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Tecnologia

Le fotografie di GTA sono ancora bellissime

Gli scatti di Harris dentro al mondo di Grand Theft Auto ricordano quelli di Weegee per le strade di Manhattan.

Chiunque sia pratico di videogiochi capisce, su vari ordini e gradi, che i mondi virtuali che si trova ad abitare sono in definitiva delle creazioni fredde e senza vita. Perché ci sarebbero così tanti giochi ambientati in qualche mondo post-apocalittico pieno di zombie, altrimenti? Creare degli ecosistemi che replichino davvero il mondo reale è incredibilmente difficile, se non impossibile, nonostante giochi come Grand Theft Auto si avvicinino all'obiettivo un po' di più a ogni nuova iterazione. Ma anche GTA V era pieno di momenti "uncanny" in cui la sospensione dell'incredulità veniva necessariamente meno.

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Da un punto di vista creativo non è necessariamente un problema, ma titoli ad altissimo budget come GTA sono così centrati sul fotorealismo che difficilmente si confrontano con le proprie limitazioni tecniche in modo interessante e consapevole. Questo non ha impedito ai giocatori di farlo, però.

È uno dei motivi per cui amo i lavori di Duncan Harris. Giornalista per lavoro, Harris produce screenshot (o fotografie virtuali, a seconda di come le si voglia chiamare) per il suo sito, Dead End Thrills. La sua ultima raccolta è tratta da Grand Theft Auto IV e le foto sono straordinarie. Passate in bianco e nero e senza soggetti umani o quasi, le foto dipingono un'immagine desolante del mondo di gioco.

GTA IV è ambientato a Liberty City, che è pesantemente ispirata a New York. I fan della serie hanno sempre ammirato la capacità di Rockstar di catturare lo spirito di differenti città americane, proprio nella grana dei dettagli. Guardando alla nuova serie di foto Dead End Thrills si capisce facilmente perché. Sottraendo i colori ai paesaggi urbani, Harris restituisce a Liberty City una luce cristallina e nichilista. I paesaggi non evocano il sentimento umano tipico dell'opera di fotografi come Bill Cunningham o Henri Cartier-Bresson. Piuttosto, sembrano incanalare la stessa frenetica energia che attraversava gli scatti del leggendario fotografo di crimini Weegee, che sviluppò il suo stile inconfondibile (e il suo pseudonimo) inseguendo ambulanze e auto della polizia su e giù per Manhattan negli anni Trenta e Quaranta.

Ha perfettamente senso dal momento che Gran Theft Auto IV è precisamente un gioco che incoraggia i giocatori a girare per una finta New York City, commettendo ogni genere di crimine per cui noi, newyorkesi in carne e ossa, non potremmo mai farla franca. Harris, però, è estremamente parsimonioso nel ritrarre soggetti umani. Quelli rappresentati—due figure in piedi alle uscite opposte di una stazione della metropolitana, un senzatetto raccolto in posizione fetale sul marciapiede—non fanno che accentuare la desolazione della città. È un'immagine sgradevole e disturbante; una difficile da notare mentre si sta effettivamente giocando. Coerente, in fondo, all'esperienza di abitare in un mondo brutale e combattivo quanto quello di Grand Theft Auto.