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Tecnologia

Perché continuiamo a trovare nazisti sulla Luna?

La gente semplicemente non può fare a meno di un po' di fantascienza a tema nazi.

Il film del 2012 Iron Sky comincia con una premessa piuttosto assurda: e se i nazisti si fossero rintanati sulla Luna alla fine della Seconda Guerra Mondiale? Cosa succederebbe se, da un momento all'altro, fossero pronti per tentare di dominare la Terra di nuovo?

Ciò che mi ha colpito di più quando ho visto il film non è stata tanto la premessa in sé — Invece, ero allibita da quanto mi sembrasse famigliare. Le persone amano mandare i nazisti nello spazio, specie quando si tratta di fantascienza. Uno degli esempi meno recenti di questo tropo si trova in Rocket Ship Galile, un romanzo del 1947 scritto da Robert Heinlein, in cui tre teenager viaggiano verso la Luna e scoprono una base nazista segreta. In The Man in the High Castle di Philip K. Dick, i nazisti, dopo aver vinto la Seconda Guerra Mondiale, hanno colonizzato Marte e Venere. Il videogioco del 2014 Wolfenstein: The New Order prende in prestito a piene mani dall'opera di Dick in termini di elementi narrativi — include anche un livello intero in cui ti devi infiltrare in una base lunare. Il manga The Legend of Koizumi ci regala un primo ministro giapponese che combatte Hitler sulla Luna in una partita di mahjong.

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"…rinforzano il sospetto che potremmo non aver ancora finito di combattere i nazisti, o che forse loro non hanno ancora finito con noi."

Alcune di queste storie sono più realistiche di altre, ma si basano tutte sul raccontare una linea storica alternativa. È storytelling livello base, ed è decisamente accessibile ai lettori, specie considerando che i nazisti sono uno degli esempi di 'cattivi' più noti e terrificanti della storia. Considerate le atrocità consumatesi nella Seconda Guerra Mondiale neanche un secolo fa, è facile ed emotivamente efficace sfruttare i nazisti come archetipo narrativo.

Il topos dei "nazisti spaziali" è particolarmente comune, specie perché è realistico e decisamente apocalittico. Magari non nel caso della "partita a mahjong sulla Luna", ma, in generale, questa narrativa catalizza la paura che le capacità tecnologiche dei nazisti hanno lasciato nella società del dopo-guerra.

La minaccia più grande per gli Stati Uniti, durante la guerra, sono state proprio le capacità tecnologiche e scientifiche dei nazisti, dice lo storico A. Bowdoin Van Riper, che ha co-curato il libro Horrors of War: The Undead on the Battlefield. Prima di essere in competizione con l'URSS per raggiungere lo spazio, negli anni Cinquanta, lo siamo stati con altri paesi per ottenere la tecnologia missilistica tedesca.

"La percezione americana di ogni conflitto, dalla guerra ispano-americana fino agli ultimi conflitti in Iraq e Afghanistan, tende a enfatizzare la nostra superiorità tecnologica (addirittura fantascientifica)", dice Van Riper via mail. "I nazisti sono gli unici nemici degli Stati Uniti a essere visti davvero alla pari, tecnologicamente, se non addirittura superiori".

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Grazie al razzo V2, che V2rocket.com descrive come "fantastico" e la BBC chiama "un arma di terrore", la Germania nazista ha giocato un ruolo importante nel dare il via alla corsa allo spazio. Il razzo aveva la capacità di ascendere a più di 80km di quota, cosa che lo ha reso sostanzialmente il primo a raggiungere lo spazio. Si stima che oltre 2.700 persone morirono nel Regno Unito durante l'attacco missilistico contro il paese, nei primi anni Quaranta. Finita la guerra diversi paesi cercarono di mettere le mani su quella tecnologia. Gli Stati Uniti furono "abbastanza fortunati" da assicurarsi la collaborazione di Wernher von Braun, l'uomo responsabile dell'invenzione del V2, i cui progetti avrebbero poi contribuito a portare il primo americano nello spazio.

"Sì, tra le due guerre mondiali possiamo vantare Robert Goddard [famoso per aver costruito il primo razzo a combustibile liquido al mondo]," ricorda Rafeeq McGiveron, docente di storia e letteratura e autore di Rocket Ship Galileo, "ma von Braun l'ha reso una realtà pratica messa in atto su vasta scala, almeno per i tempi."

La fine della guerra ha visto anche l'esodo di molti ufficiali nazisti, persone come von Braun che si consegnarono ai paesi alleati, ma anche altri che invece fuggirono in Sud America. Adolf Eichmann, tenente colonnello delle SS considerato una delle principali menti dietro la deportazione degli ebrei in campi di concentramento e ghetti, venne trovato in Argentina negli anni '60. Un dossier del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti rivela che Josef Mengele, il famigerato dottore e scienziato, ha vissuto per circa 30 anni in Sud America dopo la fine della guerra, finché il suo cadavere non fu riconosciuto in Brasile. Non è chiaro quanti criminali di guerra riuscirono a fuggire (il Daily Mail UK ne stima circa 9000); e se in un corso alternativo della storia i nazisti fossero andati altrove, invece di fuggire in Sud America? Si aggiunge una nuova linea narrativa da esplorare.

La base nazista sulla Luna nel film Iron Sky. Immagine adattata da energiaproductions/YouTube.

Nel libro Horrors of War: The Undead on the Battlefield, curato da Van Riper e Cynthia J. Miller, Il professor James Ward, della Cedar Crest College, afferma che questi topoi si basano su fatti reali: tanto la fuga dei criminali nazisti e il fascino suscitato dalla loro latitanza quanto la loro affinità per la tecnologia e l'occulto. Questa teoria spiegherebbe anche il proliferare di pellicole sugli zombie nazisti, come Dead Snow.

Oltretutto, stando a Van Riper, i nazisti avrebbero ancora un certo appeal estetico. Sembrano cattivi credibili. Generazioni di persone esposte a media in cui i nazisti erano i nemici più ovvi hanno sviluppato un certo gusto in fatto di cattivi. È "lo stesso fascino che esercitano certe tecnologie steampunk falso-vittoriane, come i dirigibili giganti o i mecha umanoidi alimentati a vapore—sì, sì, so che non sarebbe pratico e che ha lo stesso senso ingegneristico di quello che avrebbe una formica gigante in biomeccanica (un indizio: nessuno), ma resta una figata, no?"

I nazisti, in un certo senso, appartengono davvero alla Luna. Registi e autori americani hanno combinato le paure postbelliche circa l'uso sconsiderato che le persone sbagliate potrebbero fare di certe tecnologie fondamentali, l'interesse nazista per le scienze, le attuali ansie circa il terrorismo e il nostro continuato interesse per lo spazio come ultima frontiera in un genere di fantascienza stramba che, dopo 60 tanni, funziona ancora. La premessa è bizzarra, eppure credibile, nel modo in cui può esserlo solamente una storia su qualche scienziato pazzo nazista.