconfiggevano l'esercito di Saddam: quella di Desert Storm.

Eh sì, non solo un medium riduzionista ha ridotto la prima Guerra del Golfo a una resa dei conti tra il Generale americano Norman Schwazkopf e la Guardia Repubblicana di Saddam Hussein, un videogame l'ha semplificata ulteriormente: Saddam, corpulento dittatore bidimensionale, viene "educato" dai piccoli e coraggiosi carri armati americani.

Pubblicità

 Action 52 , prodotta dalla Active Enterprises, è stata pubblicata nell'autunno del 1991 come cartuccia che conteneva 52 mini giochi per il primo Nintendo Entertainment System. Un'altra versione è uscita nel 1993 per il Sega Mega Drive. I critici lo stroncarono a causa del prezzo, ben 200 dollari, e anche perché in effetti faceva schifo.

Tra le 52 meraviglie di giochi a soli quattro dollari l'uno c'era The Cheetahmen e il gioco di guerra ormai epico Storm Over the Desertche rappresentava la prima Guerra del Golfo. Il gioco iniziava con delle occhiatacce tra un severo Schwarzkopf e un sosia di Saddam Hussein, e il giocatore assumeva il controllo di una versione pixelata di un carro armato, solo vagamente simile a un M1 Abrams, e si faceva strada nel terreno di gioco statico e quadrato.

Screenshot di un video YouTube di Storm Over the Desert. Notate Saddam panciuto e i carri armati rosa.

A giudicare dai filmati del gioco che si trovano su YouTube, lo scopo di Storm Over the Desert era far combattere il proprio carro armato con l'esercito iracheno, in paesaggi che andavano dalla verde radura agli accampamenti iracheni nel deserto. Il giocatore era seguito da carri armati rosa e schivava il fuoco mentre le truppe panciute nemiche marciavano su e giù. Uomini simili a formiche rappresentavano le truppe irachene che marciavano nel deserto; potevano essere schiacciate o colpite con il carro armato. I livelli cambiavano di poco con l'avanzare del gioco, e dal deserto si passava a una bizzarra location marroncina. In sostanza il gioco era un Frogger a tematica bellica.

Storm Over the Desert è una capsula del tempo culturale e un gioco orribile su un conflitto che al tempo aveva consumato la coscienza popolare americana. Con la CNN che trasmetteva la guerra 24 ore su 24, mostrando missili a guida laser lanciati dai caccia americani e la famigerata conferenza di "Stormin' " Norman, la guerra era diventata una caricatura degli eventi trasmessi dai media. Storm Over the Desert sembra incarnare perfettamente questo paradigma culturale: Saddam viene ridotto a un cartone-parodia, gli americani vincono impunemente e l'Iraq è una terra arida, gialla e marrone, e senza altre caratteristiche.

Pubblicità

Detto questo, anche le grafiche del gioco non sbalordivano nessuno nemmeno al tempo, specie se lo paragoniamo ad un'altra rappresentazione della Guerra del Golfo, Operation Desert Storm. In questo gioco della Bungie software del '91, venivano fatte domande sul Medio Oriente e si combatteva in un mini carro armato e in uno spazio di gioco perfino peggiore di quello di Storm Over the Desert.

Lo stesso anno uscì anche Operation Secret Storm, in cui il giocatore era l'Agente Segreto George (un'allusione all'ex capo della CIA e Presidente George HW Bush), che combatteva in giro per l'Iraq per uccidere  'Saddam Insane.' Le grafiche di Operation Secret Storm erano più simili a quelle di Mario e decisamente migliori di quelle degli altri due videogame.

Uno screenshot di Operation Desert Storm. Quel coso marrone è un carro armato. Youtube

Tutti i videogiochi sono doppiamente ironici, considerando il fatto che la Guerra del Golfo è stata spesso descritta come un videogame, a causa dei metodi tecnologici usati dall'esercito americano per trasmettere in diretta le operazioni a tutto il mondo. Al tempo, le immagini dei missili a guida laser trasmesse dalla CNN disorientavano il pubblico, che le reputava simili ai paesaggi digitali e ai videogiochi. Anche la Nintendo è consapevole della connessione tra la guerra in Iraq e il mondo dei giochi: un Game Boy ancora funzionante anche se un po' bruciacchiato, che apparteneva a un soldato sopravvissuto a un'esplosione, è in mostra al negozio Nintendo di New York.

Anche se la prima Guerra del Golfo era considerata una guerra-videogioco, il sequel che nessuno aveva voluto—la guerra in Iraq degli anni Duemila—si è trasformata in parecchi videogiochi, tutti con tematiche simili a Storm Over the Desert. Però, mentre i giochi della prima guerra riducevano un conflitto complesso e i suoi protagonisti a una serie di automi senza volto e dittatori baffuti, i nuovi giochi in prima persona basati sulla Guerra al Terrorismo hanno reso i nemici più realistici e più facili da eliminare. I Saddam cicciottelli sono diventati terroristi che imbracciano AK-47 e a cui si può sparare in testa. Nel 2002 è uscito Conflict: Desert Storm; uno dei primi sparatutto tattici per Xbox.

Che sia Call of Duty o Splinter Cell, in cui i giocatori diventano fittizi soldati americani che combattono in Iraq o altrove—il tema chiave dei videogame moderni sulla Guerra al Terrorismo è il valore militare degli americani. In effetti la Atomic Games aveva sviluppato e quasi pubblicato il gioco  Six Days in Fallujah che avrebbe dovuto mostrare i Marines durante la più cruenta battaglia dell'esercito americano in Iraq. Alla fine la Konami ha abbandonato il progetto a causa delle proteste di alcuni gruppi di veterani, che criticavano una rappresentazione così insensibile di quegli eventi orribili.

Tirando le somme, quasi tutti i conflitti in Iraq sono stati ricreati in videogiochi chiaramente americani, dalla Guerra del Golfo all'occupazione del Paese. Per ora non sappiamo se questa tradizione continuerà, ma c'è da scommettere che qualcuno farà un gioco sulla crisi dell'ISIS. Soprattutto tenendo conto di ciò che è successo nel 2010: La Electronic Arts ha lanciato un personaggio talebano (chiamato poi "forza d'opposizione") in Medal of Honor.

Colin Snyder ha contribuito all'articolo.