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I coloni israeliani non vogliono palestinesi sui loro autobus

Così hanno introdotto delle linee separate, per evitare che gli arabi "si facciano esplodere."

A breve Israele avvierà due nuove linee di autobus per soli palestinesi sulla tratta tra la Cisgiordania e Tel Aviv. La compagnia di bus Afikim, che gestisce il servizio, impone ai palestinesi di salire e scendere dagli autobus ai checkpoint di frontiera, in modo da evitare che il viaggio avvenga insieme ai passeggeri ebrei. L'innovazione, che a molti a ricordati i tempi della segregazione razziale negli Stati Uniti, è il risultato delle lamentele dei coloni israeliani che non vogliono prendere lo stesso bus dei palestinesi per andare al lavoro.

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"Non si tratta di un atto razzista: in Israele viaggiamo con gli arabi ogni giorno. Ma per qualche strana ragione gli arabi si fanno esplodere sui bus, e gli israeliani trovano la cosa piuttosto snervante," ha dichiarato Yisrael Maidad, provando che gli uomini della destra israeliana non sono allergici alle risate.

Al Ministero dei Trasporti israeliano hanno deciso di ignorare le accuse secondo cui si tratterebbe di una ghettizzazione, propendendo per la versione che lo vuole un miglioramento nel servizio per i palestinesi. Al momento i palestinesi viaggerebbero infatti a bordo di furgoncini poco sicuri e sovraffollati o su autobus non autorizzati e troppo costosi, e come riportato in una dichiarazione ufficiale, "Quelle appena introdotte non sono linee separate per palestinesi, ma due linee pensate per migliorare i servizi offerti ai lavoratori palestinesi che entrano in Israele attraverso il valico di Eyal."

Fatto non sorprendente, sono in molti a non esserne convinti. Soprattuto considerato che ogni giorno nell'area si spostano oltre 29.000 palestinesi, e che negli ultimi sei anni sui bus israeliani è avvenuto un solo attacco—verificatosi lo scorso novembre, dopo che Israele aveva passato otto giorni a bombardare Gaza.

Un bus della compagnia Afikim, che gestisce il nuovo servizio.

Secondo Leehee Rothschild, attivista e giornalista israeliana, "Mentre Israele cerca di convincerci a pensare che questa separazione forzata sia a beneficio dei palestinesi, non può più mascherare il fatto che adotta provvedimenti da apartheid sotto un regime di apartheid. Si tratta di apartheid perché questi autobus separati sono il risultato delle richieste di passeggeri israeliani che si rifiutano di condividere uno spazio con i palestinesi. Si tratta di apartheid perché questi bus partono, e si fermano, ai checkpoint militari, costringendo i passeggeri a percorrere lunghe distanze a piedi solo per poterli raggiungere."

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Zahava Gal-On, a capo del partito israeliano di centro-sinistra Meretz, ha spiegato il suo punto di vista nell'ottica più ampia delle relazioni fra israeliani e palestinesi: "Le autolinee separate per i palestinesi sono la prova che occupazione e democrazia non possono coesistere."

Le leggi israeliane stabiliscono che i palestinesi con permesso di ingresso in Israele hanno il diritto di utilizzare i mezzi di trasporto pubblico. Tuttavia, la stampa locale riporta le dichiarazioni di autisti che smentiscono la norma. Ai palestinesi che salgono su autobus di frontiera usati dagli israeliani sarebbe infatti comunemente chiesto di andarsene. Non si tratta certo di una novità—in passato sono stati molti i casi in cui la polizia ha ordinato ai palestinesi di scendere dai bus israeliani.

Dall'altra parte, alcuni rimarcano come quest'ultima notizia metta in ombra la segregazione "di fatto" già esistente sugli autobus di Gerusalemme Est e della Cisgiordania. Stando alla situazione attuale, molti mezzi della Cisgiordania passano attraverso insediamenti ebrei, il cui ingresso è proibito ai palestinesi tramite un decreto militare. A Gerusalemme i servizi di autolinee sono due, e sebbene non siano legalmente separati, nella pratica producono una divisione razziale.

Nonostante gli sforzi di Israele nell'apparire unificato e progressista, quindi, quest'ultimo cambiamento nel sistema dei trasporti rivela una società che non lo è affatto.

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