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Stiamo tutti molto calmi: non hanno abolito il numero chiuso a medicina

A prescindere dal fatto che vi rattristi o faccia gioire, al momento si parla in realtà solo di "aumento dei posti disponibili" e "auspici".
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
numero chiuso a medicina
Immagine via Unsplash.

Da poche ore sta rimbalzando la notizia secondo cui sarebbe stato abolito il numero chiuso a medicina. Il motivo risiederebbe in un passaggio del comunicato stampa rilasciato da Palazzo Chigi ieri sera, dopo il varo in Consiglio dei ministri del decreto fiscale e la manovra economica da mandare a Bruxelles. “Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina – Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi," si legge nel testo pubblicato sul sito del governo.

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Si tratta, come ormai siamo abituati, di un semplice annuncio, ma internet come al solito si è scatenato: gente incazzata perché ha passato il test e sborsato migliaia di euro in corsi preparatori, gente incazzata perché non ha passato il test e ora è al terzo anno di facoltà X, gente che dice che collasserà il sistema—quest’anno in 67mila hanno provato il test per entrare a medicina, e come riporta il Corriere della Sera i posti disponibili erano meno di 10mila—gente che parla del fatto che la meritocrazia farà il suo corso.

A cui si sono aggiunti commenti più circostanziati. “L’abolizione del numero chiuso senza un congruo aumento delle borse di specializzazione rischia di essere un boomerang: i giovani laureati non potranno accedere ai concorsi pubblici e dovranno per forza cercare lavoro all’estero: assisteremo a una nuova fuga di cervelli all’estero," hanno commentato per esempio dall'Acoi, associazione chirurghi ospedalieri. A cui si sono subito aggiunti gli studenti dell’Associazione Udu: "Si parla di eliminazione del numero chiuso a medicina: bene l’intenzione, sosteniamo da anni che l’attuale sistema di accesso vada superato. […] Così facendo si rischia solo di mandare in tilt le Università, che senza ulteriori finanziamenti non potrebbero sostenere da subito tutti gli studenti. Senza contare, poi, i rettori che ovviamente hanno specificato che non sono nelle 'condizioni di reggere l’urto di un boom di iscrizioni' e che sarebbe 'meglio aumentare il numero dei posti'.”

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Ma facciamo tutti un passo indietro, per favore: perché probabilmente chi ha lanciato ieri il comunicato stampa aveva un po’ sonno, e ha sbagliato a formulare la frase. Che poi nessuno avrà controllato. Perciò i membri del governo hanno iniziato a contraddirsi tra loro. C'è stato un po' di caos. E poi tutto è rientrato (almeno per ora).

Nella tarda mattinata di oggi, infatti, è arrivata subito la smentita del ministro dell’Istruzione Bussetti, che fermato dai microfoni a Venezia ha detto: "Sarò franco con voi, non mi risulta. […] Stiamo lavorando per allargare il numero degli ammessi: sarà un percorso graduale."

In seguito, poi, Bussetti ha firmato, insieme alla collega e ministro dell’Istruzione Giulia Grillo, un comunicato in cui si specifica che in realtà si “procederà per gradi” e la reale proposta è quella di “aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina.” A quel punto, poi, esce una retromarcia di Palazzo Chigi, che parla di un “obiettivo di medio periodo.”

Adesso: vi ricordate del famoso Contratto di Governo? Ecco, alla voce università (già abbastanza scarna), si parlava non di abolizione, bensì di “revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato […] Attraverso l'adozione di un modello che assicuri procedure idonee a verificare le effettive attitudini degli studenti e la possibilità di una corretta valutazione.” Che, come ricorda il Sole24ore, nella sostanza fa tornare alla mente i buoni propositi dell’ex ministro dell’Istruzione Giannini sui test di medicina che “avrebbero dovuto essere rivisti sulla base del modello francese: ammissione per tutti al primo anno e sbarramento ex post sulla base di esami e crediti." Poi, però, non se n’è fatto più nulla.

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Invece, nel comunicato di Busetti-Grillo si specifica che la strada sarebbe quella di un ampliamento del numero di posti e di borse di studio, “un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il Governo intende onorare,” si legge nella nota. “Si tratta chiaramente di un percorso da iniziare già quest'anno per gradi. Per assicurare l'aumento dei posti disponibili e avviare un percorso condiviso, a breve sarà convocata una prima riunione con tutti i soggetti interessati,” a partire dalla Conferenza dei Rettori delle università italiane (Crui) che in queste ore si sono fatti sentire.

Magari nei prossimi mesi saremo ancora sommersi di conferme e smentite sull’argomento.

Piuttosto, l’unica cosa che mi viene da dire è: per favore, non facciamoci più fregare dall’annuncite dei nostri tempi. La "manovra del popolo" con luci e balconate ci è già bastata.

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