FYI.

This story is over 5 years old.

News

Facebook, Whatsapp e bastoni: dentro le ronde italiane

Sempre più spesso, sulle pagine dei giornali locali, si sente parlare di ronde. Si tratta perlopiù di gruppetti di cittadini che si aggirano per le strade per combattere la microcriminalità, e noi abbiamo messo insieme quelle più importanti.

Grab della puntata della trasmissione La Gabbia del 12 febbraio 2015 sulle "ronde" a Roma.

Non so se vi capita mai di leggere la cronaca locale; a me sì, e ultimamente su quelle pagine c'è una parola che compare più di ogni altra strada interrotta o battibecco in consiglio comunale: "ronde".

La pratica era tornata ad avere rilevanza nazionale qualche anno fa, prima con le iniziative fortemente volute e sponsorizzate dalla Lega, e poi col loro fallimento. Gli effetti del decreto Maroni del 2009—col quale si voleva regolarizzare il modello delle ronde—sono di fatto stati opposti a quelli sperati dai promotori, e il decreto non si è solo rivelato inefficace nel tradurre le ronde in realtà, ma ha portato anche a far sparire quelle che già esistevano. A inizio febbraio di quest'anno, con la bocciatura del decreto sulle ronde presentato dalla lista Maroni in regione Lombardia, il modello sembrava effettivamente naufragato.

Pubblicità

Nonostante ciò, le "ronde" non se ne sono mai andate per davvero. Spesso il termine viene sostituito con l'espressione "passeggiate di sicurezza" o "gruppi per la sorveglianza", ma nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli gruppi di cittadini che decidono di organizzarsi per vigilare le strade. Se sulla vera entità e sull'operato di questi gruppi spesso si sa poco, i comuni coinvolti sembrano sempre di più.

Per farci un'idea dell'estensione del fenomeno, abbiamo tracciato una specie di lista di "ronde" in giro per l'Italia.

BOLOGNA Il caso più controverso e noto è sicuramente quello di Bologna. Alla Bolognina infatti, storico quartiere "rosso" del capoluogo emiliano, commercianti, cittadini e associazioni si sono organizzati in ronde per far fronte alla crescente presenza di microcriminalità.

La notizia, non nuova, aveva già cominciato a girare a fine gennaio, quando con un comunicato sul suo profilo Facebook Forza Nuova Bologna aveva annunciato di estendere al quartiere le "passeggiate di sicurezza", già praticate dal gruppo in atre zone della città. Nella nota pubblicata sul profilo Facebook del gruppo si legge che, di fronte all'organizzazione di residenti e commercianti, "Forza nuova Bologna, forte della esperienza di passeggiate di sicurezza effettuate già in altri quartieri della città, ha messo a disposizione i suoi uomini per affiancare questi cittadini." Qualche riga più sotto, Forza Italia definisce la Bolognina "un tessuto sociale devastato dall'immigrazione selvaggia che ormai porta i bolognesi a sentirsi quasi una minoranza."

Pubblicità

Quella della Bolognina è una situazione di tensione che va avanti da tempo, con episodi di furti, spaccio e criminalità che aveva già portato l'amministrazione a varare nella zona misure di pattugliamento e sorveglianza intensificate, e che è finita anche in Senato. La situazione di tensione era apparsa palese quando a fine gennaio un gruppo di cittadini non identificati e armati di manganelli aveva compiuto nella notte un raid punitivo contro alcuni spacciatori africani, caso sul quale la procura sta indagando.

La dichiarazione di cittadini e commercianti di volersi organizzare in ronde era arrivata a inizio febbraio, e alla decisa condanna da parte del sindaco di Bologna Virginio Merola, che che aveva definito le ronde non degne delle città, era seguita la posizione molto meno rigida del Prefetto, che si era limitato a ricordare di dover agire entro quanto stabilito dal decreto Maroni del 2009.

Venerdì 12 febbraio gli annunci si sono concretizzati, e le ronde—che, spiega uno dei promotori, non devono essere pensate come ronda ma come "sicurezza partecipata"—sono partite. Il servizio consiste in due diversi pattugliamenti: uno in centro durante il giorno, svolto da due coppie di pattugliamento a piedi, l'altro nelle strade del quartiere della Bolognina di notte, portato avanti da una coppia di vigilantes motorizzati. Per adesso, secondo quanto riportato dal Corriere, alle ronde parteciperebbero una ventina di persone.

Pubblicità

CRESCENTINO Nel Vercellese, 29 sindaci si sono uniti per chiedere alla prefettura l'intervento dell'esercito e la costituzione di una commissione ad hoc sull'emergenza. Il motivo della richiesta—sostengono i sindaci—risiede nel crescente numero di furti che riguardano le campagne del territorio.

Da tempo, in alcune delle frazioni coinvolte sono stati creati dei gruppi Whatsapp per segnalazioni dei cittadini. Giuseppe Arlotta, assessore alle politiche sociali di Crescentino con Fratelli d'Italia, ha però deciso di andare oltre, pubblicando sul suo profilo Facebook questo post:

In un'intervista radiofonica rilasciata l'11 febbraio, l'assessore ha poi dichiarato che il "post aveva un'intenzione provocatoria per portare alla ribalta il problema che vivendo quotidianamente," assicurando che si tratterebbe di semplici "passeggiate di controllo".

A quanto scritto da Arlotta sul suo profilo Facebook, all'appello avrebbero risposto oltre 1500 persone; a Crescentino, le ronde sono partite lo scorso giovedì. Al primo giro di pattugliamento hanno partecipato sette persone, e formalmente sembrano aver aderito circa dieci.

SCAFATI, SALERNO A Scafati, in provincia di Salerno, Mariano Falcone—segretario locale del movimento Noi con Salvini—ha scritto una lettera indirizzata al sindaco comunicandogli l'intento di costituire delle ronde, per ovviare al problema della "recrudescenza dei furti che negli ultimi tempi avvengono in città." Che, secondo il segretario, sarebbero da attribuirsi soprattutto "ad elementi che arrivano da comuni limitrofi."

Pubblicità

Alla lettera, il sindaco ha risposto criticando l'assenza dello stato e delle forze dell'ordine, e di fatto aprendo alla possibilità delle ronde, che—anche a Scafati—non devono essere chiamate ronde ma "rapporti di buon vicinato per garantire la sicurezza."

Nonostante la netta opposizione del PD locale, le pettorine ci sarebbero già, e con quelle decine di volontari, che presidierebbero le strade della città pronti a chiamare i carabinieri nel caso di attività sospette.

PARMA A Parma le ronde sono firmate Forza Nuova, vengono chiamate passeggiate anti-degrado o anche marce anti-pusher, e non sono una novità. Per sottolinearlo, il primo febbraio, i promotori hanno organizzato una pizzata a celebrazione del primo anniversario dell'iniziativa.

Per quanto il sistema ronde a Parma sia rodato e partecipato—a novembre si parlava di boom d'iscrizione, con circa 100 volontari—a far discutere in questi giorni, è stata piuttosto la prefettura. In contrasto con la posizione espressa fino a novembre dello scorso anno, quando le ronde venivano definite dal Prefetto "illegali e pericolose," oggi la direzione sembra opposta e in un'intervista rilasciata qualche giorno fa, lo stesso Prefetto ha dichiarato che potrebbero rientrare nel programma politico dell'amministrazione.

TRENTO In Trentino Alto-Adige, a intervenire contro i numerosi furti di attrezzature agricole nelle campagne locali sono stati gli agricoltori.

Pubblicità

Tre associazioni, infatti, si sono unite tra il consenso degli abitanti e si sono organizzate per effettuare "giri notturni nelle campagne." Saranno due o tre coppie, e di notte andranno in giro in macchina nei comuni a sud di Trento, con lo scopo di avvertire le forze dell'ordine.

VITOLINI, FRAZIONE DI VINCI

Anche a Vitolini, frazione del comune di Vinci in provincia di Firenze, l'incremento di microcriminalità—soprattutto relativo alle auto, con furti di carburante e radio—ha portato gli abitanti a parlare di ronde. Si tratterebbe di gruppi di due o tre cittadini che si spostano per le strade in mezzo alle campagne.

Qualche giorno fa, i cittadini hanno indotto un'assemblea per decidere il piano d'azione. L'incontro tra la cittadinanza e le istituzioni è avvenuto l'11 febbraio, e nonostante i rappresentanti delle forze dell'ordine e il sindaco abbiano sconsigliato l'ipotesi delle ronde, l'idea non è stata abbandonata dai cittadini e "cento persone agguerrite e combattive," si legge sul sito del Tirreno, sarebbero "pronte alle ronde contro i ladri."

Video di un furto d'auto nella frazione di Dragona, Roma. Il video è stato ripreso da un residente e pubblicato sui social network.

A questi casi si aggiungono gli esempi di Ponticelli, una frazione di Imola in cui i commercianti, a quanto riportato, si starebbero organizzando per "dare la caccia [ai] malintenzionati" in macchina; Bronzolo, in provincia di Bolzano, dove le passeggiate sono affidate a coppie di carabinieri in congedo; a Torino, in cui da tempo i cittadini sono organizzati in gruppi Whatsapp; a Chivasso, dove le ronde notturne riguarderebbero la sicurezza in un ospedale; e ad Acilia e Dragona (Roma), dove si ricorre alla pubblicazione di video su YouTube in attesa di organizzare le ronde.

Pubblicità

Grab della puntata della trasmissione

La Gabbia del 12 febbraio 2015 sulle "ronde" a Roma. Uno dei casi più discussi dalla stampa lo scorso anno era invece quello dei comuni a nord di Roma, come quello di Palombara Sabina, dove il problema del crescente numero di furti era stato immediatamente collegato ai residenti di origine romena. È proprio contro di loro, come racconta con tono epico un servizio de La Gabbia andato in onda il 2 febbraio del 2015, che a Palombara erano partite le ronde, definite dallo stesso sindaco, "ronde di bande armate" e dal conduttore "spedizioni punitive."

Al di là dei singoli esempi, però, una cosa è chiara: anche se la loro utilità è in dubbio—tanto che spesso e volentieri sono le forze dell'ordine stesse a sconsigliare simili iniziative—le "ronde" danno ai cittadini l'impressione di mobilitarsi contro l'insicurezza reale e percepita, e forniscono un ottimo argomento propagandistico a chi vuole cavalcare queste tematiche.

Segui Flavia su Twitter

Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: