L'ultimo dei blogger
Art by Lia Kantrowitz, images via Hipster Runoff

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Tecnologia

L'ultimo dei blogger

Ascesa e declino di 'Hipster Runoff', il blog americano che ha segnato la storia della cultura hipster.

Prima di essere nominato Hipster del decennio, prima di coniare sottogeneri musicali e di aiutare il New York Times a capire la cultura "alt", Carles era un blogger che parlava di musica come tanti altri, che voleva vedere il suo sito comparire su Hype Machine. Il motore di ricerca di musica utilizza un algoritmo e se il vostro sito soddisfa le specifiche, siete ufficialmente un "influencer". E Carles è stato esattamente questo, per un po' di tempo.

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E forse lo sarà di nuovo. Anche ora che ha messo in vendita la sua creazione, il suo "blog di cui vale la pena parlare." Quali che siano le vostre opinioni sul controverso Hipster Runoff (HRO per gli affezionati), bisogna ammettere che non esiste nient'altro del genere su Internet.

HRO è parte della cronaca della scena hipster, in parte una spietata satira di quella scena, in parte clickbait senza vergogna, in parte critica auto-riflessiva di tutta la cultura digitale. Il suo autore, che risponde al nome di Carles, il Principe dei Blog, e che finora è rimasto anonimo, parla soltanto in modo molto artefatto, colmo di ironia, sarcasmo e con un disprezzo facilmente smontabile per tutto ciò che è mainstream. I post includono titoli come "Animal Collective is a Band Created By/For/On the Internet" e "My job/career does not align with my true personal brand. [La generazione Y e il lavoro mainstream]."

L'apogeo del sito è stato intorno al 2010, quando la ricerca di Carles per "l'autenticità" era sia l'incarnazione dei valori hipster sia la sua critica più dinamica (e divertente), fino alla sua implosione ispirata da Lana Del Rey.

HRO è diventato un documento vivente di un momento singolare nella storia dell'internet. Una storia in cui un tizio strano, senza l'aiuto di un marchio o di finanziamenti, senza farsi inghiottire da una società di media, ma soltanto con il suo blog ha trovato la via per la fama e il profitto—e HRO è riuscito a farlo parodiando spietatamente i suoi lettori, l'infrastruttura e la cultura stessa che ha reso possibile la sua esistenza. È molto poco probabile che accadrà mai qualcos'altro del genere.

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"Forse Hipster Runoff è stato l'ultimo sussulto della vera cultura di Internet," ha detto Tim Hwang, l'imprenditore e organizzatore di ROFLCon. "Nel primo periodo del web riuscivi a diventare famoso in internet ma dopo che il tuo momento era finito tornavi semplicemente alla tua vita normale."

Il sito viene descritto come "un famoso sito che è diventato inattivo ma genera ancora traffico. Citato in link sul NYTimes, Gawker, Wired e altri. Grande opportunità per prendere il brand e ricostruire un pubblico."

Questo è lo stato attuale di Hipster Runoff. È in vendita su Flippa, la casa d'aste online in cui Carles ha messo in vendita l'impresa, assieme a tutte le sue proprietà sui social media per 21.000 dollari.

"Sostanzialmente ho perso interesse per Hipster Runoff come medium espressivo," mi dice Carles, rappresentato sul mio schermo dal suo avatar di Gchat di Coach Taylor. "Ho generato più parole e contenuti della maggior parte degli esseri umani sul pianeta, quindi mi sembra comprensibile che alla fine io non ne possa più," mi ha detto. Non sta esagerando. Negli anni Carles ha pubblicato migliaia di post su HRO, molti di essi davvero lunghi. "Sono stato fortunato ad avere un piccolo business gestito solo da me e redditizio per così tanto tempo."

Nel 2012 Hipster Runoff veniva visitato 2,2 milioni di volte al mese. Non male. A metà del 2014 ho mandato a Carles una mail offrendogli di "ricostruire il suo brand" con un'intervista. Sono passati mesi e mi sono dimenticato della mail, fino a che nel gennaio 2015, dal nulla, ho ricevuto una risposta.

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"Come va fratello," mi ha risposto Carles. Ha acconsentito all'intervista preferendo però Gchat, perché, a detta sua "sento che così l'intervista andrà meglio, o qualcosa del genere."

Si è così sviluppata una chat durata molte ore, nella quale Carles, senza mai uscire dal suo personaggio, mi ha parlato di HRO, del business legato all'internet, dell'impatto che ha avuto sulla sua vita e perché alla fine ha lasciato perdere il sito.

Una teoria unificata sull'ascesa e la caduta di Carles iniziava a prendere forma: come ogni altra piattaforma online che ha avuto successo in quel periodo, Carles aveva intenzione di espandere la sua portata, di ingrandire la sua operazione. Dopo aver sfondato con i suoi articoli "autentici" sugli Animal Collective e sul fatto di andare ai concerti come fan dell'indie ormai cresciuto, ha iniziato a postare contenuti che facessero clic, pubblicando post trash che venivano messi in "vertical" dedicati ai gossip sulle celebrità (prendendo intanto in giro questa pratica), e dopo aver raggiunto milioni di visitatori e non sapendo più in che direzione andare, è imploso.

Ho iniziato a sospettare che la storia di Hipster Runoff fosse per molti aspetti la storia degli ultimi dieci anni dell'internet.

"Carles" è in realtà Carlos Perez, un texano di 29 anni che descrive se stesso come un "bro from suburbia" con una laurea in contabilità presso la Tulane University. Nel 2007, quando aveva 22 anni, come molti altri studenti con lavori di merda, Carlos iniziò a tenere un blog. Decise di rimanere anonimo. "Avevo un lavoro all'inizio, ma forse non volevo che il vero "me stesso" compromettesse il messaggio, forse," mi ha detto Perez. "Mi sembrava di avere un'aura mistica, ma con il senno di poi probabilmente ho limitato le mie opportunità rimanendo anonimo."

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Ha insistito sul fatto che il suo anonimato non era "assolutamente ponderato o simili," e sia il New York Magazine che Gawker avevano speculato sulla sua identità, confondendolo per lo scrittore Tao Lin. Mi ha incoraggiato a scrivere il suo vero nome "se questo ti aiuta a scrivere ciò che devi," e mi ha mandato una foto di Photobooth di se stesso. Ecco Carles nel 2015:

All'inizio la missione era modesta. "Il mio obiettivo originale era quello di far andare il mio blog su Hype Machine," ha detto Carles. I primi post su Hipster Runoff sono relativamente poco divertenti, con riflessioni non memorabili sui Feist e i Sonic Youth, e alcuni link a dei remix. Era un onesto membro di una costellazione di blog offbeat amatoriali che alimentavano una qualche versione di una controcultura digitale, quando i punk e i nerd utilizzavano Wordpress per trovare nuovi artisti ed elevarli a una qualche fama, solo perché era eccitante essere "i primi" a scoprirli, prima che la blogosfera si commercializzasse completamente.

"Credo che ci fosse una "scena" di persone nell'internet che cercavano canali di musica non tradizionali che potevano essere facilitati soltanto da un network in ascesa," mi ha risposto Perez quando gli ho chiesto perché aveva iniziato il blog. Poi c'era Hype Machine. "Ero molto felice quando ci sono arrivato," ha detto. Ma era già troppo strano anche per Hype Machine. "Hype Machine mi ha tolto dalla lista perché "non ero materiale abbastanza bloggy e mp3" e "cattivo."

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Presto Carles si orientò verso post tutti in maiuscolo e cominciò a prendere in giro le band che gli piacevano perchè usavano le GIF. Nel 2007 coniò termini come "bloghouse". Spesso metteva delle parole chiave all'interno delle citazioni, in quello che sarebbe diventato il suo "stile caratteristico"—denotando parole che sarebbero altrimenti imbarazzanti per chiunque consideri se stesso "alt".

Ma emergere ironicamente dal fango era l'ingrediente segreto di Carles; un'impacciata onestà proveniente direttamente dalla sua vita o misteriosamente rievocativa di essa. Prendete uno dei primi post, 'Rod Stewart Was My Dad's Favourite Singer'. Ecco cosa diceva.

"Non mi dimenticherò mai il giorno in cui ho vinto un walkman alla lotteria. Mio papà tornò a casa con il suo primo CD." Era Rod Stewart Unplugged.

"Dopo il divorzio, mia madre iniziò a cambiare sempre stazione quando la radio trasmetteva canzoni di Rod Stewart. Qual è stato il vostro primo CD?"

Questo è classico da Hipster Runoff dei primi tempi. È un bizzarro piccolo post, ironico, che non riesci a capire se sia completamente uno scherzo o lo sia solo in parte.

Nel 2008 Perez aveva più o meno sviluppato del tutto il personaggio che sarebbe stato il traino di HRO. Carles aspirava ad essere "relevant, bb" e "autenthic" e avere una "meaningful experience" del consumo dei prodotti "for all the right reasons" abbracciando la cultura "alt" in trend come la "chillwave" e rifiutando i "lamestream bros." Esponeva senza giri di parole gli stratagemmmi che i tastemaker hipster e la pubblicità utilizzava per creare la percezione che esista un'esperienza migliore e più originale di quella vissuta dall'americano medio, al contempo sostendolo. Questo è il punto più alto della cultura hipster sia online che offline, e come Pitchform Reviews, Carles rendeva indistinguibile il confine tra la devozione servile ai prodotti di quella cultura e la parodia di essa.

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Il blog iniziò ad avere seguito. I suoi post iniziarono a diventare virali. Mi ricordo di essermi imbattuto per la prima volta in HRO con " U, Me, and Every Concert We Attend". Era divertente leggere la lista delle caricature degli spettatori dei concerti e ridere degli stereotipi; dall'altra parte era un pugno nello stomaco riconoscere se stessi nella massa.

Al tempo anche io avevo un blog, ed ero mortalmente invidioso di HRO; era un blog completamente unico, odioso in modo ribelle e in qualche modo dolorosamente vero. Che cosa diavolo stavo facendo io invece?

Beh stavo cercando di fare ciò che molti tentavano di fare, cioè costruire un "media brand" semiserio con poco di più che un login Wordpress. Lo facevo per divertimento, ma pensando che magari non sarebbe stato sempre così. Allora i media online erano frammentati in dozzine di panorami di social media variegati.

Twitter e Buzzfeed erano stati fondati solo due anni prima, e non c'erano Tumblr o Instagram famosi. Le persone leggevano i blog. Era abbastanza facile ottenere una buona quantità di attenzione con una voce forte e un buon argomento, e grazie a link di oulet più famosi si poteva vedere il proprio traffico aumentare esponenzialmente.

Questo era il contesto in cui HRO venne lanciato, e marca uno strano periodo di sbandamento per i media online. Tim Hwang è d'accordo. E chi meglio di lui: tra il 2008 e il 2012 mise assieme le personalità più virali dell'internet per la ROFLCon.

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"In quei quattro anni abbiamo visto una reale transizione verso una professionalizzazione dei meme e dell'attenzione ottenuta su internet, sostanzialmente," mi ha detto Hwang. "Hipster Runoff è probabilmente un indicatore della direzione in cui sarebbero andate le cose."

Intanto la cultura Internet cresceva e si espandeva.

"Penso che stesse giocando a quel gioco e che si divertisse a prendere per il culo un tipo molto specifico di persone presenti su internet nel 2007 e 2008," ha detto Hwang di Carles, "ma quel tipo di persone sono diventate sempre di più, fino a quando non hanno saturato l'intero spettro visivo, direi."

In altre parole, la scena alternativa che Carles parodizzava si stava spostando dall'essere una nicchia, all'essere una normalità online—l'hipsterismo sopravvisse, e semplicemente si distribuì equamente ovunque. I festival musical si sono trasformati in un'industria da miliardi di dollari. Le band indie faticarono a farsi considerare ancora 'alternative' a chissà cosa. L'ironia pungente divenne la normalità, il sentimento predominante dei blogger "professionali."

Ma anche Carles era all'apice in quel momento. La sua imperscrutabile blog-art attraeva un'audience crescente e sempre più sensibile—i suoi post generavano centinaia di commenti divertiti—ed erano spunto di accese conversazioni. Ha attaccato i Radiohead, l'iPhone, gli Arcade Fire, il Coachella. Faceva riferimento, in maniera spesso agghiacciante, a personaggi come "unchill AZN bro" e generi come lo "slutwave."

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Talvolta metteva da parte i commenti sulla 'scena' per ciò che Perez descrive come "post formativi pre-ThoughtCatalog che 'venivano dal mio cuore' e fornivano un'istantanea diretta di ciò che stava succedendo."

In un comunicato del genere, dal titolo brutalmente e imbarazzantemente onesto "Il mio lavoro/carriera non si sposta con il mio essere personale. [La Generazione Y e il post di lavoro mainstream]", ammette, "Sono preoccupato per il futuro. Mi vedo perdere sempre più valore, e continuo a trovare nuovi modi per imparare meno. Non penso che avrò i soldi necessari per vivere quando andrò in pensione." Questa è la portata della recessione, la generazione di Carles si stava sbattendo per trovare un lavoro, figuriamoci cosa significava trovarne uno con un "valore."

Perez si è spostato molto durante i suoi anni Runoff, da New Orleans a Chicago e poi di nuovo a San Antonio, la sua città natale. Infine è rimasto lì perché in famiglia qualcuno non stava troppo bene. "Sento che i miei genitori sono affetti da un qualche problema di salute che mi fa venire voglia di rimanergli accanto," mi ha detto.

Nel frattempo, dietro al CMS, 'Carles' stava diventando lui stesso una sorta di celebrità 'alt'; le band e le personalità di cui parlava cominciavano a contattarlo. "reagivo tipo, oh, i Vampire Weekend vogliono farsi un giro con me, mi sa che non posso insultarli o parlarne male," ha detto. "Ti senti in qualche modo considerato perché sei un blogger e sei presente nel backstage, o qualcosa del genere," ha detto. "Era lo strano reame delle celebrità reali e delle celebrità alt."

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Viveva grazie al blogging, a questo punto, e lo stipendio era "decente."

Nel 2009 i lettori di Gawker hanno votato Carles come Hipster del Decennio, battendo il suo avversario, il co-founder di VICE Gavin McInnes, di 10 sostanziosi punti percentuali.

Mentre il suo profilo continuava a crescere nel 2010, Carles era più piacevolmente ironico e focalizzato sulla 'scena' di sempre. Quindi ha senso il fatto che abbia poi inventato il genere musicale più auto-referenziale di sempre, il Chillwave—il suono di "qualcosa che suona da un vecchio VHS trovato nel tuo attico dagli anni '80/'90." La traccia più conosciuta del genere, 'Feel It All Around' di Washed Out, è ancora la colonna sonora di Portlandia.

"Il Chillwave è un bell'esempio del potere monetario della blogosfera che influenza la cultura quando la "creazione dei gusti" era ancora competenza principale degli "mp3 blog'", mi ha detto Carles. Per la cronaca, sì, gli piace ancora. "Il Chillwave è ancora figo… Ritengo che i miei gusti si rifacciano sempre alle vibrazioni aurali del chillwave. Probabilmente diventerò tipo 'quel vecchio che pensa che i Beatles siano fighi' ma con il chillwave."

Anche i trend writer del The Wall Street Journal e del The New York Times ci credettero. Carles, ovviamente, usò le luci della ribalta per pubblicizzare il suo brand di t-shirt 'Genre Shirt.' Un'altra maglietta della sua linea, 'I Am Carles', ha aiutato a lanciare la carriera della modella Bebe Zava dopo che ha posato indossandola.

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A inizio 2011, Carles ha annunciato di stare per mollare. In un breve post ha scritto: "Penso di aver fatto tutto ciò che c'era da fare in questo progetto. Non riesco a pensare a me stesso in altri contesti di blogging, mai più, perché sento di aver parlato di tutto ciò di cui potevo parlare e sono ormai schiavo di noiosissimi meme alternativi… Grazie per i ricordi. È stato bello. Mi scuso se ho fatto soffrire qualcuno."

In un post-scriptum inviato a Gawker, ha spiegato che "in un mondo pieno di tumblr, twitter, liste e intensi cicli di meme, non penso ci sia niente di divertente o speciale nel fare il blogger." Ha aggiunto che "se mi fossi potuto svendere, l'avrei fatto, ma quella opportunità non è mai arrivata, e probabilmente non sarebbe mai arrivata per Hipster Runoff."

"Il problema riguardava l'incertezza nel tipo di traffico," mi ha detto—e considerando il fatto che il suo annuncio è stato coperto dalla maggior parte dei media, la portata e l'importanza del suo blog era evidente. Non è ancora possibile dire con certezza se quello fosse solamente un altro scherzo, se l'autore fosse sincero, o se si trattasse dello scherzo definitivo che annullava tutti gli scherzi precedenti.

Invece che mollare e basta, Carles ha retto il gioco (e ha preso in giro) i media che lo stavano soffocando, cioè le fabbriche non-stop di clickbait come Buzzfeed o l'Huffington Post.

"Sono sorpreso che la pratica del clickbait non sia giunta prima," mi ha scritto in una mail riguardo Hipster Runoff Jonathan Zittrain, un professore di Harvard Berkamn che studia l'utilizzo di internet. "Gli ingredienti c'erano fin dall'inizio per testare in maniera selettiva diversi argomenti e titolo, ed è incredibile che l'attuale sistema esemplificato da Buzzfeed ci abbia messo così tanto a prendere piede.

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Quando è arrivato, Carlrs si è adattato. Vista l'urgenza di generare più visite, o di commentare questa futile pratica, Carlos ha lanciato dei 'vertical' come l'Alt Report e il Mainstreamer, dove postava contenuti non-sense come quelli di TMZ. Ovviamente è qui che si generava la maggior parte del suo traffico—Perez mi ha fornito l'accesso al suo Google Analytics, e la maggior parte dei suoi top post sono, ovviamente, relativi a celebrità. Un post sul pene di Chris Brown era uno dei più famosi, ha portato circa un milione di visite.

"Se riesci ad avere una 'voce originale' su internet, finirai per continuare a creare 'content vertical' per poter essere capace di commentare qualunque cosa su internet, usando la 'voce' per raggiungere le persone ed essere capace di vendere pubblicità a prezzi da testata," ha detto Carles.

Carles ebbe l'attenzione di quell'audience, che gli faceva guadagnare 250.000 dollari all'anno, fintanto che ciò non rischiò di farlo impazzire

Scrivendo a Splitsider, Rob Trumpet definisce l'aggiunta di Alt Report "l'inizio della fine" per Hipster Runoff.

Carles se ne frega.

"Sì, il mio obiettivo non è mai stato quello di diventare uno scrittore. Ero più che altro interessato a usare internet come esperimento comunicativo, e probabilmente a 'creare delle reazioni' con contenuti non-tradizionali collegati a formati più standard," ha detto. Carles stava spingendo i limiti dello stesso sistema, per vedere quanto poteva sfruttare il suo prodotto satirico, lo scherzo si annullava da solo diventando sempre più grande—per esempio con un post ammiccante su Zooey Deschanel, i lettori si sarebbero divertiti lo stesso se non avessero saputo che era uno scherzo?

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"Penso che per rapportarsi alla vita come un online content creator, la grandezza dei contenuti deve essere sempre tenuta a bada," ha detto. "Sembra che i vlogger di Youtube debbano postare un video da 10 minuti ogni giorno, che sembra una cosa impossibile, ma è ottimizzato per il modello pubblicitario. Sono stato fortunato ad aver avuto un ruolo 'importante' in un periodo in cui internet non era ancora così vasto, e c'era una metrica monetizzabile che mi permetteva di continuare a creare contenuti per un audience di cui avere l'attenzione."

E Carles ebbe l'attenzione di quell'audience, che gli faceva guadagnare 250.000 dollari all'anno, fintanto che ciò non rischiò di farlo impazzire.

A fine 2011 Lana Del Rey arrivò nella scene 'indie' con un controverso look da "vintage gangster" e un sound perfettamente costruito. Per Carles lei era l'apoteosi di un 'prodotto' accuratamente progettato per piacere alla contro-cultura dei blog che lui amava, frequentava e parodizzava. Il cinismo di Carles, che era cresciuto assieme alla sopracitata professionalizzazione della musica indipendente—la trasformazione di Pitchform in una grande media corporation, le band 'indie' che diventavano partner di vendite di linee come Urban Outfitters, Bon Iver che diventatava lo sponsor di brand di whiskey—aveva raggiunto il suo punto limite.

"In sostanza, lei era un'artista mainstream fallita che stava venendo 'ribrandizzata' da una major. L'appeal delle sue canzoni funzionava per i frequentatori dei blog indie che potevano catapultarla sotto le luci della ribalta," ha scritto Carles in un 'exposé' che è diventato in fretta uno dei suoi post più popolari. "La sua carriera lavora contro gli ideali indie per cui se hai 'abbastanza talento', ce la puoi fare. Si è riconfezionata come una morettina con le labbra piene di collagene travestita da figa lofi diy." ha sbuffato HRO. "Lana Del Rey continuerà ad ingannare la indiesfera, o noi blog proteggeremo la nostra voce che fa tendenza e le andremo contro?"

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Il sarcasmo tacito, ovviamente, implica che niente di tutto ciò dovrebbe davvero essere importante per nessuno, ma il fatto che le sue diatribe su Lana Del Rey siano anche state le sue più grandi hit—combinate con la delusione celata dal sarcasmo—ha spedito Carles nella sua infame spirale di morte bloggata live. Su LA Times l'hanno definito un "tracollo psichico."

"Penso davvero che l'era di Lana Del Rey sia stata il mio boom di traffico più consistente, che mi ha probabilmente dato il maggior 'riconoscimento.'" mi ha detto Carles. "Ma ha anche decostruito il mio 'successo' come influencer percepito, basato sul rumore sui social media & sull'approvazione degli analytics."

Era successo, questo? Carles l'ha perduto. In un post chiamato Lana & Me: Our Dark, Abusive, Co-Dependent Relationship on the Content Farm con cui chiunque abbia speso abbastanza tempo a lavorare in internet può relazionarsi, decostruisce l'economia online e il suo ruolo in quanto blogger "di rilievo":

"Ho un blog chiamato HIPSTER RUNOFF," comincia. "Ogni giorno, mi sveglio, apro il mio portatile, e scrivo parole che sono conservate in internet come 'contenuto.' Il mio obiettivo è 'ottenere più hits' possibili perché, metaforicamente, 'ho bocche da sfamare.' Realizzo che a questo punto non importa se il mio contenuto è 'premium', prosa web scritta in modo pseudo-brillante o solo 'un'onda da link-bait', sono stato fortunato abbastanza da non perdermi nella 'coda lunga' della musica indie+blog-di-copertura-opinionisti-da-Gen-Y. Ogni giorno, faccio razzia di diversi argomenti che fanno rumore, sfruttando la mia voce, ma più importante, la mia posizione in quanto 'fonte riconosciuta di buzz' per provare a ingannare le persone nel credere che io sia 'rilevante', il che fondamentalmente significa solo che sto cercando di far sì che le persone parlino del mio blog e diventino dipendenti dal mio marchio web anche se lo odiano."

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C'è la sensazione, come sempre, che ci sia più della sola frustrazione—che l'uomo dietro Carles stia anche avendo una crisi esistenziale, dopo aver votato la sua vita e il suo lavoro a qualcosa di così superficiale e limitante. Cambiò il nome di HRO a Lana Del Report. Non tweettava altro che "aiuto." Alla fine, è cambiato poco.

"Lana Del Rey continua come 'artista' che significa qualcosa per il grande pubblico, mentre io sono ancora intrappolato nel ruolo di fonte mediatica mutevole che deve continuare a lanciare 'presunti trend' contro il muro perché rimangano attaccati," ha detto Carles.

In un bizzarro cambio di tono, Carles mi ha detto che una volta ha incontrato Lana Del Rey di persona, ad una festa a LA. "È stato a casa di Eli Roth dopo il Coachella," ha detto Carles. "Non so neanche se lei sapesse chi fossi, ma c'è stata senza dubbio uno strano scambio quando ci siamo stretti la mano. Non so, è stato strano."

Il traffico ha continuato ad arrivare, così come lo stupore, i commenti e il disprezzo—Justin Vernon dei Bon Iver è noto avergli detto che "faceva fottutamente schifo." Fu assunto per un breve periodo come contributor a Grantland, dove si occupava di sport, tecnologia e intrattenimento, in una sorta di versione vincolata di se stesso.

"Sembrò più di un' 'opportunità'. Come una 'validazione' o come se potessi 'crescere' per essere parte della famiglia ESPN/Disney (cosa che credo sia probabilmente vera). Mi pagavano piuttosto decentemente, e sono grato/non voglio sembrare irrispettoso, ma credo che in un certo senso la cosa incarni il reame mutevole degli argomenti netstream per cui ho perso interesse," ha detto Perez. "credo che alcuni 'bros' lo apprezzassero, altra gente pensava fossi 'fottutamente sfigato'."

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Carles ha continuato a scrivere per il resto dell'anno su HRO, prima di sfumare gradualmente e poi sparire, essenzialmente per sempre, nel 2013.

A quel punto, gli altri 'blogger' prominenti erano in declino o spenti da tempo. Le blogstar politiche come Ezra Klein e Matt Yglesias erano stati assorbiti da tempo nella macchina dei media mainstream. Andrew Sullivan, lo ur-blogger, annunciò in quel periodo che si sarebbe allontanato dal suo blog nel Gennaio 2015. "Avere un blog personale è un po' old school," ha detto Hwang. L'Hipsterismo, anche, era in declino; la rivista n+1 pubblicò una "indagine sociologica" chiedendo "Che cos'era l'Hipster?"

Dunque quando Carles riemerse con un paio di nuovi post nel 2015, e un annuncio che stava vendendo Hipster Runoff, apparse su un paio di testate della vecchia blogosfera che frequentava una volta, ma niente di più. La critica culturale era saliente come sempre, ma l'approccio sembrava datato, o semplicemente bizzarro per il nuovo pubblico.

"C'è la sensazione che nessuno sappia quale sia il gioco ora," ha detto Hwang, "Che tu sia un professionista o meno. Chiunque usa Twitter, Facebook o Instagram, e questa è la transizione che ha preso piede—in quel periodo diventare famosi è diventato un processo molto più auto-consapevole."

Dunque ha senso che Carles stia andando oltre—c'è poco altro per lui da fare, poco altro di cui dare prova. Il mondo online che lui biasimava è diventato quello in cui noi tutti viviamo; la cultura hipster ha permeato ogni cosa, dai nostri banner pubblicitari alle nostre sit-com, alla nostra musica.

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"Carles l'hipster si è de-hipsterizzato," ha detto Hwang. "È diventato così estremo e così monetizzato e così ridicolo che persino il tizio che stava interpretando la parodia di se stesso non poteva andare oltre."

E così, Hipster Runoff è stato ufficialmente venduto. Il compratore, dice Perez, è "un bro dall'Australia" che gli assicura che il sito è "in buone mani." Gli assicura che ha seguito HRO "since Justice was bloggable." (Un'altro offerente serio, mi ha detto Carles, era il comico Hannibal Buress). Ora, tutti i contenuti di Carles appartengono a qualcun altro; uno sconosciuto uomo d'affari, forse un fan, forse no, e il fato degli archivi del sito è interamente in mano sua—è quasi appropriato che i registri di questa arte performativa unica nel suo genere rischino di essere completamente cancellati, o di cadere lentamente vittime di link-rot, o di essere trasformati in un'impresa SEO.

Ma cosa succederà a Carles? Perez sempra di buon umore. Vivrà dei profitti per un po' mentre cerca una nuova avventura. Insiste sul fatto che sta effettivamente demolendo il suo personaggio; in vero stile Carles, ha lanciato un nuovo blog, Carles.buzz, per documentare "Gli ultimi giorni di Hipster Runoff" mentre sceglie un compratore per il sito, e per promuovere un ebook, il giustamente intitolato Nothing Matters.

"Penso che quella sarà forse la sua eredità: in quello strano punto di confine tra prima che la cultura web diventasse molto commercializzata e quando è sucesso, e la satira che ha cavalcato quelle due generazioni," ha detto Hwang.

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"La mia più grande crisi arriva probabilmente con 'l'adeguarsi al mondo reale' con un'identità che è costruita sui web metrics, sulla percezione della mia voce 'influente', e sul feedback eterno dei social media. Per andare oltre, devo convincermi che non ha mai avuto significato e spostarmi in un campo dove il mio salario orario valga più della media nazionale affinché io sia 'soddisfatto.'"

Carles è stanco; stanco di cercare di produrre opinioni cliccabili "rilevanti", di inseguire le pageviews, la linfa vitale di qualsiasi operazione online, e, sembra, di mettere in gioco la sua validità personale sulla base della sua performance online.

"Non sono sicuro di comprendere pienamente l'impatto del mondo dei blog su di me ancora, ma penso che possa avere più a che fare con l'idea di investire tutto te stesso in un argomento/persona/idea per scriverci qualcosa a riguardo, che è poi distrutto e dimenticato molto in fretta," ha aggiunto. "La maggior parte del feedback che può essere tracciato è negativo, e ti viene detto che quello che provi/scrivi è irresponsabile, crudele, e che 'era già stato sentito/spiegato' da altre persone."

Forse non ci sono altri modi per descrivere questo sentimento se non "autentico"—è difficile dirlo per certo, ma sembra che Perez sia onesto. I suoi commenti suonano stanchi, in qualche modo, e trovandomi nei panni di chi 'crea e cura contenuto' per mestiere, risuonano. "Ho fatto davvero qualcosa?" ha detto. "O erano semplicemente 7.000 pagine di niente?"

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Ha ricevuto alcuni addii intensi, dice, e alcuni tweet di scherno che gli dicevano "Era ora." La stessa cosa di sempre. "Ti prepari fin troppo, distaccandoti da qualsiasi momento che significhi qualcosa," ha detto, "Pronto semplicemente ad andare avanti perché il mondo va avanti."

Alla fine, Perez sembra sognante, forse un po' sconfitto. Nothing Matters. Dopotutto, ha trovato che Hipster Runoff fosse 'significativo'?

"Sì. Sono contento di aver detto addio, così mi sono ricordato che dietro rumor mutevole di internet, ci sono persone reali che vogliono contenuti di qualità che li aiutino a sentirsi 'più vivi' invece che sentirsi come se fossero 'intrappolati' a consumare spazzatura senza senso e a partecipare ad esercizi culturali inutili."

Certo.

L'ultimo 'vero post' di Hipster Runoff, prima che si oscurasse nel Novembre 2013, che può probabilmente essere considerato come l'addio spirituale dal sito, era una nota chiamata "Is the Scene Still Alive?" E recita:

"Is the scene still alive?

Was I the one who was alive?

Or was I just naive

feelings of youth, hope, a better tomorrow

manifesting itself in my arbitrary cultural immersion…

Is the scene still alive?

There are people still alive in the scene?

Are they ALIVE?

Was I ever ALIVE?

They still seem to take it seriously.

It still seems to define them.

Are they holding on to something that doesn't exist any more?

Are they holding on to themselves?

Did I lose myself?

Is the scene still alive?"

"Sento che sono cresciuto con te, Carles," dice uno dei primi commenti. Ha dozzine di upvote.

FINE.

​Leggi anche: La matematica dell'effetto hipster