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Cosa è successo a Piacenza, dove un operaio è stato investito e ucciso mentre manifestava

Questa notte a Piacenza un operaio egiziano di 53 anni è stato investito e ucciso mentre manifestava fuori dall'azienda per cui lavorava. Una vicenda che riaccende l'attenzione sulla situazione in cui versa la logistica italiana.

Abdesselem El Danaf, l'operaio investito. Immagine

via Twitter

Che anno questo 1816. Carrozze guidate da servitori in livrea percorrono le nostre strade trasportando nobildonne con corpetti in stecche di balena alla prima del Barbiere di Siviglia di Rossini, mentre lo zar di Russia espelle i gesuiti e gli operai muoiono schiacciati fuori dai cancelli delle fabbriche nell'indifferenza generale. Come dite? Siamo nel 2016? Impossibile, non scherziamo.

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Eppure è così, per quanto possa sembrare assurdo. La scorsa notte a Piacenza Abdesselem El Danaf, un operaio egiziano di 53 anni padre di cinque figli, è stato investito da un camion durante un picchetto fuori dai cancelli dell'azienda di logistica per cui lavorava. L'uomo è morto sul colpo e i tentativi di rianimarlo da parte dei soccorritori del 118 sono stati inutili; l'autista del camion, dopo aver rischiato il linciaggio da parte dei colleghi della vittima, è stato fermato dalla polizia con l'accusa di omicidio stradale.

Stando a una prima ricostruzione degli eventi, El Danaf stava manifestando all'esterno della SEAM—un'azienda in appalto della GLS, uno dei poli più grandi della logistica italiana. I lavoratori della SAEM erano da mesi in trattativa con l'azienda: nel maggio scorso si era raggiunto un raccordo che prevedeva il reintegro di alcuni dipendenti licenziati, ma qualche tempo dopo la proprietà si era tirata indietro.

Allora, ieri sera, i lavoratori avevano organizzato un'assemblea nei magazzini della GLS. Qui, sempre secondo la ricostruzione, avevano incontrato i dirigenti dell'azienda che avevano ulteriormente negato l'accordo raggiunto a maggio. Dopo l'incontro, i lavoratori avevano quindi deciso di bloccare il magazzino. A quel punto, stando alle testimonianze dei presenti, un camion ha tentato di forzare lo sbarramento investendo El Danaf.

Una foto scattata sul luogo dell'evento. Immagine via

Twitter

Raggiunto telefonicamente, il sindacalista della USB Riccardo Germani—che non era presente al momento dell'incidente, ma è arrivato poco dopo—mi ha confermato quanto dichiarato ai media in mattinata. A Radio Popolare, Germani ha detto che "il conducente del camion è stato incitato a forzare il picchetto da un dirigente o da un addetto vicino all'azienda. Gli urlavano 'parti, vai!' e quello è partito investendo il nostro aderente."

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Questa versione è stata riferita anche da Ahmed Hamdin, un collega della vittima, che intervistato da Repubblica ha detto che "[El Danaf] è stato ucciso dall'azienda. Il direttore di GLS stava dietro al camion e gli diceva 'vai avanti, vai avanti lo stesso […] se si ferma qualcuno davanti passa lo stesso, ammazzalo'."

Secondo le autorità, invece, quanto accaduto sarebbe stato soltanto un banale incidente. "Grazie alla presenza di una pattuglia della polizia in quel momento sul posto abbiamo potuto effettuare subito una ricostruzione attendibile dell'incidente," ha detto a Rai News Salvatore Cappelleri, capo della Procura di Piacenza, "escludiamo categoricamente che qualche preposto della GLS abbia incitato l'autista a partire.

"Allo stato attuale delle indagini riteniamo che l'autista non si sia accorto di aver investito l'uomo, che è stato visto correre da solo incontro al camion che stava facendo manovra," ha proseguito Cappelletti, che ha precisato che "quando è avvenuto l'incidente non era in atto alcuna manifestazione."

In una mail inviata ai suoi clienti questa mattina, la GLS si è scusata di eventuali problemi nelle consegne causati da una "manifestazione sindacale non autorizzata/dichiarata" che "potrebbe causare ritardi sui normali tempi." Senza fare riferimento alla morte del dipendente.

Riflettere sul gelido contenuto di questa mail inviata da GLS ai propri clienti dopo il fatto di — Il pelo nel nuovo (@theDivergent2)15 settembre 2016

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La USB, il sindacato di cui faceva parte l'operaio, ha diramato una nota sull'accaduto, definendolo "un omicidio padronale" e "la testimonianza dei ricatti e dei soprusi che subiscono i lavoratori della logistica."

In un altro comunicato—intitolato "Nessuno si assolva!"—si legge che i lavoratori stranieri, "quelli che ci vengono indicati come la causa dei nostri mali, ci danno una lezione da non dimenticare. Lottano per i diritti loro e per quelli di tutti. Muoino anche per ottenerli e difenderli."

Il sindacato ha inoltre dichiarato lo sciopero immediato di tutto il settore della logistica a livello nazionale a partire da oggi pomeriggio e organizzato una manifestazione nazionale a Piacenza per la giornata di sabato.

Di fronte a tutto questo, la Regione Emilia-Romagna ha espresso cordoglio, unito alla "preoccupazione per il rischio che si creino situazioni di tensione che possano sfuggire alle civili relazioni che sempre devono esserci nei casi di vertenze aziendali, anche nelle più difficili." Matteo Renzi, invece, ha dedicato alla vicenda un retweet.

La tragica vicenda di Piacenza ha riportato alla luce la situazione della logistica in Italia, un settore in fortissima espansione economica che si scontra quotidianamente con le misere condizioni di lavoro degli addetti. Secondo Germani, si tratta di "un ambiente dove lo sfruttamento è totale, sia dal punto di vista delle condizioni lavorative che di quelle salariali che della sicurezza. Non c'è alcuna garanzia e bisogna fare lotte durissime per conquistare ogni minimo diritto." Eppure, ha continuato "era da decenni che non si moriva davanti ai cancelli di un luogo di lavoro in questo modo."

Che roba, contessa.

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