foto dicoteche abbandonate italia
SILVANELLA, TERAMO. Apertura: 1965. Chiusura: 2008. La Silvanella, a Silvi Marina, era un punto di incontro

di tutto il centro Italia. Foto di Simone Nanetti.

Cultura

Foto delle discoteche dismesse in Italia, per farsi prendere dalla nostalgia

“DISCO MUTE - Le discoteche abbandonate d’Italia,” in mostra alla Gallery16 di Bologna, racconta i tempi d'oro delle discoteche in Italia.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

Le pause sigarette in cui per dieci minuti scambi confessioni indicibili a sconosciuti che non vedrai mai più, gridarsi nelle orecchie mentre fai la fila per il drink, le promesse di smetterla per sempre di ridursi così per poi dimenticarlo prima che inizi il weekend successivo.

Sono solo alcuni dei momenti che potrebbero venire in mente sfogliando le oltre 250 pagine di "DISCO MUTE - Le discoteche abbandonate d’Italia," libro fotografico edito da Magenes Editoriale, curato da Alessandro Tesei e Davide Calloni di Ascosi Lasciti, con immagini di autori come Simone Nanetti ed Elsa Mancini, tutti uniti dalla passione comune per la urban exploration—una forma d’arte che attraverso le fotografie di luoghi dismessi racconta sensazioni e storie di un tempo passato.

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Per immagini, nel libro si narra “l’apertura” delle “discoteche cattedrali,” come “le più grandi e famose, il Cocoricò, il Babaloo, il Prince, ma anche quelle più piccole o storiche, il Tana, il Domina, il Majorca,” che hanno visto un “successo esorbitante” sopratutto tra gli anni Ottanta e Novanta, e che poco a poco sono state chiuse per i motivi più disparati. Alcune per problemi di sicurezza, droghe, altre per il cambiamento del pubblico e più in generale per la crisi del clubbling culminata negli anni Dieci del 2000.

“Migliaia di persone, di serate, i deejay, la musica ad alto volume, le uscite con la compagnia, gli incontri di una notte […]. Si ballava fino all’alba e si tornava a casa con le orecchie che fischiavano,” si legge nel libro. “Queste sono le piste su cui abbiamo ballato, i banconi dei bar su cui abbiamo ordinato i primi cocktail, ingresso con una consumazione, la fila per entrare, sei in lista? La coda al bagno delle ragazze.”

Per quanto si possa pensare che questo sia un libro per chi c’era, il volume (nato durante il primo lockdown) è piuttosto traversarle: dopo due anni in cui le discoteche sono state più chiuse che aperte [riapriranno il 10 febbraio 2022], sono scatti che possono scatenare le stesse sensazioni di nostalgia anche a persone più giovani.

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“Vi ricordate com'era quando capitava di vedere il locale con la luce del giorno? Più o meno la sensazione è la stessa,” si legge ancora. E questo vale per tutti.

Fino al 21 febbraio, una selezione fotografica di “DISCO MUTE - Le discoteche abbandonate d’Italia” è in mostra a Bologna alla Gallery16 in via Nazario Sauro 16/A, dalle 17.30 alle 23.00. L’ingresso è gratuito. Il libro, invece, è acquistabile qui. Scorri in basso per vedere altre foto.

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WOODPECKER, MILANO MARITTIMA. Apertura: 1968. Chiusura: metà anni Settanta. Uno dei locali più importanti della riviera romagnola, più in voga e costosi della città. Recentemente il locale è stato riscoperto e valorizzato dall'associazione MAGMA, con l’organizzazione di alcuni eventi musicali; e dal Comune di Cervia, che ha dato il via a un bando per la sua riqualificazione e rigenerazione, vinto nel 2018 da una famiglia locale, con la finalità di costruire un polo multifunzionale. Se ne prevedeva la riapertura nel 2021.(foto Elsa Mancini)

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ULTIMO IMPERO, TORINO Apertura: Dicembre 1992. Chiusura: 2010 Dopo 3 anni di costruzione e vicissitudini, si giunse all'inaugurazione che vide in consolle i DJ Pietro Villa, Claudio Coccoluto, Claudio Diva, Stefano Secchi e Manuel Bagnoli, alternati nelle varie sale del locale, il tutto sotto la regia della animatrice Pinina Garavaglia e del suo staff. (foto Elsa Mancini)

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POGGIO DIANA, PARMA. Apertura: anni Sessanta. Chiusura: 2009. Questo disco club era composto da due sale da ballo, un giardino, campi da tennis, golf, una piscina e un terrazzo. Ha ospitato un’edizione di Miss Italia. In costante degrado, è divenuto luogo e dormitorio per i senzatetto. (foto Elsa Mancini)

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METROPOLIS, LUCCA. Apertura: primi anni Ottanta. Chiusura: primi anni Novanta. L’edificio è stato venduto nel 2021. dopo il quindicesimo tentativo di asta. (foto Elsa Mancini).

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ADELAYDE, FERRARA. Apertura: fine anni Sessanta. Chiusura: 2017. Un luogo simbolo delle generazioni passate che ha segnatola storia di un’intera città. Dopo diverse aste andate deserte, nel 2000 la struttura è stata venduta. (foto Simone Nanetti)

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MAJORCA, LODI. Apertura: anni Sessanta. Chiusura: 2005. Un luogo che ha visto sulle sue scene Claudio Baglioni, Patty Pravo, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Ornella Vanoni, Riccardo Cocciante, i Pooh, i New Trolls, Lucio Battisti e Formula Tre. In molti si sono interessati all’edificio per vari progetti, ma versa ancora ancora in stato di degrado. (foto Elsa Mancini)

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MICHELANGELO DA VINCI (ROVIGO) Apertura: estate 2000. Chiusura: 2014 A Villamarzana, in provincia di Rovigo, si trova l’ex Ristorante Michelangelo Da Vinci, noto anche come “Gli aerei”: la peculiarità sta nel fatto che sala e cucina si trovavano, appunto, all’interno di due aerei, un Douglas DC-6 e un Tupolev TU-134A. (foto Simone Nanetti)

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EXPO, VICENZA. Apertura: 1992. Chiusura: inizi 2000. Ad Altavilla Vicentina, una discoteca storica della movida locale. Ha visto un tentativo di riapertura intorno al 2000. Ora versa in macerie. (foto Simone Nanetti)