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La storia di Dannemora, la prigione americana da cui sono evasi i due assassini

Qualche giorno fa, due assassini sono scappati dalla Clinton Correctional Facility, meglio conosciuta come Dannemora—la prigione più famosa dello stato di New York, un posto che anche i criminali più duri cercano di evitare.

Il messaggio lasciato dai due detenuti evasi. Foto via Flickr/Governor Cuomo.

Qualche giorno fa, due assassini sono scappati dalla Clinton Correctional Facility, rischiando di rimanere uccisi a colpi di AR-15 o di scontare altri sette anni di detenzione. Il fatto ha attirato un sacco di attenzione sulla struttura, a cui molte fonti si sono riferite con il soprannome di "Little Siberia", per il clima freddo che caratterizza la zona. In realtà nessuno la chiama Little Siberia, o almeno nessuno tra quelli che ho incontrato nei miei dieci anni e tre mesi al Correctional Department dello stato di New York.

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Sia dai poliziotti che dai detenuti, l'ho sempre sentita chiamare soltanto "Dannemora". Dannemora è la prigione più famosa dello stato, un posto che anche i criminali più duri cercano di evitare.

Anche se in questo momento Dannemora ha su di sé l'attenzione di tutto il paese, è al centro della mia già da anni. Il penitenziario di Attica è più famoso per via della rivota del 1971; mentre a Sing Sing c'è ancora la sedia elettrica (anche se è lì a prender polvere, visto che l'ultima esecuzione di quel tipo è avvenuta del 1963), ma per spaventare su serio i criminali i poliziotti li minacciano di spedirli 650 km a nord.

Scherzando, i detenuti dicono di amare quella prigione di massima sicurezza situata all'estremo nord dello stato di New York, e spesso si vantano di essere sopravvissuti alla Clinton. Usavano la parola Dannemora per spaventarmi, scandendo con attenzione le sue quattro sillabe. Sbagliavano sempre a pronunciare il mio cognome, ma sulla pronuncia Dannemora non si sbagliava mai nessuno, poliziotti e detenuti.

"Continua a fare cazzate, genio. Non sei fatto per il nord. Non sopravvivrai a Dan-ne-mo-ra."

Il muro sul lato sud del perimetro della Clinton è alto 10 metri, e dà sulla Route 374, la strada principale del piccolo centro di Dannemora. Dal 1900 al 1972, questo ha ospitato il Dannemora Hospital for the Criminally Insane.

Sette dei miei anni di detenzione li ho trascorsi in strutture di massima sicurezza, anche se nel corso delle rapine che mi sono valse il soprannome di "Sorry Bandit" nessuno si è mai fatto male, e anzi io che le commettevo ero spaventato almeno quanto le mie vittime. Comunque, l'accusa di rapina a mano armata era inevitabile, e sono finito in quattro diverse strutture di massima sicurezza. Ho cominciato a sentir parlare della Clinton nel penitenziario di Rikers Island, a New York, quando un detenuto pietoso che si faceva chiamare "Doc Martin" mi ha suggerito di presentarmi a "Pirate" non appena fossi arrivato alla Clinton, e di portare con me le carte del mio processo. Avrei dovuto dimostrare di non essere lì per abusi sessuali.

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Come molti altri, Doc era sicuro che mi avrebbero mandato alla Clinton.

Doc era un uomo gentile, e aveva assistito alla terza delle quattro risse che avevo dovuto fare a Rikers Island. La mia testardaggine nel mettermi contro un somalo alto quasi due metri mi aveva fatto guadagnare il suo rispetto. Ma il risultato non mi aveva fatto guadagnare la sua fiducia. (L'unica volta che ho vinto è stato contro un barbiere di mezza età che si vergognava di avermi derubato e che a metà della rissa è scivolato.) L'ultima rissa a cui avevo partecipato quando era ancora in libertà non andava oltre l'epoca Reagan, e Doc lo aveva capito.

"Forse non ti ci mandano. Forse non ti mandano manco in una struttura di massima sicurezza. Ma se ti ci mandano, cerca Pirate. Ci penserà lui a proteggerti, se gli dici che siamo amici."

Doc era uno skinhead, e non di quelli che lo fanno per darsi un tono ai concerti. Era quasi affascinante sentirlo parlare della sua ragazza cilena ("ariana-cilena") e del suo amico ebreo (io). Mi ha risparmiato le storie che presto avrei sentito sulla famosa specialità di Clinton, la "lancia." A quanto pare, la struttura era stata costruita quando l'obiettivo della detenzione era la punizione, non la "riabilitazione." Di conseguenza, le celle sono molto piccole—così piccole che non c'è modo di difendersi da qualcuno armato di un manico di scopa appuntito.

Pirate avrebbe protetto un novello come me, ma alla fine sono riuscito a sopravvivere a Dannemora anche senza di lui. Ho passato un inverno nella Upstate CF, una struttura disciplinare che faceva parte della Clinton, dove ho scontato sei mesi in isolamento. La mia visita a Dannemora è avvenuta nel giorno del mio rilascio. Nel furgone che ci trasportava lì erano tutti allegri, nonostante fossero le 4 del mattino e fossimo tutti incatenati: quello era il giorno della nostra relativa libertà.

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Dopo sei mesi confinato in una stanza, anche il cortile di una prigione può farti sentire libero.

Abbiamo parlato di quanto poco piacevole fosse avere la propria gamba legata a quella di uno sconosciuto. Ma uno di noi, con pochi denti e meno raziocinio, non era così allegro: la prospettiva di tornare tra la popolazione regolare lo preoccupava. Ha cominciato la sua rivolta chiedendo la pompetta per l'asma, ma non è andato molto oltre.

"Voglio la pompetta!" urlava, nel mezzo della tundra gelata che stavamo attraversando. "Mi serve, sergente Cracker!"

Il sergente responsabile di quel viaggio non aveva nessuna voglia di discutere, e il detenuto con i dread incatenato al solitario ribelle era sotto l'effetto di qualche medicina, il che limitava le possibilità di azione del fiero asmatico. Nonostante ciò, il suo nervosismo ha prevalso. Ha trascinato il suo compagno fino al sedile del guidatore, e ha cominciato a sbattere sulla partizione che l'autista aveva alle spalle.

Sul retro di ogni furgone che trasporta i detenuti c'è un uomo armato, a cui viene quasi sempre concesso di sparare alle gambe al detenuto riottoso di turno, per impedirgli di "provocare una sommossa." (A volte postuma, visto che i detenuti morti non possono ricorrere in appello.) Ma nel nostro caso, il furgone si è accostato. Ho visto il sergente estrarre il suo cellulare e uscire per fare una telefonata con una piccola valigia. Terminata la telefonata satellitare, il nostro furgone è ripartito, ma ben presto ha lasciato l'autostrada. I detenuti che hanno riconosciuto la cittadina di Dannemora ci hanno nervosamente raccomandato di stare calmi.

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Stavamo andando alla Clinton.

La Route 374. Foto via Flickr/

Doug Kerr.

I cancelli si sono aperti con precisione. Con una manovra che probabilmente era stata fatta molte altre volte prima di quella, il furgoncino li ha oltrepassati ed è tornato al sicuro, nel mondo dietro le sbarre. C'erano 20 "tartarughe" ad aspettarci nella "trappola," formata da due cancelli abbastanza distanti l'uno dall'altro per permetter che in mezzo ci potesse stare un altro furgone. Quando stavo a Rikers avevo già visto in azione la squadra d'intervento, perciò sapevo di dover essere preoccupato. I caschi sollevavano le guardie da ogni responsabilità personale. Ai tempi di Rikers Island mi erano piovuti addosso i denti del detenuto che avevo a fianco. Era il suo primo giorno, e non sapeva ancora che l'urlo "bacia il muro" andava preso alla lettera.

"La vuoi ancora la pompetta per l'asma?" ha chiesto il sergente.

"No, sto bene. Grazie. Possiamo andare. Sto bene." Nessuno ha voluto guardare negli occhi la vittima sacrificale che stava tra noi. Se l'era apertamente, cercata ma comunque… questa era la Clinton.

"No, adesso ti diamo la tua pompetta per l'asma," ha risposto il sergente. Poi il poliziotto più grosso che io abbia mai visto, proveniente direttamente da un futuro dispotico, è salito sul furgone. È rimasto in silenzio abbastanza a lungo da farci preoccupare. Intanto, l'uomo legato al nostro Spartaco si stava riprendendo. Si guardava intorno in cerca di aiuto, ma era troppo spaventato per chiederlo. La tartaruga gigante ha chiesto gentilmente al sergente se il tizio coi dread fosse un complice. Il sergente ha ordinato di liberarlo, anche se l'agente di polizia non si sarebbe fatto problemi a punire anche lui. Mentre le 20 tartarughe con i caschi portavano via il rivoltoso, chi non era felice di non trovarsi al suo posto? Durante l'ora in cui abbiamo aspettato, la vergogna per non aver preso le parti dell'asmatico faceva passare in secondo piano le chiacchiere sul fatto che le enormi guardie di Dannemora fossero nate da incesti o sui loro tatuaggi che raffiguravano dei bambini neri impiccati. Alla fine il sergente è tornato, un po' affaticato e con la camicia in disordine.

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L'asmatico non è mai tornato nel furgone.

Mentre scrivo, quelle stesse guardie stanno dando la caccia agli evasi. L'incredibile fuga dalle fognature, il messaggio passivo aggressivo di "Buona giornata" che hanno lasciato, l'errore nella conta, sono tutte cose che mettono a dura prova il Department of Corrections. Il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, ha pubblicamente ricordato quanto questi uomini siano pericolosi, consapevole del fatto che questa vicenda non avrà proprio un finale hollywoodiano. Stranamente, non ha fatto allusioni alla sezione da cui sono scappati. Un detenuto finisce in una sezione del genere solo dopo diversi anni senza aver mai avuto problemi disciplinari. Inoltre, gli uomini erano vicini di cella. Gli agenti ogni tanto fanno sì che gli amici siano vicini di cella, così che possano cucinare insieme e parlare. È una cosa che viene concessa molto di rado, specie nell'Honor Block, perché le richieste sono moltissime. I poliziotti lo fanno solo se gli piaci veramente.

Finirà molto, molto male.

I precedenti fanno pensare che gli evasi verranno individuati, anche perché si trovano in mezzo a un territorio nemico. Nella zona sono state costruite altre sette prigioni in risposta all'ondata di crimine degli anni Settanta o al contemporaneo collasso dell'industria del latte e dell'allevamento della regione—puoi vederla in entrambi i modi, a seconda di quanto sei cinico. Praticamente tutti, in quella regione scarsamente popolata nell'estremo nord dello stato, conoscono qualcuno che ha tratto dei benefici dal sistema carcerario. Gli evasi non riceveranno aiuto dalla popolazione locale, anche perché nella zona ci sono moltissimi membri della NRA. Certo, il Canada è vicino, ma non si tratta dello stesso Canada che accoglieva gli obiettori di coscienza della guerra in Vietnam.

Tutti i racconti che descrivono la fuga da "Little Siberia" evidenziano che l'assenza dei detenuti è stata scoperta solo durante la conta delle 5.50 del mattino. Alle guardie di sicurezza sono state rinfacciate le felpe che i detenuti hanno lasciato sui letti per nascondere la loro assenza. Come si può permettere che avvengano cose del genere? Nessuno ha visto Fuga da Alcatraz? E comunque, perché i detenuti dormono con le felpe? Faceva così freddo la scorsa settimana?

Si tratta di Dannemora. Le misure di sicurezza sono strettissime. A nessuno interessa se dormi male. Per esperienza, so che c'è solo una ragione che ti spinge a dormire con la felpa in una prigione dello stato di New York—il fatto che le luci non vengano mai spente davvero.

E c'è solo un modo per evadere.

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