“Spogliatevi” - Sono andato a vedere le registrazioni di Undressed
Tutte le foto per gentile concessione di Discovery Italia.

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televisione

“Spogliatevi” - Sono andato a vedere le registrazioni di Undressed

Undressed è un dating show basato sull'incontro tra due completi sconosciuti che, davanti a una telecamera, devono prima spogliarsi e poi conoscersi.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

Un tempo appartenevo a quel genere di persone che per mostrare i propri strati adiposi a qualcuno devono essere sbronze perse o nutrire una certa empatia relazionale. Ma all'età di 25 anni la conclusione a cui sono giunto è tutt'altra: visto il tempo medio che intercorre oggi tra il primo contatto verbale, i limoni e tutto il resto, è chiaro che quelle sviolinate sul corteggiamento raccontate nelle commedie sentimentali anni Novanta fossero solo stronzate. Ed è per questo che quando un'amica mi ha detto di guardare Undressed "che spiega la vita," ho pensato che tanto valeva provare a seguire il suo consiglio.

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Undressed è un dating show basato sull'incontro tra due completi sconosciuti—che ovviamente devono avere gli stessi gusti sessuali. Fino a qui, quindi, sembra un appuntamento come qualunque altro, ma la novità è che i due protagonisti, dopo essersi presentati in una stanza alquanto buia, devono spogliarsi a vicenda e rimanere in intimo per poi piazzarsi sul letto illuminato al centro della scena. Durante i 30 minuti complessivi che hanno a disposizione per conoscersi e capire se il PH della pelle dell'altro li aggrada a sufficienza, i due dovrebbero anche seguire i suggerimenti della regia, proiettati nello schermo posto davanti a loro. Dico dovrebbero perché a volte fanno un po' come gli pare. L'impressione da casa, infatti, è che il programma lasci grandi margini di libertà ai concorrenti, come non capita altrove. Ma d'altronde, se uno resta in intimo con una estranea mentre sa che sua madre lo guarderà in tv con la vicina avrà pure il diritto di fare come vuole, no?

Inventato in Italia da persone italiane, trasmesso sul NOVE di Discovery Italia e venduto all'estero a persone non italiane, lo show è stato descritto un po' dappertutto come l'incontro moderno di Adamo ed Eva—per l'ovvia analogia mutande-foglia di fico. Per poi essere paragonato a un episodio di Black Mirror, come ha fatto El Paìs, probabilmente per la questione di dover esplicitare un feedback finale sull'incontro schiacciando sì o no su un tablet—un po' come se fosse l'episodio 3x01. O ancora, rimarcandone "l'apertura mentale" all'italiana, dato che gli inglesi, a detta del Daily Mail e di alcune mie amiche in Erasmus, sono per natura "timidi e repressi".

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Per capire l'interesse estero, sondare la veridicità del programma e soprattutto assecondare il mio spiccato voyeurismo televisivo ho deciso di andare fino a Cologno, un comune del milanese in cui ci sono più studi televisivi che case, per assistere alla registrazione di una puntata. È così che, alle 15.00 di un mercoledì, mi sono ritrovato su una navetta in direzione degli studi della casa di produzione Magnolia, mentre la notizia della mia spedizione aveva suscitato tra i miei conoscenti richieste condensabili in "Ti prego, chiedigli subito se alla fine qualcuno ha mai scopato."

Ad accogliermi sul set c'è Cristiano Rinaldi, il creatore di Undressed a cui ovviamente—per il bene della mia professionalità—decido di non porre immediatamente la domanda che premeva più di tutte ai miei amici. Rinaldi mi spiega che l'idea del programma gli è venuta pensando a "un ribaltamento delle dinamiche delle chat di incontro," partendo da un semplice quesito: "E se prima di tutti i preliminari, convenevoli e discorsi di una conoscenza, si puntasse direttamente sulle sensazioni che si provano in una situazione intimistica a monte?" Che tradotto nella pratica significa ridurre gli appuntamenti del mondo reale all'osso, per lasciare spazio agli imbarazzi circostanziali dettati dal fatto di approcciarsi a uno sconosciuto, aggravati in modo subitaneo dalle nudità reciproche.

Per rendere tutto ciò possibile, "la scenografia doveva essere essenziale," continua Rinaldi. Del resto il set dal vivo è un po' come in tv, un rettangolo piuttosto buio—almeno finché non si notano le decine di telecamere fisse poste in penombra nei punti più alti e i corridoi esterni oscurati in cui i vari operatori sono liberi di muoversi per le riprese. Elementi contestuali a cui i due estranei difficilmente riescono a prestare attenzione nel momento in cui devono sforzarsi di non fissare troppo gli attributi reciproci perché, paradossalmente, consapevoli di essere ripresi.

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Mentre ci allontaniamo dal fulcro del set per dirigerci verso la regia, noto un tizio ancora vestito che di fronte a una telecamera parla del suo conflitto interiore alla vista dei tatuaggi sulla pelle femminile. Si tratta di una delle interviste che avvengono prima dell'incontro di mezz'ora, quando ancora il concorrente non sa nulla degli attributi dell'altro, e che riguardano la puntata della quarta stagione (in onda nel 2017) a cui assisterò.

"Per cercare di creare una coppia che possa piacersi, in linea di massima ci basiamo sulla compatibilità delle caratteristiche che i partecipanti cercano nel partner ideale," mi dice Rinaldi. "Ma nel caso in cui non ci sono richieste specifiche giochiamo molto sulla spontaneità che può crearsi tra due persone che all'apparenza possono sembrare diametralmente opposte: per esempio tra chi è senza e chi pieno di tatuaggi, un espansivo e un timido–che poi solitamente si piacciono."

L'unica foto che mi è stato concesso di scattare: lo schermo della regia.

La regia non è molto grande, ma piena di roba come ogni regia. Attaccate ai muri, numerate con un certo ordine, ci sono le immagini su tradimenti, dominazione, e posizioni yoga usate solitamente nel programma per incentivare le discussioni delle coppie. L'elemento più curioso, però, è una sorta di tabellario con una settantina di frasi: Cosa ti piace di lui?/Stupiscila/Guardatevi per un minuto in silenzio. Sono alcuni dei suggerimenti standard che possono spuntare sul monitor durante un incontro. "In questo programma non c'è un copione, non abbiamo nulla di scritto, ma solo delle linee guida da cui prendere spunto." Un po' come quando ti prepari a un appuntamento e sai già quali domande standard potrai porre o meno. Tipo ricordarsi di non chiedere o menzionare assolutamente gli ex, anche se poi si finisce sempre lì.

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Nel frattempo alle postazioni, tra un'apparecchiatura e l'altra, ha preso posto una decina di persone. Io mi ritrovo in mezzo a un ragazzo che si occupa di lanciare le grafiche sul monitor del set e Marco, l'assistente alla regia che al momento sta scandagliando le due schede degli estranei che stanno per incontrarsi. Daniela, 33 anni, è insegnante teatrale di Bergamo; Ermanno, 28 anni, è un dentista calabrese naturalizzato romano. Il dentista è un tipo piuttosto preciso e permaloso, quindi gli dovranno combinare qualcosa che lo metta in difficoltà. Per esempio, fargli indossare un perizoma che non indosserebbe mai.

Nei monitor spuntano una decina di quadranti dello studio da diverse prospettive. Ermanno è in piedi immobile accanto al letto, il tipo dell'infografica preme invio e il nome di Ermanno spunta nello schermo; ripreme invio e spunta anche il nome di Daniela, che fa il suo ingresso. Tutti inforcano le cuffie e me ne passano un paio. Mentre in regia vige il totale silenzio, dalle cuffie è tutto un rimbombo di tacchi—perché la voce fuori campo, quella degli spiegoni e delle citazioni pescate da Wikiquote, verrà inserita dopo.

Dalla foto qui sopra, potete notare che i due protagonisti sono vestiti uguali. Abitano a svariate ore di macchina, quindi credo sia proprio una casualità che a entrambi piaccia l'unica gradazione di blu fastidiosa alla vista. Come capita spesso nel programma e fuori dal programma i due iniziano a dirsi che abitano a svariate ore di macchina, che cosa fanno nella vita, quelle cose lì.

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Finché, come ogni volta, non compare il cartello "Spogliatevi". Se a casa il montato di questo momento dura relativamente poco, in diretta quintuplica—qui sbottonate e rinculi per stringhe troppo strette non possono essere tagliati. In entrambi i casi, però, il tutto resta molto fedele a quello che ci succede nel privato. Ed è questo uno degli aspetti su cui punta il programma: riportare sullo schermo l'impaccio nella vita vera, con la differenza che la camera si sofferma nel frattempo sul pacco o le tette (dei concorrenti) per rendere il tutto più interessante.

Gli sviluppi narrativi avanzano con la richiesta di prendere in braccio Daniela. Ermanno è uno sportivo—ha mandato in redazione la foto di lui una tartaruga fa—quindi ci tiene a far bella figura. Entrambi i concorrenti sorridono, ma dall'espressione di Daniela si comprende benissimo che in realtà è terrorizzata. Molto probabilmente da un elefante nella stanza che noi dalla regia non riusciamo a vedere.

Una volta posizionati a letto, i due sembrano arrivati al punto in cui durante un appuntamento gli argomenti di conversazione non sono altro che un pretesto per captare cosa stia pensando l'altro. Si parla dei viaggi di Daniela, del fatto che Ermanno si sia trasferito per lavoro. Ed è in quell'istante che, per "cavalcare gli eventi", viene chiesto a Ermanno di sottoporre la sua partner da 30 minuti a una visita odontoiatrica. Nel frattempo in regia mi offrono dei confetti, per ricordarmi invece che lì si sta lavorando e la nostra igiene orale può essere sacrificata.

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Un elemento ricorrente nel programma è la sorpresa, che di solito si trova all'interno di un pacco grande quanto una scatola da scarpe. In puntate precedenti, per esempio, ai concorrenti era capitato di incappare in una maglia extra-large da indossare insieme, una vestaglia velata con ventaglio piumato annesso, della cioccolata spalmabile da leccarsi reciprocamente. "Se un concorrente ha una passione particolare—suona la chitarra, balla il flamenco o è un contorsionista—probabilmente la sorpresa potrebbe basarsi su questa," mi spiega Rinaldi togliendosi un attimo le cuffie. "Sennò creiamo qualcosa di diverso al momento o con premeditazione."

Come mi aveva accennato Marco, ai protagonisti di oggi capita una sorpresa organizzata con premeditazione: la scelta tra un perizoma rosso e uno blu da far indossare a Ermanno. Di comune accordo i due concorrenti optano per il blu che ricorda molto le loro giacche. Ma quando Ermanno esce da sotto le coperte, in regia sghignazzano un po' tutti: lo ha messo al contrario. In ogni caso, dopo aver rimediato all'errore, ritorna ai mutandoni—Daniela li preferisce. Si tratta di una dinamica di rifiuto che capita meno frequentemente quando i componenti delle coppie sono più giovani.

A prescindere dalle singole coppie, infatti, il dating show mostra le varie generazioni, con l'annesso divario del "senso di pudore, intimità e di visione del sesso tra giovani, trentenni, quarantenni," mi spiega Rinaldi. "L'elemento forte di Undressed è la capacità di descrivere queste differenze evocando l'eros, l'ambito sensoriale, superando il classico legame da sempre mostrato tra corteggiamento e dating show." Come poteva accadere molto frettolosamente, per esempio, in Next o in Colpo di Fulmine.

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La circostanza in cui tutte le differenze generazionali vengo meglio palesate è il momento del bacio. Sul maxi schermo una carrellata di coppie che si baciano parte un po' come l'anteprima di una dubbia gallery di stock photo, mentre i concorrenti possono decidere di accodarsi rendendo il tutto un po' meno plastico. Obiettivamente si tratta di un momento piuttosto artificioso, ma che se fosse stato una sorta di comandamento obbligato ci avrebbe evitato triliardi di occasioni scialacquate in millenni di primi appuntamenti sviliti da filtri morali e insicurezze.

Tornando a Ermanno e Daniela, non posso dirvi se alla fine si siano baciati—gli spoiler sì che sono una questione davvero immorale nell'attuale millennio. Per dovere di cronaca, però, dirò che in regia, grazie alla ripresa dall'alto, la scoperta della scelta dei concorrenti è sincronica al loro tocco sui tablet. È l'unico momento in cui assistenti, produttori e addetti alle riprese si fermano, tolgono le cuffie e pronosticano come degli amici riuniti in gran consiglio sulle prossime mosse che dovrebbe attuare uno stesso membro del gruppo o il personaggio di una serie tv comune per sbrigliare la sua vita sentimentale.

Quando usciamo dalla regia, chiedo a Rinaldi se qualcuno è mai scappato dal set prima dello scadere del tempo (sì, la domanda sul sesso non l'ho fatta nemmeno allora). L'ho chiesto perché nel mondo vero mi è capitato davvero di correre all'impazzata da una porta di servizio, durante un primo appuntamento concordato su Tinder. Non ne vado fiero, ma è successo. "Sarebbe stato interessante, ma devo dire di no," risponde. "Questo perché i concorrenti entrano subito in una sorta di bolla in cui scelgono di vivere un'esperienza diversa in maniera molto divertita e divertente: il tempo gli scivola senza che se ne accorgano."

Nella vita reale non sempre va così—e di certo nessuno ci somministra linee guida analizzando in contemporanea l'andamento empatico dei nostri primi appuntamenti, ma in qualche modo ce la siamo sempre cavata.

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