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In Afghanistan si produce una meth a base vegetale—e sta arrivando nel resto del mondo

La nuova variante di meth semi-sintetica è diventata l'ultimo prodotto di esportazione del paese produttore numero uno di oppio.
meth afghanistan
Un uomo che fuma Tik ad Hanover Park, un quartiere di Cape Town in mano alle gang, in Sudafrica. Foto: Rodger Bosch via AFP/Getty Images.

Aggiornamento del 25/08/2021: Dopo aver conquistato Kabul nell’agosto del 2021, una delle prime promesse dei talebani è stata quella di fermare la produzione e il traffico di eroina. Ma oltre a quest’ultima, negli ultimi anni l’Afghanistan ha prodotto in quantità sempre maggiore una meth semi-sintetica a base vegetale. Ora, con il ritiro definitivo delle truppe Usa e della Nato, le forze dell’ordine europee temono che la meth afghana possa raggiungere il continente. Per l’occasione, quindi, riproponiamo questo articolo.

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Nel fatiscente agglomerato urbano di Khayelitsha, a Cape Town, in Sudafrica, un gruppo di uomini è seduto in un salotto; uno di loro tiene in mano una piccola busta di polvere bianca e cristallina.

“Fumiamo tik da anni, qui. Ma questa è roba nuova,” dice Maninja, da tempo consumatore di meth, che usa un nome falso per paura di essere arrestato. Dà un colpo delicato al pacchetto e continua, “il prezzo è lo stesso, ma la botta è diversa. L’altra ti rende iperattivo, questa ti intorpidisce.”

Tik è slang locale per la crystal meth, diffusasi in Sudafrica a partire dagli anni Novanta. Dagli anni Dieci del 2000, la meth di alta qualità prodotta in Nigeria con l’assistenza dei narcos messicani è diventata il prodotto dominante. Ma ora c’è un nuovo prodotto, che ha viaggiato 14.000 chilometri partendo dall’Afghanistan—segnando un cambiamento nel mercato della meth che sta portando a nuovi livelli di consumo in tutto il mondo.

L’Afghanistan è meglio noto per i vasti campi di papaveri con cui rifornisce l’80 percento del mercato mondiale dell’eroina, ma la nuova meth a base di piante—che è più economica da produrre rispetto a quella in laboratorio—sta ribaltando il mondo, dall’Africa meridionale e orientale a Iran e Turchia, fino a Pakistan, India, Sri Lanka, Indonesia e Australia.

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Da quando la meth ha iniziato a consolidarsi come altro grosso export, ha creato anche una serie di imprevisti per le organizzazioni criminali internazionali e gli agenti corrotti in un paese devastato dalla guerra che—nel caos del ritiro delle truppe occidentali—sta diventando un narco-stato come pochi altri.

Cristalli di meth semi-sintetica dall'Afghanistan

Cristalli di meth semi-sintetica dall'Afghanistan. Foto di David Mansfield

L’efedra, o oman, era considerata una pianta di montagna senza valore finché qualcuno non ha scoperto che poteva essere utilizzata per evitare di acquistare e cucinare con la pseudoefedrina, che viene estratta da farmaci da banco. Il passaggio all’efedra è avvenuto intorno al 2017 e ha permesso ai produttori di droga afghani di cambiare quantità e qualità del prodotto, oltre a tagliare nettamente i costi.

“Gli afghani dovevano importare tutte queste medicine, farle arrivare in aree remote; il costo era consistente, al punto che ci perdevano,” spiega David Mansfield, ricercatore nel campo nell’economia del narcotraffico afghano da 30 anni. “Usare l’efedra ha più che dimezzato i costi di produzione. Di conseguenza, è diventata un’industria totalmente locale. Un contadino che vive in un’area desertica, oltre a cresce papaveri, compra l’efedra che trasforma in efedrina e vende nei bazaar o ai laboratori.”

Il team di Mansfield ha contato 448 laboratori di efedrina in soli due distretti dell’Afghanistan, Bakwa e Khash Rod. “La produzione potenziale, stando alle interviste che abbiamo fatto, è di migliaia di tonnellate all’anno. In termini di meth, il paese ha il potenziale per competere a livello globale; ha un decimo dei costi in Asia sudorientale, ma vende allo stesso prezzo.”

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Laboratori di efedra a Nimroz.

Laboratori di efedra a Nimroz. Foto di David Mansfield

Poiché l’efedra è un arbusto selvatico di montagna e non un principio chimico importato, anziché escludere i contadini dell’oppio, il mercato della meth ha permesso a molti di restare a galla nel corso della pandemia. “L’efedrina è stata come una zattera,” dice Mansfield.

La meth viene esportata usando le rotte di contrabbando: “Le organizzazioni che esportano eroina e il flusso recente della meth afghana iniziano a sovrapporsi. Sembra che stiano diversificando gli affari,” spiega Jason Eligh, autore di un report pubblicato a marzo 2021 che traccia la diffusione della meth afghana attraverso l’Oceano Indiano e fino in Africa meridionale e orientale. “Lo vediamo dai broker coinvolti nel traffico di meth nuova e, più direttamente, lo vediamo dalla frequenza con cui meth ed eroina vengono trasportate sugli stessi mezzi.”

La principale rotta di esportazione dall’Afghanistan si trova a ovest e attraversa l’Iran. Tra il 2019 e il 2020, la quantità di meth trovata in Iran è più che raddoppiata, e gli agenti sostengono sia colpa dell’afflusso di cristalli afghani. Più verso l’Europa, anche le autorità turche hanno intercettato quantità maggiori di meth nello stesso periodo.

Un’altra delle rotte viaggia a sud verso il Pakistan, dove la merce viene caricata su navi che attraversano l’Oceano Indiano e approdano sulle coste orientali di stati come Kenya, Tanzania e Mozambico; da lì la merce viene trasportata via terra fino al più grande mercato della droga della regione, il Sudafrica.

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“La meth costa poco qua,” dice Shaun Shelly, che ha avviato il primo programma di riduzione del danno a Cape Town, Durban e Pretoria nel 2014. “Se sei un cliente regolare e compri cinque grammi alla volta, il costo è 150 rand [9 euro] al grammo. Il prezzo massimo è circa 300 rand [18 euro] al grammo.”

Nonostante non sia un loro prodotto, i narcotrafficanti nigeriani sembrano avere un tale potere sul mercato sudafricano da controllare anche la meth afghana. “Questa roba nuova, fatta con l’efedra, è la roba che ho ora, da un anno. L’ho presa da un tizio nigeriano,” dice Maninja. “Cerca nuovi clienti, così mi ha detto di darne un po’ in giro.”

Nonostante il Pakistan sia soprattutto una terra di passaggio per la meth afghana, la sostanza è usata sempre di più anche lì, e, poiché si trova con facilità, costa meno di 3 euro al grammo. Ad aprile 2021, la polizia indonesiana ha sparato a una persona e ne ha arrestate altre 17 in un’operazione che ha confiscato 2 tonnellate e mezzo di metanfetamina afghana. Diverse delle persone sospettate erano già nel braccio della morte, e avrebbero orchestrato tutto dalle loro celle.

La meth afghana è spuntata anche in Australia. Nota come “ice,” la meth è popolare in Australia e Nuova Zelanda da tempo, ma era storicamente importata dalla Cina e dall’Asia sudorientale e, più di recente, dall’Olanda. Una volta arrivata in Australia, viene distribuita da gang di motociclisti (noti come “bikies”). Ma l’anno scorso, le autorità doganali hanno scoperto un grosso carico di meth liquida nascosta in bottigliette di acqua minerale. Le analisi forensi hanno confermato che fosse meth prodotta usando una versione naturale dell’efedrina, il che suggerisce le origini afghane.

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L’Australia è un mercato allettante per i trafficanti, per via del grosso ricarico che avviene nel tragitto dall’Asia all’Oceania. La meth fatta in Afghanistan è appunto trafficata anche attraverso l’Iran, e le organizzazioni criminali spesso manipolano membri onesti della comunità iraniana in Australia spedendo loro bottiglie di “disinfettante per mani” o “shampoo” che viene poi prelevato da terzi.

Il mercato della meth ha arricchito ulteriormente la già enorme economia legata alle droghe dell’Afghanistan, creando lavoro per chi raccoglie l’efedra, i commercianti, chi lavora nei laboratori e i trafficanti, senza contare gli agenti corrotti e i talebani, che prendono una tangente sui profitti. Ma i margini di profitto entro i confini dell’Afghanistan per un chilo di meth sono relativamente bassi: i soldi veri sono per chi muove il prodotto all’estero. 

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Efedra a Bakwa, 2020. Foto di David Mansfield

Una volta che raggiunge l’Iran o il Pakistan, il valore della meth inizia a salire. “Ci sono costi ingenti legati al traffico oltre confine, ma ci sono anche potenziali guadagni significativi per chi riesce a muovere volumi grossi, in particolare per chi gestisce i convogli di più macchine verso Baramchar, sul confine con il Pakistan,” spiega Mansfield.

Stando all’ultimo report mondiale sulle droghe delle Nazioni Unite, i principali produttori di metanfetamine su scala globale sono i cartelli messicani, seguiti dai produttori cinesi, iraniani e afghani. Ma Eligh e Mansfield sono convinti che—per via dei bassi costi del metodo di produzione, i rifornimenti abbondanti di efedra e la quasi assenza di autorità—l’Afghanistan sarà presto in cima alla lista.

“La realtà è che ovunque trovi flussi di eroina afghana, dovresti trovare anche meth afghana,” dice Eligh. “Il traffico internazionale più intenso di meth afghana è già in atto.”

Hanno contribuito a questo pezzo Nomaphelo Mpambani e Machteld Busz.