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La prima volta che ho ricevuto un cunnilingus

È stato bello e disgustoso allo stesso tempo.

Tornata a casa per le vacanze per la prima volta in due anni, mi sono ritrovata nella mia camera a guardare vecchie foto.

In mezzo a tutte le immagini che mi immortalavano come un'adolescente strafiga con le sopracciglia troppo depilate e un paio di jeans bianchi a vita bassa, sono saltati fuori diversi album che racchiudevano un paio d'anni della mia pubertà. In quasi tutte le fotografie al loro interno sono avvinghiata a un ragazzo col pizzetto stile Craig David e i colpi di sole. Questo, cari lettori, era il mio fidanzato del liceo.

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Ci siamo conosciuti online. Era fissato con la musica trance, ed è così che io, ^Da_LiL_MaRiA^, ho conosciuto lui, MinistryOfSound, in una chatroom mIRC di una radio di Melbourne.

Chi avrebbe mai pensato che, all'età di 15 anni, una semplice richiesta in forma di acronimo—a/s/l, age/sex/location—mi avrebbe portata a una quantità di prime volte da bastare per una vita intera: la prima volta che ho conosciuto qualcuno online, la prima volta che mi sono innamorata, la prima volta che ho fatto del sesso orale e anche la prima volta che ho fatto del sesso vero e proprio. Era anche la prima volta che lasciavo versare a un ragazzo del miele sulle mie tette per leccarlo via. Ed è stata pure l'ultima, per fortuna.

Tra tutte le foto di noi due insieme, una in particolare mi ha fatto riflettere. È stata scattata a un ballo del suo liceo nel 2000. Era un po' più grande di me e andava in una scuola cattolica maschile vicino alla mia soffocante scuola privata femminile. I ragazzi della sua scuola avevano la reputazione di essere teste calde, e il fatto di andare al loro ballo mi faceva sentire la più figa del mondo—per non parlare del fatto che aveva un'auto, e… ho già accennato ai colpi di sole?

Ero vestita come se Rachel di Friends mi avesse rigurgitato addosso: un abito mono-spalla, lungo fino a terra e increspato in vita, le sopracciglia sottili come la linea di una matita, i capelli raccolti in un'acconciatura vaporosa e un rossetto color prugna scuro. Lui portava una cravatta di seta. Indossavo anche dei tacchi, di quelli con i lacci che si annodano intorno al polpaccio. Lo so perché li ho ritrovati, sepolti anche loro sul fondo del mio armadio.

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La festa era in un hotel sciccoso, e i ragazzi avevano prenotato un paio di camere per l'after-party—capito dove vado a parare? I miei genitori non mi avrebbero permesso di rimanere con loro, perché tutti avevano appena compiuto 18 anni e quindi potevano bere senza problemi. Ma io ero determinata e quella notte volevo crescere. Non pensavo di essere pronta per il sesso, ma volevo comunque fare almeno un pompino.

Al tempo stavamo insieme da non più di sei mesi, e io ero la classica verginella. Lui aveva avuto altre esperienze con un paio di ragazze, cosa indubbiamente stimolante, ma ricordo chiaramente che non mi reputavo pronta per fare sesso. Oggi per portarmi a letto bastano un paio di bicchieri di vino e dirmi che somiglio a Natalie Portman, ma allora l'alcol non aveva tutta questa importanza. Ero pura e sobria, anche se mi vestivo come la moglie di un mafioso, ed era tutto molto bello e contemporaneamente sgradevole, in un certo senso.

Più o meno a metà serata siamo saliti in una stanza. Nell'ascensore avevo ribadito che non mi sentivo pronta per farlo. Ma il mio corpo era elettrico—sapevo che volevo toccarlo ed essere toccata. Dal momento stesso in cui avevo indossato quel vestito, una sorta di energia misteriosa mi spingeva in avanti.

"Ma…" avevo iniziato, "sai, ho voglia di provare a fare qualche altra cosa." Per il resto ero pronta. Fino a quel punto c'erano stati solo ditalini e strusciamenti senza penetrazione, e suppongo si potrebbe dire che sperassi in qualcosa di meglio (se un adolescente vi ha mai fatto un ditalino o altro del genere, mi capirete).

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Abbiamo subito cominciato a baciarci. Più del ballo, più della conversazione nell'ascensore, più di qualsiasi altra cosa di quella notte, mi ricordo chiaramente di lui in ginocchio pochi minuti dopo. Ero arrampicata sul bordo del letto con le gambe spalancate e lui aveva fatto scivolare giù il mio perizoma. Era la prima volta che qualcuno me lo faceva, e ho finto che mi piacesse—ma in realtà ero troppo sobria e troppo concentrata su quello che stava succedendo per potermi lasciare andare e godermela. Cercavo disperatamente di fissare ogni dettaglio nella mia memoria, più eccitata dal fatto che stesse succedendo che dalle sensazioni.

La cosa più strana è che non ricordo se gli ho fatto un pompino—il mio primo pompino—o meno. Sono piuttosto sicura che fosse successo quella notte ma, in realtà, l'unica cosa che so per certo è che ero molto contenta di aver ricevuto il mio primo cunnilingus in una stanza d'albergo mentre indossavo un abito elegante. Non mi ero mai sentita così grande e sessualmente importante. Con quel gesto, ero diventata un membro attivo del lussurioso mondo degli adulti, e la cosa mi faceva sentire spropositatamente saggia.

Mi ricordo anche del nostro ritorno alla festa. Stavo per rimettermi le mutandine, quando lui mi ha fermata.

"Non farlo," aveva detto,"sarà più sexy senza".

Le ho infilate nella borsetta e ci siamo incamminati, mano nella mano, verso l'ascensore. Una volta arrivato al piano siamo entrati silenziosamente, tenendoci ancora per mano. Appena le porte si sono chiuse, mi ha guardata negli occhi.

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"Ti amo," ha detto. Non so se me lo avesse mai detto prima.

"Ti amo anch'io," ho risposto. Le porte si sono aperte sulla sala d'ingresso e mentre camminavamo per tornare alla festa, gli ho stretto ancora di più la mano. Lo amavo davvero—come puoi amare un adolescente, senza freni e senza pensieri. Era la sua faccia, quella su cui avevo scelto di strofinare la mia vagina. Euforica all'idea di amare e di essere amata da qualcun altro che non fosse mia madre, e raggiante per quel primo incontro sessuale, ho ballato senza mutande per il resto della serata, finché i miei genitori non sono venuti a prendermi.

C'è sempre una prima volta, anche per tutto il resto:

La guida di VICE al sesso orale

The Big Gulp