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Come la mia foto è diventata il volto della presunta kamikaze di Saint-Denis

Un'amica con cui aveva litigato avrebbe venduto le sue foto alla stampa indicandola come la donna che si è fatta esplodere durante il raid della polizia a Sain Denis.

Immagina di essere nel tuo bar di fiducia a sorseggiare un tè e di ritrovarti improvvisamente presentata come una presunta kamikaze su tutti i siti di notizie e i canali televisivi. L'unico motivo per cui non hai una taglia internazionale sulla testa è che tutti ti credono morta.

Alla donna che è stata pubblicamente collegata ai fatti di Saint-Denis come l'attentatrice che si è fatta esplodere è successo proprio questo. Lei è viva (in Marocco) il suo nome non è Hasna Ait Boulahcen (ma Nabila Bakkatha) e le sue foto private sono state mostrate su migliaia di media di europei, americani e arabi come le foto di un'estremista islamica che si è fatta esplodere durante un raid della polizia a Saint-Denis.

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"Il giornalista non si è posto il problema, ha pubblicato quello che aveva."

AJ+, il canale digitale anglofono di Al Jazeera ha pubblicato oggi un video con un'intervista alla donna. "Non ho niente a che fare con il terrorismo", ha assicurato Bakkatha. "Credo che i parenti che ho perso di vista da un po' siano morti di paura."

This innocent Moroccan woman was falsely portrayed as a suicide bomber by media outlets, including AJ+. https://t.co/FNBluP6LN9
— AJ+ (@ajplus) November 23, 2015

Bakkatha, che vive con i suoi figli nella città marocchina di Beni Mellal, ha ricevuto una valanga di telefonate dagli amici che avevano visto le suo foto nei notiziari e sui quotidiano di tutto il mondo.

Si era trasferita in Francia all'età di 15 anni ma dopo il diploma, nel 2007, è tornata in Marocco, ha detto alla CNN. A quanto pare una ex-amica, con la quale aveva litigato, ha venduto le sue foto a un giornalista francese—che le ha pubblicate senza controllare minimamente la fonte. La foto della guerriera di Dio ha subito fatto il giro del mondo.

Una di quelle più diffuse mostra lei mentre fa il bagno, foto usata per la copertina del New York Post con il titolo "Thug in a Tub" (sottotitolo: ecco la kamikaze di Parigi); in un'altra, che ha girato altrettanto, sorride alla camera insieme a due membri della sua famiglia.

Immagine: Screenshot New York Post

"Il giornalista non ha fatto nessuna ricerca, ha soltanto pubblicato quello che aveva," ha spiegato Bakkatha ad AJ+. Il nome del giornalista francese caduto nel tranello non è ancora stato reso noto.

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Un'altra foto che ha fatto il giro del mondo mostra invece Hasna Ait Boulahcen, che è effettivamente morta durante il raid di Saint-Denis. Ma è noto che Hasna Ait Boulahcen ha iniziato a indossare il velo soltanto dopo gli attentati a Charlie-Hebdo e che prima conduceva a tutti gli effetti una vita da occidentale.

A quanto pare, non era una terrorista. Per molto tempo si è parlato di una donna che si sarebbe fatta esplodere a Saint-Denis, ma dal sito della polizia francese emerge sì il ritrovamento di parti di un corpo femminile, ma non è certo che sia stata proprio lei a farsi esplodere.

La CNN ha infatti corretto la notizia del 20 novembre: "sembra sia stato un suo collega a farsi esplodere, la donna si trovava nelle vicinanze ed è rimasta uccisa. Abbiamo anche scoperto che nell'appartamento è stato trovato un terzo cadavere."

In rete si sono diffuse delle testimonianze di abitanti del vicinato che avrebbero sentito, pochi secondi prima dell'esplosione, una voce che urlava "Lui non è il mio ragazzo!" Sembra ci sia anche un video ripreso dal palazzo di fronte che lo provi.

Bakkatha, che è divorziata e vive sola con i figli, esce a mala pena di casa. A chiarire la faccenda è stato il canale marocchino Al Yaoum 24, lo stesso che ha raccontato la storia per la prima volta, pubblicando un video su YouTube il 20 novembre:

AJ+ si è scusata ufficialmente su Facebook per il malinteso: "Siamo mortificati per non essere riusciti a verificare per tempo che una delle fotografie diffuse dai media fosse sua (di Bakkatha). Quando è diventato chiaro che la foto era stata usata in modo inappropriato, abbiamo immediatamente tolto l'articolo dalla rete e pubblicato un'intervista alla vittima del furto di identità."

Bakkatha vuole fare causa alla donna che ha venduto le foto e ai giornalisti responsabili della loro pubblicazione perché vive "nel terrore costante" di un furto di identità. "Alcuni dei miei parenti non mi parlano più," ha detto alla CNN. "Sono sicura che avrei un sacco di problemi, se per caso dovessi andare in Francia."