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La guida di VICE alle Elezioni

Una grafica commenta i simboli peggiori di queste elezioni

Se pensate di aver visto tutto con il logo "petaloso" di Beatrice Lorenzin, vi sbagliate.
Beatrice Lorenzin mentre presenta il logo "petaloso" della sua lista elettorale. Foto via Twitter.

Dalle otto di questa mattina è iniziata la processione al Viminale per depositare i simboli elettorali, una procedura che durerà fino alle 16 di domenica 21 gennaio e che è solo in apparenza un banale adempimento burocratico.

Il simbolo è il segno più riconoscibile di un partito, ha una sua storia, un’identità e permette di ricostruire la situazione partitica italiana—sia passata, come ha fatto il giornalista Gabriele Maestri nel libro Per un pugno di simboli, che presente—in tutta la sua bizzarria e assurdità. Ma soprattutto, i simboli sono molto spesso una festa per ogni appassionato di pessime scelte grafiche.

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Ne abbiamo selezionati alcuni degni tra quelli che verranno presentati alle elezioni del 2018 per farli analizzare dalla grafica Anna Magni, che per VICE aveva già commentato i manifesti più belli delle elezioni amministrative del 2015—Leonardo Bianchi, News Editor

CIVICA POPOLARE

PARTITO: Capeggiato dal ministro della Salute uscente Beatrice Lorenzin (quella del Fertility Day, per chi l’avesse giustamente rimosso), questo nuovo soggetto politico centrista correrà alle prossime elezioni da alleato del PD. Comprende cinque partiti diversi al suo interno, tra cui spicca quello che rimane dell’Italia dei Valori—che da formazione anti-berlusconiana per eccellenza si ritrova con una ex berlusconiana.

CONSIDERAZIONE GENERALE: Nel presentare il simbolo, Lorenzin ha detto: "È un fiore, che è un fiore frutto dell'immaginazione di un bambino. È un fiore 'petaloso'." Ci ho pensato bene e l'ho guardato a fondo. Poi l’ho chiuso e l’ho riaperto. Ci ho dormito su e mi sono svegliata: QUEL FIORE SIMBOLEGGIA L’UTERO.

FONT: È un vero peccato che “CIVICA POPOLARE” non sia allineato con “LORENZIN”, eravamo andati quasi vicino alla perfezione.

COLORI: Rosa Uterino per simboleggiare la fertilità con ciclo a palla.

VISUAL: Forse ho già detto tutto. O Forse no?

FORZA ITALIA

PARTITO: C’è davvero bisogno di spiegarlo? La vera chicca è il nome di Berlusconi MOLTO IN GRANDE, un po’ com’era nel 2006. La differenza è che a questo giro Silvio non si può candidare perché interdetto dai pubblici uffici, ma poco importa.

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CONSIDERAZIONE GENERALE: Quando si tratta di marketing Silvio Berlusconi ci sa fare. Quale mossa migliore per far votare il proprio partito che quella di mettere il proprio nome incandidabile? È evidente che qua si sta facendo del branding. Il brand è Berlusconi e il suo payoff è "presidente". JUST DO IT.

FONT: Grasso e condensato, PIACIONE.

COLORI: Liberali. Sanno di fresco.

VISUAL: In realtà il logo è stato pensato come se fosse una lente con bordi blu e liberali che ingrandisce la parola Berlusconi e la sottolinea per benone. Ovviamente la bandiera italiana è stata tagliata. Coincidenze? NCRDPRP.

LISTA DEL POPOLO

PARTITO: Nata dall’unione dell’ex magistrato Antonio Ingroia e del, come definirlo?, controverso giornalista Giulietto Chiesa, la Lista del Popolo è l’evoluzione del non-movimento “La Mossa del Cavallo” e—per usare le loro parole—“appartiene a TUTTO il Popolo che ha come faro la Costituzione del 1948. Nessun partito, nessuna zavorra. Riprendiamoci la Sovranità.”

CONSIDERAZIONE GENERALE: Vorrei gridare al capolavoro ma non so come fare perché lo sto scrivendo. È qualcosa di stupefacente. Ci troviamo in un caso più unico che raro dove il segno assume un significato totalmente inaspettato. Talmente inaspettato che mi pare una borsetta.

FONT: Ah sì, il font. Ma la borsetta?

COLORI: Borsetta a parte direi che sento il vento del cambiamento dell’arancione. (Se ci sentisse quella canaglia di Pisapia. Pisapia scusa non so quello che sto dicendo. Pisapia perdonaci).

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VISUAL: Tutta la composizione ha una certa tensione. Stiamo percependo un moto a luogo del cavallo verso orizzonti più lontani, ma non si sa bene dove e quanto lontani. Per saperlo temo bisogni domandarlo alla tracolla della borsetta con su la bandiera italiana. Ah—sospiro—chissà questo popolo dove ci porterà.

LEGA - SALVINI PREMIER

PARTITO: Il marchio della Lega Nord esiste da ormai più di vent’anni. La grossa novità di queste elezioni è che non c’è più la parola “Nord” nel simbolo. Tale scelta è stata voluta dal segretario e candidato premier Matteo Salvini, che alla fine di dicembre 2017 ha spiegato: “Oggi comincia un percorso che dal nostro punto di vista porterà la Lega oltre il 20 percento per il centrodestra vincente.”

CONSIDERAZIONE GENERALE: Be', comunque una scelta aziendale molto forte. Un po’ come quando la Juventus col suo logo ha deciso di andare contro tutti i cardini dei loghi di squadre di calcio, oppure quando Apple ha deciso di presentare una mela mangiata. Insomma, un’idea rivoluzionaria.

FONT: Sono stati usati tre font diversi con altrettanti pesi diversi. Questo perché la Lega è ormai da anni ferrea sostenitrice del diverso e dell’uguaglianza fra popoli.

COLORI: Bianco latte.

VISUAL: Eh niente… che dire. Hanno praticamente tolto la parola “nord” di fianco alla parola “Lega” perciò la parola “Lega” è più grossa con una spaziatura tra lettere talmente esorbitante che permette alla spada di trafiggere lo spazio tra la E e la G creando un fastidioso balletto asimmetrico sopra le due cose che non avrei mai voluto leggere insieme nella vita: “Salvini premier,” tutto d’un fiato, senza virgole.

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SÌAMO

PARTITO: Poteva mancare un partito antivaccinista nella competizione elettorale di questo paese? Dario Miedico—ex medico radiato dall’Ordine—ha ritenuto che no, proprio non poteva mancare. E così ha fondato SìAmo, per cancellare la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale e inserire nel Pil il “valore immateriale della procreazione.”

CONSIDERAZIONE GENERALE: Forse è un problema davvero solo mio, ma io continuo a leggere “Sì Amo”. Cioè, un po’ quel “Sì Amo” che si usa per rispondere alla domanda “Hai da accendere Amo?”

Scherzi a parte (?) mi chiedo perché una persona che dovrebbe volere il nostro bene si sia fatto rappresentare da un logo che appena lo guardi ti viene da vomitare per quanta nausea ti procura la scritta “salute ambiente” tutta intorno alla circonferenza.

FONT: A parte questo piccolo problema di nausea niente da dire. Forse non mi torna tanto quella A con l’effetto Expo 2015, ma per il resto ci SìAmo (ahahahahahah.com).

COLORI: Non capisco perché chi non si sente né di destra né di sinistra si ostini ad abusare del colore arancione. Ma che vi ha fatto, lasciatelo stare poverino.

VISUAL: Attenzione perché qua sono stati fatti degli accorgimenti grafici davvero furbi. Mi immagino già la direzione artistica fatta dallo stesso Dario Miedico (effettivamente ora che non è più medico, perché non buttarsi sulla politica e la comunicazione?) che dice al povero grafico di turno: “Io voglio che questo Sì sia accentuato capito? Cioè voglio che se capisca sto gioco de parole, noi SIAMO ma anche diciamo Sì ma soprattutto AMIAMO. Cioè capito te vojo dì? Geniale no?”

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E il grafico, che dopo aver combattuto anni di soprusi non ha più voglia di lottare, fa un bel respirone e produce quello che stiamo guardando.

ITALIA AGLI ITALIANI

PARTITO: Se nel 1994 Silvio Berlusconi aveva sfruttato un coro da stadio, nel 2018 Forza Nuova, Fiamma Tricolore e i Fasci Italiani del Lavoro si sono appropriati dello slogan più in voga nei bar e nei gruppi Facebook in cui si scambiano meme del Duce.

CONSIDERAZIONE GENERALE: È divertente perché è stato presentato come il simbolo “di chi ama l’Italia,” ma sicuramente non di chi ama l’estetica. ¯\_(ツ)_/¯

FONT: Bastone, un gran classico dell'immaginario nero.

COLORI: Come al solito rassicuranti. Quanta fiducia respiriamo con questo nero? Non sarebbe meglio qualcosa di più tenero?

VISUAL: Vi giuro ragazzi che per renderlo più o meno accettabile bastava mettere i due loghi (se proprio li vuoi mettere) sotto la frase/logo principale “Italia agli italiani”—ma temo che ci sia stata in ballo l’ennesima gara nazionale di chi ce l’ha più grosso.

LIBERI E UGUALI

PARTITO: Si tratta di una lista unitaria guidata dall’ex presidente in cui sono confluiti Articolo 1 - MDP, Sinistra Italiana e Possibile. In pratica, gli “scissionisti” del Partito Democratico—tra cui Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema.

CONSIDERAZIONE GENERALE: Temo che sia l’unico partito ad aver affidato la propria immagine a qualcuno che ha più o meno idea di cosa sia un computer. Temo anche che quel qualcuno sia lo stesso che gestiva l’immagine del PD di qualche anno fa—e lo deduco dall’attuale immagine di copertina del PD paragonata a quella attuale di Liberi e Uguali.

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Mi ricordo infatti che c’è stato un periodo in cui il PD sembrava comunicare più o meno bene (ci tengo a sottolineare che quando dico “comunicare” intendo graficamente).

Ok, FERMI TUTTI: non è che è d’Alema?

FONT: Tutti questi pesi di font così vicini l’uno con l’altro mi impediscono di volermi bene.

COLORI: Be' diciamo che abbiamo un rosso bello in grinta. Almeno bravi ragazzi che avete utilizzato un solo colore e non 2949584059403mila.

VISUAL: Volevo spendere alcune parole sulla E, o almeno ciò che ne rimane. Perché farla assomigliare a una E che come le foglie primaverili animate da una brezza mattiniera se ne va, verso altri lidi più lontani che vicini? Poi diventa LIBERIUGUALI tutto attaccato e mi viene l’ansia.

RINASCIMENTO

PARTITO: Fino a qualche settimana fa, il “movimento politico e culturale” di Vittorio Sgarbi era alleato con l’UDC e Noi con l’Italia. Poi stranamente è saltato tutto, e ora Sgarbi si presenterà alle elezioni da solo, appoggiato dal MIR (Moderati in rivoluzione) dell’imprenditore Gianpiero Samorì. Come prevedibile, la sua campagna è iniziata subito all’insegna dell’umiltà: una pagina di giornale con lo slogan “Io sono Vittorio Sgarbi, loro non sono un cazzo!”

CONSIDERAZIONE GENERALE: Vedo un Vittorio abbastanza carico. Forte di questa passione per l’arte e per la "figa" non molla il colpo e va avanti da solo. Mi ricorda qualcuno di un recente passato ma non importa, fedeli alla linea.

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FONT: Siamo sul neo-classico, chiaramente.

COLORI: Non propriamente rinascimentali.

VISUAL: Ma avrà pagato i diritti a Michelangelo Buonarroti?

SALVINI/BERLUSCONI/MELONI PER L'ITALIA

PARTITO: Questo non è un vero e proprio partito, ma il simbolo della coalizione di centrodestra che sarà presentata nelle circoscrizioni estere. È apparso per la prima volta su un foglietto postato su Instagram dall’eurodeputata Licia Ronzulli, presente al vertice di Arcore del 7 gennaio 2018.

CONSIDERAZIONE GENERALE: Sicuramente l’ha disegnato Berlusconi. Poi avrà detto allo stronzo di turno che ha il compito di riferire all’altro stronzo di turno la frase “Vedete voi,” riportata poi al grafico come "Oh, poi il grafico sei tu."

Io quando mi sento dire questa frase per sicurezza faccio ESATTAMENTE quello riportato sullo schizzo. Il tempo è denaro e la qualità ci ha rozzo il cazzo.

FONT: Questo effetto prospettico sui nomi Salvini e Meloni neanche Bramante avrebbe potuto darlo. Complimentoni.

COLORI: Italiani. Forse qualche macchia di sugo qua e là potevano aggiungerla.

VISUAL: La parola Berlusconi, quella centrale ovviamente, ha un campo magnetico potentissimo. Sta risucchiando tutto in un buco nero senza un ritorno. Indiscrezioni dicono che una delle prime bozze del logo fosse questa, ma sul tavolo non ci stava e non era molto riproducibile.

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