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In Canada le donne delle popolazioni indigene continuano a scomparire nel nulla

Dal 1980 più di 1.200 donne indigene del Canada sono state uccise o sono scomparse: abbiamo parlato coi loro familiari per capire cosa sta succedendo.
Tanya Brooks (foto concessa dalla famiglia)

Dopo sette anni, il cervello di Tanya Brooks non c'è ancora.

È tenuto sotto chiave come prova nel magazzino della polizia, o nel congelatore del medico legale: sua sorella, Vanessa Brooks, non sa dire con certezza dove sia.

Quello di cui è sicura, però, è che non potrà seppellire sua sorella finché il suo corpo non sarà tutto intero. Così vuole la tradizione dei Mi'kmaq, popolazione nativa americana appartenente alle cosiddette First Nations.

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Quando è stata uccisa ad Halifax (Canada) nel maggio del 2009, Tanya aveva 36 anni ed era madre di cinque bambini. Il suo caso non è ancora stato risolto, anche se chi la conosce ha avanzato diverse ipotesi sulla sua morte. La polizia si è appellata a chi sa qualcosa dicendo di farsi avanti.

L'omicidio di Tanya non è un episodio isolato, ma si inserisce in un'ampia crisi nazionale che sta colpendo il Canada. Quella che Patty Hajdu, ministro per le Pari Opportunità, ha definito "una tragedia e una disgrazia" che coinvolge tutti i canadesi.

Dal 1980 a oggi più di 1.200 donne indigene sono state ammazzate o sono scomparse senza fare mai ritorno. Secondo alcune stime, però, i casi potrebbero essere più di 4.000, e questa settimana il governo canadese ha stanziato circa 11 milioni di dollari per permettere alle unità di supporto della polizia di fornire informazioni ai familiari delle vittime.

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Nel corso delle consultazioni tenute in preparazione all'inchiesta, i parenti delle vittime hanno preteso di sapere che cosa sia successo ai propri cari, lamentando il fatto che la polizia non è disposta a rivelare informazioni. Le forze dell'ordine sostengono che si rischierebbe di compromettere le indagini, e che in alcuni casi i sospetti si concentrano sui familiari stessi.

Le associazioni che riuniscono le popolazioni indigene hanno gradito l'apertura dell'inchiesta, ma credono che il suo focus sia troppo limitato. Vorrebbero infatti che si ponesse più attenzione sul ruolo che la polizia dovrebbe avere nel proteggere le donne, e scavare più in profondità per scoprire la verità.

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Da quando sua sorella è stata uccisa, Vanessa ha sentito gli inquirenti che si occupano del caso e l'ufficio del medico legale. I risultati, però, sono stati pressoché nulli, lasciandola con la sensazione di girare continuamente a vuoto.

La polizia dice che il caso si trova oltre la propria area di competenza, mentre il medico legale scarica il barile o non la richiama. Anche i servizi a disposizione delle vittime non sono stati d'aiuto.

Vanessa e Tanya giocano insieme da bambini. (Foto concessa dalla famiglia)

"Sto solo chiedendo informazioni basilari su come poter seppellire mia sorella dopo sette anni," lamenta Vanessa in un'intervista a VICE News. "Non dovrebbe essere un segreto."

A complicare ulteriormente la situazione si aggiunge la morte della madre di Tanya e Vanessa, avvenuta lo scorso settembre. Il suo ultimo desiderio era proprio quello di seppellire la figlia Tanya.

Oggi le urne che contengono le loro ceneri stanno una di fianco all'altra nell'ufficio delle onoranze funebri. Vanessa non può sotterrare nessuna delle due finché non le verrà riconsegnato il cervello di Tanya.

A detta di Vanessa, il nuovo finanziamento del governo non cambierà nulla. Quando chiede alla polizia informazioni sul caso, non le dicono niente perché non vogliono compromettere le indagini.

"Ogni volta che chiedo, ricevo sempre la stessa risposta: non abbiamo nessuna traccia o non possiamo dirti niente."

"I gesti dicono più delle parole. E per ora sento solo un sacco di parole."

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La storia si ripete a Winnipeg, dove ogni giorno Kyle Kematch percorre il Red River alla ricerca di persone scomparse.

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Kematch è il co-fondatore di Drag the Red, un gruppo di volontari che perlustra il fondale del fiume con attrezzature di fortuna, sperando di incappare in qualche pezzo di corpo.

Chi aspetta notizie di familiari scomparsi contatta Kyle in preda alla disperazione.

Amber, la sorella di Kyle, è sparita cinque anni fa.

Amber Rose Marie Guiboche era una spensierata ragazza di 20 anni che amava conoscere nuova gente. Quando la madre e un'altra sorella sono morte, i due fratelli hanno instaurato un forte legame.

A uccidere la sorella è stata un'overdose, mentre lo stesso anno la madre si è tolta la vita buttandosi da uno dei ponti che attraversa il Red River.

Il 20 novembre 2010 Amber è stata vista salire su un pick-up rosso in un quartiere povero di Winnipeg. È stata l'ultima volta in cui qualcuno l'ha vista.

Kyle continua a mettere pressione alla polizia per ricevere informazioni sul caso. Senza però riscuotere molto successo.

Una delle poche cose che gli hanno detto è che lei era una prostituta. Una circostanza che - Kyle teme - potrebbe portare la gente a pensare che sua sorella meritasse di morire.

"Non è stato neanche dimostrato, ma questo è ciò che dicono. Quando affermano questa cosa, la gente guarda e dice 'bè, se lo meritava'."

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Kyle non crede che i fondi stanziati dal governo aiuteranno a far luce sul suo caso.

"Sostengono di aver messo a disposizione 12 milioni di dollari per fornire informazioni alle famiglie. Secondo me saremo sempre nella stessa situazione — continueranno a etichettare mia sorella come prostituta. Questo è quello che sentiremo. E 12 milioni di dollari per sentirsi dire una cosa del genere sono uno spreco di soldi."

Kyle Kematch alla ricerca delle persone scomparse sul Red River. (VICE News)

Kyle non può ricevere informazioni dalla polizia per lo stesso motivo di Vanessa: gli investigatori non vogliono compromettere il caso e non hanno idea di cosa le sia successo.

L'ultimo aggiornamento sul caso di Amber è arrivato nell'agosto del 2014, quando la polizia ha pubblicato la ricostruzione fotografica di un sospetto.

"Sono passati sei anni e siamo ancora allo stesso punto," dice Kyle. [Gli addetti della polizia] non faranno niente per la mia famiglia. Io continuerò a cercare mia sorella e chiunque sia scomparso."

Vanessa, nel frattempo, continua a oscillare tra la speranza e la disperazione per le sorti di sua sorella.

"Non mi sento più speranzosa," commenta la donna riguardo all'annuncio dell'inchiesta. "Non posso dire: 'Oh mio Dio, sono così felice dopo tutto quello che è successo.' Semplicemente non è lì."

Per Kyle anche la relazione finale dell'inchiesta non servirà a granché: "Niente cambierà, finirà su uno scaffale."


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