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Tecnologia

La fisica di Jackson Pollock

A quanto pare i dipinti di Pollock sono il risultato di un complesso fenomeno fisico che la scienza comincia a spiegarsi solo oggi.
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Avete presente i quadri di Jackson Pollock? Grandi tele informi piene di grovigli colorati, strati di schizzi e sgocciolii che vanno sotto l'etichetta di "espressionismo astratto", con nomi come No. 5, 1948 e vendute a ​prezzi folli? A quanto pare sono il risultato di un complesso fenomeno fisico che solo oggi la scienza comincia a spiegarsi.

Per comprendere matematicamente il famoso dripping di Pollock è necessario conoscere la meccanica dei fluidi. Quando negli anni Cinquanta lui sperimentava con vernici e solventi sull'avvolgimento dei fluidi, i primi articoli scientifici sull'argomento erano di là da venire. Ci sono voluti sessanta anni, e una tecnica sviluppata dall'Università Nazionale Autonoma di Città del Messico, per riprodurre finalmente le stesse colature di vernice in maniera controllata. "Siamo in grado di variare la velocità e l'altezza con la quale la vernice viene espulsa sul piano orizzontale," afferma Roberto Zenit, autore dello studio, "imitando la tecnica non convenzionale dell'artista."

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"I fluidi si differenziano in newtoniani e non newtoniani," a seconda della loro viscosità, cioè alla misura della resistenza al flusso. In un fluido newtoniano―come l'acqua―la viscosità non cambia se il fluido è sottoposto a stress meccanici. "Nel sangue" invece, ha detto Zenit, "la viscosità cambia a seconda del mezzo in cui scorre, come la grandezza dei capillari." I fluidi non newtoniani sono dotati di elasticità, dal momento che oppongono resistenza all'allungamento. La vernice è un altro esempio che rientra in questa categoria.

L'instabilità di un getto fluido libero può dare origine a figure diverse: può rompersi in gocce, può schizzare a seconda dell'impatto con la superficie, o si può piegare. La tecnica di Pollock è definita dal flusso relativamente lento di vernice che cade sulla tela, producendo così differenti percorsi e avvolgimenti.

Pollock, con piccole oscillazioni del pennello―o della spatola―tenuto perpendicolarmente alla tela, faceva sì che la vernice si restringesse durante la caduta. L'apparente caos delle sue tele è in realtà il frutto di una lunga e attenta sperimentazione sulla tecnica e sui materiali. E forse un po' di intuito e fortuna. "Ma questa è l'essenza della scienza," aggiunge Zenit.

Jackson Pollock in azione. Immagine ​via.

I limiti posti dalle leggi della natura sono sempre stati uno stimolo, sia nella scienza che nell'arte. Gli autori del nuovo studio si chiedono se una comprensione quantitativa della dinamica dei fluidi potrebbe ispirare un nuovo stile artistico, portando così a un'evoluzione del dripping.

"Siamo tutti studenti della natura, e così è stato anche per Pollock. Spesso gli artisti e gli artigiani sono più avanti, dal momento che si spingono oltre confini del loro tempo in maniera molto simile agli scienziati," conclude Zenit.