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Μodă

Global trend report 2008

La tenuta scelta dai modaioli di tutto il mondo per il 2008.

Questo pezzo fa parte del nostro speciale sulla moda Global Trend Report.

Dopo il disastroso flirt estivo con tutto ciò che è neon, finalmente le carine ragazze milanesi un po’ arty sono tornate al less-is-more. Il colore, specialmente quello acceso, viene usato con moderazione e grande successo, come dimostra la piccola giacca perfettamente rosa portata sopra ad una t-shirt “Commes des Fuck Down”. Se lo stacco di coscia ve lo permette, potreste osare con un paio di leggings neri luccicanti à la Sandy nella parte finale di Grease, che vanno enormemente d’accordo con i tacchi. Le collane colorate in plasticaccia sono un’ultima traccia dello stile new-rave, ma inserite in un tale ensemble diventano una deliziosa manciata di granella di nocciola su un cono di moda e cioccolato bianco.

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Stiamo anche osservando la gradita apparizione delle prime adorabili bibliotecarie elfiche. Abbondano i motivi floreali, specialmente sui foulard e le sciarpette vintage—e i punti extra vanno alle vintage di lusso, di solito Fendi o Hermés. Vi preghiamo di notare che non vengono portate come un accoutrement hippie, ma piuttosto nel modo in cui le indosserebbero una vecchia signora altolocata, o un personaggio femminile di un film di Wes Anderson. La paletta di colori dei vari strati (che di solito includono un abitino vintage, un cardigan, e nella migliore delle ipotesi un cappottino Chloé) va dal beige al verde bottiglia, passando da tutte le sfumature possibili del marrone.

Interessante come alcune stylist all’avanguardia abbiano iniziato ad indossare jeans larghissimi con le gambe arrotolate sulla caviglia, che ci ricordano tanto le TLC o le campagne Calvin Klein del 1994, fenomeno da imputare ad una reazione allergica alla tirannia degli skinny jeans.

In tema con il ritorno degli anni Novanta, le ragazze più attente possono essere viste in giro indossando un bel paio di Doc Martens.

Le ragazze milanesi sono un milione di chilometri davanti alla moda media, ma i ragazzi sembrano essere rimasti un pelino indietro. Alcuni rimangono affezionati al buon vecchio look da nerd composto da occhiali con montatura nera o tartaruga, pantaloni, e maglioni o cardigan in cashmere a tinta unita (meglio se con le toppe sui gomiti) per non rischiare, ma cosa dire dello stylist gay milanese onnipresente? Come un’armata di giovani Karl Lagerfeld, passeggiano per la città con i loro occhiali da sole e i loro guanti in pelle tagliati (a volte ne usano soltanto uno!) come se fossero i padroni della notte. Magari è così! A volte possono essere presi per etero, visto che quasi tutti hanno un sacco di barbetta (come quasi tutti gli uomini a Milano), ma spesso indossano una gigantissima sciarpa nera oversize intorno al collo, che li mette in chiaro tanto quanto una gigante bandiera arcobaleno. Il post-skater milanese, invece, si sta sempre più avvicinando al look da bici fissa—vedi il pantalone arrotolato su una gamba sola. Forse possiede una bici, o forse no, ma di certo fa del proprio meglio per sembrare che ce l’abbia, e che ce l’abbia bella. Nello sforzo di sembrare giovani ed atletici, questi ragazzi sono forse gli unici in tutta Milano a non sfoggiare nemmeno un pelo sul viso.

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Foto: Serena Pezzato e Lele Saveri; testo: Tim Small e Claire MacDonald; modelli: Agnes, Anna, Chiara, David, Giovanni e Tommaso

I berlinesi stanno cercando di tornare semplici e trasandati, cosa che non ci sorprende, soprattutto dopo un’estate infestata di neon new-rave e glitter. I ragazzi in particolare stanno facendo del loro meglio per assicurarsi che i loro vestiti siano sporchi e sgualciti. Il vintage non è più abbastanza. Tutto quel cazzo che indossi deve essere stato in giro e soprattutto non deve essere stato lavato per almeno due decenni. Ci sono anche troppi gioielli in oro e argento in giro, che non fanno altro che dare alle persone un retrogusto di zingaro furtivo. Fortunatamente, ci sono ancora ragazzi che si attengono a un look classico, sartoriale, composto da giacca su misura e pantaloni un po’ meno su misura, con quel tocco lievemente anni Venti. Allo stesso modo le ragazze portano l’onnipresente camicia in flanella, che viene portata grande e larga e spesso infilata nel pantalone. Il rosso è il colore dell’anno. La regola un po’ strana è: più larga la camicia, più stretto il pantalone (o addirittura i leggings). Alle ragazze piace molto anche creare abitini con le t-shirt oversize, spezzate con una cintura pacchiana. Per quanto riguarda questo look, le scarpe più inflazionate sono gli stivaletti Chelsea per i ragazzi e i tacchi oro o leopardati per le ragazze.

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I berlinesi amano ammassare più decenni possibili dentro uno stesso look. Se riesci a combinare una vecchia giacca in denim della Diesel che portavi a scuola, dei pantaloni affusolati di Henrik Vibskov, e i tacchi più assurdi che tu abbia mai visto, sei pronta per uscire. Il rossetto rosso non è più solo poco pratico, ma terribilmente figo. Il capello è morbido e vagamente spettinato.

È un miracolo che nemmeno i pionieri tedeschi della moda si siano ancora stancati degli skinny jeans, anzi, pare che ultimamente sempre più persone stiano indossando questi cazzo di pantaloni ogni giorno più corti e più stretti. Un paio di rinnegate della moda stanno cercando, a fatica, di capovolgere la situazione portando dei pantaloni a vita alta, gamba larga e leggermente scampanata, abbinati a delle piccole bluse arricciate. Buona fortuna ragazze.

Da non dimenticare un classico berlinese, ovvero i gay nightclubber, che stanno cercando disperatamente di aggrapparsi al loro stile anni Ottanta intriso di acidi, come se stesse passando di moda (ha ha ha). Le giacche sono perlopiù vintage, a manica gonfia. Le t-shirt devono essere stampate con grafiche imponenti. Le sneakers devono essere mega ricercate, Reebok o Nike, con un gusto un po’ retro. Un classico berlinese che non morirà mai, come gli scarafaggi.

Foto: Christoph Voy; stylist: Sarah Carsten

Tre sono i look che la fanno da padrone in Inghilterra.

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Il primo è una specie di roba streetwear sottotono. Nel senso, i reppusi un tempo erano entusiasti di aspettare in fila per ore fuori dal negozio di BAPE, e tutto per spendere un paio di centinaia di sterline per delle Dunk fluo e delle felpe col cappuccio rosa camouflage che ci ricorda tanto i ballerini di seconda fila dei vecchi video di Britney. Ma con l’arrivo dell’onda devastante della new-rave e la proliferazione selvaggia di tarocchi della BAPE tra i rude boy di Forest-Hill, sono stati costretti a smorzare i toni delle loro mise e hanno iniziato a portare dei capi da adulto, come le giacche da marinaio, le camicie di flanella, le Vans di Marc Jacobs e i cargo della Dickies.

Poi abbiamo i “retrogoth.” Gli Horrors hanno regalato un biglietto gratis per la patatina a praticamente ogni singolo ragazzo goth londinese. Ma non stiamo parlando di stivaloni borchiati e girocolli in PVC—parliamo piuttosto di una sorta di versione magra di Beetlejuice: jeans neri macchiati, scarpe nere appuntite, t-shirt bianche o nere, e tonnellate di eyeliner. Portano dei libri dentro le tasche dei loro striminziti cappotti, di solito romanzi tetri che fanno da calamita per tutte le ragazzine impressionabili in cerca di amanti intellettuali. Le ragazze goth, d’altra parte, hanno preso una direzione anni Quaranta che le circonda di un’aura da insegnante puritana di scuola cattolica vs mangiatrice di uomini futuristica.

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Il fattore sessuale della retrogoth femminile indugia totalmente sulle scarpe—che sono cruciali nella lotta tra puritanesimo e freak. Se optano per la scarpa sportiva completano il look scolastico, ma se scelgono il tacco vintage potrebbero sembrarvi la cosa più bella del mondo.

E infine abbiamo i tipi ex-hardcore di East London, aka il look della redazione di VICE. C’è niente di più dolce di una dolce, piccola ragazza con degli enormi tatuaggi hardcore? Naah.

Sì, lo sappiamo, quando avranno 60 anni sembreranno degli scroti venosi, ma se state cercando di scoparvi una sessantenne forse dovreste riflettere sul fatto che l’aspetto della pelle è l’ultimo dei vostri problemi. Tutte queste giovani ragazze vanno ai concerti nei negozi della Rough Trade e portano il loro mondo dentro delle borse di tela. Il look dominante è composto dal disequilibrio tra gambette magre fasciate in lycra ed enormi bomber colorati. Questa mancanza di proporzioni può essere bilanciata dal ritorno dei fottutissimi, giganti Doc Martens slacciati. I ragazzi, d’altra parte, non fanno altro che mettersi delle vecchie Vans, le calze bianche, e dei jeans neri strettissimi, completati da un vecchio Barbour e/o da una camicia di flanella a quadri. Questi ragazzi sembrano molto seri fino a più o meno l’1 e mezza di notte, momento in cui si tolgono la maglietta e pogano come teenager nei club, di solito cantando in un modo vagamente gay “Nervous Breakdown” o a volte “Mother” dei Danzig.

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Foto: Ben Rayner; styling: Aldene Johnson

Benvenuti in Svezia, la patria della “ragazza normale”. Dopo che tutti i ragazzi più pallosi di Stoccolma sono andati in sovraccarico emo, le ragazze più sveglie si sono ribellate. Questo significa niente trucco, capelli naturali e fascia elastica pronta per i giorni di vento—il tipo di look che ti fa pensare che se la chiami di pomeriggio per chiederle se le va una birra lei è pronta, vestita e scesa in 15 minuti.

I pantaloni si portano a vita alta, e i Levi’s 510 consumati chiari si vedono spuntare in ogni dove. Niente di luccicoso all’orizzonte—questi vestiti vogliono andare nella biblioteca dei vestiti. Non vogliono disturbare nessuno.

Anche i maschiacci sono un’altra variazione sul tema della ragazza normale. Portano jeans stretti-ma-non-troppo, che magari si allargano un po’ intorno al culo e alle cosce, una t-shirt (con su marche di birra, gruppi preferiti, frasi ironiche) senza reggiseno, stivali bassi scamosciati o Doctor Martens, che sono tornate molto da queste parti.

Vi ricordate di quando gli uomini lavoravano e mettevano su famiglia? Neanche noi, e forse è per questo che tutti stanno cercando di ritornare a quel prototipo. I jeans scolpiti sul corpo non vanno bene, visto che la maggior parte dei ragazzi ha deciso di trovarsi un lavoro serio, e dunque ha bisogno di piegare le ginocchia se serve. Le camicie sono portate dentro i pantaloni e le scarpe non hanno mai, ma proprio mai, le chiusure a strappo. I vecchi orologi ereditati vanno bene.

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Ovviamente ci sono anche eccezioni alla regola. Molti ragazzi gay, e alcuni etero carini e sensibili si stanno lentamente trasformando in curiosi secchioni con occhiali spessi, giacche dell’esercito sempre più grosse, e dentoni sporgenti se la natura gliene ha fatto dono. Sono o così, o altrimenti barba intera e un gruppo doom sempre al loro fianco. Inoltre, il numero dei metallari classici cresce ogni giorno. Avete presente quelli che ad un concerto metal sembrano comparse di Matrix, con zaini che sembrano porcospini di latex? Questi ragazzi sono esattamente il contrario. Vanno pazzi per i Maiden e gli Overkill, si mettono vecchi stivali con la punta di metallo o Reebok bianche da basket, hanno lunghi capelli lisci e giacchette jeans composte al 90 percento da toppe e al 10 percento da tessuto jeans. La toppa sulla schiena di solito è dei Bathory. Spesso si nota una forma tondeggiante spuntare dalla tasca posteriore dei jeans, è la loro scatola di tabacco da fiuto.

Poi c’è la party girl dell’istituto d’arte. Quella che tende a sovrapporre strati di tessuti grezzi e attillati, e non si riesce mai a capire se sia una gonna, una maglia o che cosa. Ma non importa perché tanto l’occhio casca subito sui leggings metallizzati di American Apparel. Queste ragazze sono le uniche sostenitrici del tacco alto in Svezia, a spillo o più largo non importa, basta che non sia più basso di 8 centimetri. Si truccano, ma è una cosa creativa più che di abbellimento. Immaginatevi una Platinette magra e carina e fasciata in poliestere.

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Foto: Maja Flink; coordinatore: Patrick Crotty; modelli: Camilla, Adam, Max, Johanna, Björn e Maja

Leggings neri e ballerine basse (con un laccio intorno alla caviglia come variazione sul tema) continuano a dominare in Belgio, accoppiate, ovviamente, con qualcosa di largo e scampanato sopra, come, per esempio, un impermeabile blu elettrico firmato (indumento completamente inutile in caso di pioggia) o un piccolo vestitino azzurro di cotone. Non dimenticatevi di aggiungere una giacchetta corta e aggressiva per equilibrare l’innocenza di tutto il resto e ricordare alla gente che siete comunque delle fighe. Vans alte e bianche con tight neri è un abbinamento coraggioso, soprattutto con gradazioni chic tipo “donna manager anni Ottanta”.

Le ragazze belghe che si rifiutano di indossare gli onnipresenti vestitini optano per un classico look da ragazzaccia, con jeans neri aderenti e un paio di sneakers con un tocco più femminile, tipo sfumature di oro o argento. E più strati si sovrappongono, meglio è. Mettetevi una cosa sopra l’altra come se vi preparaste ad un’estenuante partita di strip poker: un top aderente, una camicia da ragazzina, qualche altro drappeggio, un cardigan e poi un altro cardigan. Continuate fino a quando non riuscite neanche a piegare le braccia.

Ai ragazzi belgi piace rimanere sul classico ed elegante, con l’eccezione di qualche dandy che, Dio abbia pietà di lui, ancora è convinto che avvolgersi qualche squallido pezzo di maglietta intorno alla testa sia un’audace scelta stilistica. Aggiungete al tutto stivali bassi a punta stretta, occhiali da aviatore e una grossa sciarpa della nonna attorcigliata sempre molto accuratamente intorno al collo, e otterrete il vostro poeta belga, bello e sensibile.

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Altrimenti, i ragazzi belgi rimangono uguali a se stessi, attenendosi strettamente alla combinazione jeans stretti ma non troppo stretti e le classiche Vans. I cardigan vanno portati larghissimi, sia dai ragazzi che dalle ragazze, e possibilmente con una semplice t-shirt. Un dettaglio importante sta nel lasciarlo sbottonato, o solo con il bottone centrale chiuso, per avere un’aria più “Siamo ragazzi come tutti gli altri”. Anche il cappotto va tenuto aperto, in modo da lasciare campo libero ai vari tic tipo ficcarsi le mani in tasca e giocare con le chiavi di casa.

Un’ultima cosa: se volete andarvene in giro per la città vestiti con roba firmata assicuratevi che sembri roba trovata nella pattumiera di fronte ad un ospizio. I belgi non amano sfoggiare. Persino le ultime mutazioni della mania new-rave alla Ed Banger non sono così vistose. Una felpa bicolore verde e blu di American Apparel sotto una giacca di pelle? Circa il 123 per cento dei ragazzi belgi ancora le porta, ma potrebbe andare molto peggio. Gli occhiali da nerd sono carini, e le vecchie sneakers con le chiusure in velcro sono delle ottime alternativa alle “edizioni limitate” sovrapprezzo ricoperte di caramelle o coccodrilli o cagate del genere.

Foto: Jens Mollenvanger

La gente in Danimarca ama considerarsi “tranquilla” e “rilassata”. Si comportano come se non gliene importasse una mazza della moda, o di qualsiasi altra cosa. Non fidatevi. In realtà mescolano più stili possibili per ottenere una specie di nonstile assoluto, che non è proprio una cosa semplice o veloce. Ad ogni modo il look più ricercato è fatto di vestiti disordinati e un po’ sexy (tipo i primi vestiti raccolti da un mucchio di roba sporca sul pavimento di casa).

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Roba vintage (detta anche “Ho-visto-Ragazzi-Perduti- e-non-mi-serve- il-ferro- da-stiro”), combinata con roba di Bernhard Wilhelm e Jeremy Scott va abbastanza forte da queste parti. L’anno scorso erano tutti molto presi dalla moda bimbo (nota anche come new rave), ma ora tanti uomini e donne a Copenaghen, per reazione, si stanno dando al look da boscaiolo, all’anarchismo e all’Islam. Prevediamo che queste saranno i tre tormentoni nascosti della moda nel 2008.

I colori vivaci vanno ancora da queste parti, ma in maniera un po’ più sobria rispetto all’esplosione di vomitevoli fluorescenze dell’anno scorso. Magari accostano un paio di colori primari o complementari, ma senza dare vita al caos psichedelico dello scorso ano. I colori più diffusi sono il viola, il grigio e il rosso.

Per le ragazze: pantaloni a vita alta in abbondanza, malgrado le proteste degli uomini. Un’altra tendenza dominante tra le ragazze, che i ragazzi non sopportano, è quella del look androgino—un sacco di vestiti sono larghi e a strati. Le ragazze sembrano pensare, “Perché mettersi il solito, trito vestitino quando posso stare comoda?”, ma i ragazzi sembrano chiedersi, “Ma tipo, le tette e il culo dove sono?”. L’unico capo che non viene portato largo sono i jeans, che continuano a mantenere le vagine umide e fragranti. Per i ragazzi, i pantaloni della tuta sformati vanno forte, e ma anche i classici pantaloni hanno un certo seguito, perché ti fanno sembrare un vero uomo.

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Un must per ogni ragazza e ragazzo gay è una borsa di tela, possibilmente con un bella stampa di Hvass & Hannibal o del negozio vintage Times Up. Firme come Wood Wood, Stine Goya e Vibskov fanno ancora sensazione, anche se i danesi più sensibili alla moda si sono rotti abbastanza le palle delle felpe superfighe, delle magliette stampate, e di tutti questi articoli ipercostosi per hipster in fase terminale.

Per concludere, un’osservazione importante: I DANESI CON LE SCIARPE CI SI ARRAPANO. A volte usano solo larghi pezzi di stoffa—a volte persino calzettoni o biancheria sporca—basta che serva a coprirsi la faccia. Sarà timidezza? Sarà paura del contagio? Non ne siamo sicuri, ma se sperate di vedere un collo in Danimarca nel prossimo anno, possiamo solo dirvi, in bocca al lupo. Peccato, perché i colli danesi sono assolutamente splendidi.

Foto: Camilla Stephan, testo: Olivia Nergaard-Holm

È ufficiale: i cardigan di lana sono il revival dominante quest’anno. I ragazzi vestiti bene, quelli che sono andati oltre la fissa per i colori dell’anno scorso, hanno cambiato del tutto direzione e sono diventati nonni. Nonni con un certo stile, che rimediano un sacco di figa. Camice button-down, magliette semplici, jeans comodi o non troppo stretti, e le care vecchie Sperry Top-Siders vanno per la maggiore. Le sciarpe continuano a dominare, ma almeno non sono più kefiah. E poi, vi potete anche mettere un cappellino in testa se vi va. Perché no, cazzo?

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Alcuni ragazzi ancora si ostinano a seguire le tendenze, e i poveretti moriranno con le loro edizioni limitate di comesichiama strette al petto. Si mettono cose “reperibili solo in Giappone”, e sono molto esigenti in fatto di orologi. Qui un ragazzo si mette un orologio “Casio dorato seconda edizione vintage, spedito direttamente da Taiwan”. Si interessano solo a marchi come Carhartt, Element e Blue Blood.

Buone notizie però, le magliette tutte stampate sono scomparse.

Le ragazze si mettono ancora un sacco di colori accesi, fantasie complicate e accessori carini e vistosi come lacci arcobaleno e larghe cinture di cuoio. Vestiti a fiori anni Ottanta e minigonne acide vengono saccheggiate dai negozi vintage in tutta la città, e i tight opachi e irregolari non accennano a scomparire. Qui combinano roba vintage assurda con roba nuova assurda tipo le pantacalze American Apparel di lamè dorato, calzettoni da danza con fantasie navajo, e ballerine leopardate. Follia pura!

I giovani di tendenza amano personalizzare i propri vestiti. Tutti si staccano il collo delle felpe, oppure imparano a lavorare a maglia o si comprano macchine da cucire e si attaccano toppe, parti di pelliccia, e persino interi orsetti sulle giacche. I parrucchieri non vanno molto da queste parti—i ragazzi si scolpiscono i capelli a vicenda, o da soli, per risparmiare soldi per comprarsi le sigarette Pink Elephant, che sono delle sigarette rosa al gusto di vaniglia. Adorabili!

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Foto: Angga Pratama

Alle ragazze di New York non piace più avere un aspetto carino ed innocente, no, di questi giorni preferiscono essere dark e conciate e magari fatte di speed e di roba. Vogliono apparire un po’… eccentriche. Da qui il massiccio revival del look alla Edie Sedgwick. Ogni santa notte ad ogni santo bar troverete almeno una-ragazza-una che cerca disperatamente di reinterpretare lo spirito della sopravvalutata, povera-piccola-ricca amica di Andy Warhol. Queste ragazze indossano degli adorabili abitini, e li portano con i tacchi più spaventosi e dolorosi in commercio. (Se siete dei maniaci succhia-alluci, benvenuti a New York, la vostra nuova, personale Shangri-La.)

Parallele alle Edie abbiamo le Mary-Kate Olsen wannabe: sono le fighettine che vedrete in fila da Starbucks, perse in una relazione ai limiti del sopportabile con i loro BlackBerry, con indosso delle cazzo di scarpe goffissime e dei cappucci di dimensioni giganti per proteggerle dal loro nemico naturale, la luce del sole. Essenziali per completare questo look sono gli anelli, grossi e tanti (uno per dito) e gli occhiali da sole macro, vintage, che guai a dirglielo ma a noi sembrano terribilmente uguali a quella merda che portava Bono nei primi anni Novanta.

Queste ragazze esplodono in attacchi di rabbia come nessuno mai, e per questo motivo tendono a circondarsi di maschiacci. Che sono le ragazzine androgine con i capelli cortissimi che potete vedere fumarsi triplette di sigarette fuori dall’Earnest Sewn alle 11 del mattino—ancora totalmente ossessionate da James Dean e Morrissey a cui ora, per il terzo anno di seguito, vogliamo dire ufficialmente che voi, carine, ben vestite, ricche stronze fashion victim siete riuscite a rovinare tutto quello che rappresentavano gli Smiths per i loro veri fan, quindi andatevene a fare in culo.

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Lo stile dei ragazzi di New York è un gran miscuglio. Praticamente tutti hanno lo stesso look, e puntano sugli accessori. Se ascoltate i Justice e gli LCD Soundsystem probabilmente possedete un paio di stivaletti in pelle lucida di Schmoove e dei pantaloni così stretti che prima di infilarli vi tocca spalmarvi di borotalco.

Andate in skate e ascoltate i Children of Bodom? Allora vi garantiamo che avrete una scorta per la vita di camicie e giacche in flanella nel vostro armadio. Ragazzi del genere sono sempre circondati da una crew di “fan” maschili ben vestiti che lavorano da Opening Ceremony o cercano disperatamente di sembrare tali.

Questi fan dello skate non appena sentono in lontananza il rumore delle rotelle sull’asfalto esplodono in erezioni pavloviane. Portano anch’essi tonnellate di flanella, ma di solito la abbinano con degli inaspettati cardigan (che sono ubiqui, tanto da essere arrivati fino al fondo della catena sociale della moda newyorkese, aka le persone che fanno “marketing”), e a volte anche una cravatta. Può capitare che possiedano anche dei gioielli bizzarri—cosine intagliate in dente di cucciolo di puma o qualcosa di altrettanto ridicolo. Occasionalmente potrete osservare questa razza indossare una “murse” (man purse) di uno di quei posti carini tipo Prada o Jack Spade.

Foto, testo e styling: Annette Lamothe-Ramos.

Cercate di togliervi di testa la il prototipo della losangelina abbronzata, siliconata e priva di classe. Provate invece a puntare l’attenzione sui ragazzini di Echo Park o Los Feliz. Li troverete molto probabilmente tutti schiacciati dentro un karaoke bar da due soldi in Korea Town alle quattro di mattina, abbracciati, intonando la colonna sonora di Arthur (“If you get caught between the moon and New York Ciiiity”) fino a rimanere senza fiato.

Per quanto riguarda le ragazze, più giovani e carine riuscite ad essere, meglio è. Se riuscite a combinare un paio di teneri calzini alla caviglia con delle decolleté a punta scoperta e il vestito più corto del mondo, è oro. Tutte queste vengono da scuole private, hanno palate di soldi e adorano marchi come Jovovich-Hawk, Anna Sui e Vivienne Westwood. Portano anche grossi, alti tacchi di Chloé con qualsiasi outfit, che ci stiano bene o no.

Poi ci sono le ragazze folk. I vestiti della nonna non hanno mai smesso di andare di moda sulla West Coast, e queste ragazze sanno benissimo dove trovarli a poco. E più sembrano dei sacchi di patate multicolore, meglio è. Questo look è perfetto se completato con un paio di sandali in pelle, o ancora meglio con delle scarpe ortopediche da nonna. Di tanto in tanto osano con un paio di shorts a vita alta tirati fuori dal vecchio armadio della mamma. Lo sappiamo, a parole sembra terribile, ma in un modo o nell’altro funziona. Di solito questo tipo arriva dal nord della California o posti random come il Tennessee, e gli piace un sacco partecipare a sessioni di canto corale da sbronze e mettere l’LSD nel budino.

I ragazzi si assomigliano un po’ tutti. C’è da dire che adorano i jeans stretti di APC. Acquistare del denim in qualsiasi altro posto è praticamente un crimine. E preparatevi a ore ed ore di occhiatacce se solo provate a portare qualcosa con la vita vagamente bassa. Capita che un ragazzo ogni tanto provi a mettersi un paio di occhiali alla Buddy Holly (senza prescrizione, ovvio) per raggiungere quel look da “sfigato/simpatico” per cui le giovani di Los Angeles fanno gli occhi a cuoricino. La maggior parte di questi ragazzi suona la chitarra in una band, sempre che non siano dei giovani scrittori intimisti. Amano film come Il Lungo Addio e ascoltano un sacco di Belle and Sebastian quando sono tristi. Tendono anche a portarsi dietro delle piccole bottiglie di Johnnie Walker (Black Label!) nascoste nella tasca interna della giacca.

Foto: Travis Schneider; styling: Ivy Jarrin @ Margaret Maldonado Agency; testo: Annette Lamothe-Ramos.

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