FYI.

This story is over 5 years old.

Attualità

11 pratici consigli per diventare uno che conta in ufficio

Alza la testa, è ora di cambiare vita.
Screenshot via 'Office Space' / Fox.

Sei uno di quelli che entra in ufficio a testa bassa, vero? Entri alle nove in punto e te ne vai due minuti dopo le sei (perché andarsene alle sei spaccate sembrerebbe eccessivo, quindi ti trattieni sempre un minuto o due in più, prima di spegnere il pc e scappare). Questa è la tua routine, sei sempre in perfetto orario. Nessuno si accorge della tua presenza e solo il 30 percento dei tuoi colleghi si ricorda il tuo nome. Secondo i tuoi piani pensi di poter tirare avanti così ancora per i prossimi 30-40 anni, forse anche 50 visti i tempi che corrono. Be' sì, potrebbe andare così, oppure no!

Pubblicità

No. Tu hai bisogno di potere. E il potere si può conquistare, ebbene sì, in tanti modi diversi: con la competenza sul lavoro—ok, no. Coltivando le giuste conoscenze e diventando amici di quelli un gradino sopra di te—improbabile. Lavorando di più e più a lungo di tutti gli altri—assolutamente no.

Tutte soluzioni impraticabili. Inizia facendo girare voci false sul conto di qualcuno, dai un occhio alla pagina Wikipedia di "Machiavelli" e comincia a vestirti meglio del tuo capo. Vedrai, nel giro di un anno, ci sarai tu al suo posto. Avanti, iniziamo!

FARE TELEFONATE A VOCE ALTA (POSSIBILMENTE IN PIEDI, ANCORA MEGLIO SE CAMMINANDO PER TUTTO L'UFFICIO)
La verità è che ho voluto scrivere questo articolo solo per infamare un tizio nel nostro ufficio, di cui nessuno sa il nome, che fa almeno tre o quattro telefonate al giorno urlando in giro per i corridoi.

COSTRUIRE UNA SCRIVANIA-FORTEZZA
Questo universo parallelo che è la nostra vita lavorativa spesso è governato da regole intricate e non scritte, fragilissime ma indistruttibili, e una di queste è sempre: più schifo c'è sulla tua scrivania, più sei uno che conta. In realtà basterebbero un computer, una tastiera e magari un pacchetto di gomme da masticare per evitare l'abbiocco di metà pomeriggio. E invece poi si inizia con il poggia-polso e da lì è un tracollo senza fine: improvvisamente ti ritrovi con un porta documenti in plastica, del tutto inutile in un ufficio ecosostenibile dove nessuno stampa più nulla, una pianta grassa che puntualmente muore in quella misera settimana di ferie ad agosto che ti sei concesso, mucchi di gadget e gingilli senza senso, una striscia di foto-tessere di te mezzo ubriaco con un boa di piume alla festa aziendale, tre pacchi Amazon che non hai mai nemmeno portato a casa ecc.

Pubblicità

In poco tempo, diventi il collezionista compulsivo di tè e caffè: hai due scatole di tè alle erbe e una scatola di latta con il tè speciale che nessuno ti può rubare; la tua tazza personale, sempre pulita e intonsa, chiusa nel cassetto così nessuno può prenderla per sbaglio.

Al contrario, chi non ha nulla sulla scrivania oltre al computer prende il lavoro troppo seriamente. Idealmente dovresti raggiungere quel livello in cui esci per la pausa pranzo, non torni mai più e nessuno osa dirti nulla. E per farlo, ti serve una scrivania piena di cose. Una scrivania che dica ai tuoi colleghi: Ho reso questa scrivania più accogliente perché passo tantissimo tempo in ufficio, molto più di voi.

MANDARE MAIL CON IN COPIA TUTTO L'UFFICIO
Una grande prova di carisma, roba per pochi eletti. Se lavori in un posto con un minimo di sicurezza, forse ci saranno delle misure di controllo che impediscono alla maggior parte dei mortali nell'ufficio di inviare mail a tutta l'azienda. Già, ora devono riportare la firma di due delle cariche principali ed essere inviate da un computer speciale: e questo grazie a quel tizio delle vendite che mentiva sui target e ha mandato una mail con scritto "STRONZI" in Comic Sans 48 a tutta l'azienda, compreso il CEO, e tutti hanno dovuto lasciare gli uffici a metà pomeriggio.

Detto questo: non ti è mai capitato di inviare o ricevere una mail indirizzata a tutti, per sbaglio, e di ricevere almeno 80 messaggi di risposta da persone che implorano di essere tolte dalla catena? Non hai mai ricevuto la mail di qualcuno che cerca disperatamente il suo contenitore del pranzo, smarrito al 127esimo piano dell'edificio mentre tu lavori al secondo? Ecco: se non ti è mai successo, forse non puoi dire di aver mai lavorato.

Pubblicità

OCCUPARE DA SOLO UN'INTERA SALA RIUNIONI
C'è una precisa specie di esseri umani lavoratori, diffusi ormai su tutto il territorio nazionale, che ha fatto delle sale riunioni il proprio habitat naturale, in particolare prediligono quelle che hai prenotato tu per una riunione con altre sette persone. E immancabilmente quando scatta l'ora della tua prenotazione, non si scollano dalla sedia anche con otto persone che le fissano oltre i vetri, con aria insistente. Ma la vera domanda è, quando poi si decidono a mollare il colpo ed escono passandovi accanto—ancora al telefono—Dove vanno? Qual è la loro vera scrivania? Esistono davvero o sono solo ologrammi?

MORIRE IN UFFICIO
Una mossa troppo spesso sottovalutata, secondo me. Drastica, è vero, ma incredibilmente efficace. Al posto della tua scrivania metterebbero una targa con il tuo nome. Tutti i tuoi colleghi prenderebbero ore di permesso per venire al tuo funerale e il capo potrebbe addirittura offrire una cena per tutti. Qui si svolgerebbe il momento più bello di tutti, quello dei ricordi: quella volta in cui sei rimasto chiuso nello sgabuzzino, quel refuso in presentazione, il tuo pranzo sempre uguale ogni giorno ("Mangiava tantissimo tonno, vero?").

ESSERE L'UNICA PERSONA IN TUTTO L'UFFICIO CHE SA RIPARARE LA MACCHINETTA DEL CAFFÈ
Le macchinette da caffè in ufficio sono misteriosi marchingegni che si rompono circa tre giorni su cinque e che quando funzionano rigurgitano scarse quantità di caffè mediocre. Eppure sono l'unica tua ancora di salvezza, e da loro dipendente la tua sopravvivenza alla settimana e quella di tutti gli altri. C'è sempre un cassetto che va svuotato, un contenitore dell'acqua da riempire e ben tre bottoni da premere per confermare che sì voglio questo caffè adesso, e nessun altro in ufficio sembra riuscire a farla funzionare.

Pubblicità

SCALDARE DEL PESCE NEL MICROONDE
Per quei lettori che non avessero mai avuto un collega che scalda il pesce nel microonde: poveri, indifesi innocenti.

Per tutti gli altri invece, sono sicuro di non dover ricorrere a grandi metafore per rievocare nella vostra mente quell'odore nauseabondo che invade l'ufficio e si attacca ai muri non appena qualcuno ha la brillante idea di gustare del delizioso pesce in pausa pranzo. Chiunque sia il colpevole, le fasi della crisi diplomatica che segue l'incidente in genere si svolgono come segue:

- Qualcuno storce il naso, si volta e dice, "Ma, qualcuno sta per caso… scaldando del pesce al microonde?"
- Qualcun altro esclama: "C'è qualcosa che puzza"
- E il primo gli risponde: "È pesce!"
- [chi siede vicino alla cucina cerca rapidamente di individuare il colpevole sporgendosi verso la sala adiacente]
- Due persone che non avevano alcuna intenzione di uscire a pranzo si catapultano fuori dall'ufficio
- Chi era fuori a pranzo, rientra e subito intercetta la catastrofe: "Cos'è 'sta puzza?"
- Le venti vittime rispondono in coro "PESCE!"
- Lavorare diventa impossibile perché tutti parlano del dramma in corso, "Ma chi si porta il pesce?", "Hai mai provato a mettere del pesce nel microonde?", "Ma come fai ad avere avanzi di pesce?".
- Qualcuno ha l'idea geniale di spruzzare il profumatore per ambienti trovato nel bagno delle donne, e la cosa non fa che peggiorare la situazione
- Qualcun altro avanza l'ipotesi che non si tratti di pesce, ma di broccoli. Come se cambiasse qualcosa
- Una stampa A4 con caratteri cubitali "NO PESCE" compare sul microonde, ma il pomeriggio ormai è rovinato
- E poi ci sei tu, ora hai pieno potere, tutti ti conoscono e puoi finalmente goderti il tuo merluzzo.

Pubblicità

ATTIRARE L'ATTENZIONE DELLE PERSONE URLANDONE IL NOME E RIUSCIRE A FARLE VENIRE ALLA TUA SCRIVANIA
I mezzi di comunicazione in ufficio di certo non mancano: email, Gchat, Slack, promemoria interni, telefonate, post-it sullo schermo del computer. Ma il peggiore di tutti rimane quel collega leggermente troppo lontano da te che quando ti deve chiedere una cosa, invece che alzarsi, urla da un lato all'altro dell'open space e ti costringe ad attraversare la stanza per avvicinarti. Non sempre significa che sei nei guai, ma anche quando va tutto bene, quel richiamo improvviso ti farà sobbalzare per ore, giorni. Lui sì che è uno da cui imparare qualcosa.

SEDERSI SU UNA SEDIA DI QUALCUN ALTRO E REGOLARLA A PROPRIO FAVORE
Grande mossa, grandissima mossa. Tornare da una riunione e trovare qualcuno seduto al tuo posto mentre chiacchiera amabilmente con un collega è forse la cosa peggiore che ti possa capitare. Hai presente quella sensazione in cui rimani in piedi, incerto sul da farsi, e cerchi invano di inserirti nella conversazione sperando che qualcuno si accorga di te? Quando finalmente ti degna di uno sguardo—"Ah… Rivuoi la tua sedia?"—e tu riconquisti la tua postazione, la sedia è calda e nel frattempo l'usurpatore ha deciso che non era abbastanza comoda e ha regolato altezza e inclinazione a suo piacimento. Bene, sappi che ora dovrai passare il pomeriggio a tentare milioni di piccole impercettibili modifiche per ritrovare la posizione ideale, mentre scambi regolarmente la leva dell'altezza con quella dell'inclinazione sprofondando verso il pavimento più volte, inaspettatamente. Il tutto mentre il colpevole si aggira con aria disinvolta, fingendo di non rendersi conto del disagio che ti ha causato. Mossa epocale, merita un premio.

METTERE CANZONI A TUTTO VOLUME
Chi ha il controllo della musica in ufficio, ha il controllo dell'ufficio stesso. Questo è un dato di fatto. Chi controlla la playlist è il direttore d'orchestra che controlla le emozioni di tutti i presenti in sala. Certo arrivare a questa posizione non è semplice, potrebbe comportare un incontro con l'IT, password bizzarre, accessi in codice ecc. ecc. Ma una volta che ce l'hai, il potere è nelle tue mani. La ragazza ti ha lasciato? Ballate strappalacrime per tutti. Crisi di mezza età? Classiconi anni Ottanta. Offerta per un appartamento rifiutata? Fast car in loop per almeno tre ore. Totale disinteresse per chiunque ti circondi (e che forse sta cercando di lavorare)? Spara la tua playlist da rave alle 11 del mattino e osserva la disperazione sui loro volti.

BALZA IN PIEDI IN UFFICIO ALL'IMPROVVISO, AL CENTRO DELLA STANZA, INIZIA LENTAMENTE AD ALZARE IL VOLUME DELLA VOCE, FINO A URLARE LETTERALMENTE "SVEEEEEGLIA, GENTAGLIA!" BLATERA INSULTI CONTRO L'AZIENDA, LA SOCIETÀ, IL CAPITALISMO, IL VALORE DEL LAVORO—OVVIAMENTE IGNORANDO IL FATTO CHE TUTTI HANNO RICEVUTO UN AUMENTO TRANNE TE—DICIAMOCELO, POTRESTI IMPEGNARTI DI PIÙ, MA CONTINUI A URLARE. ORA STAI SUDANDO, LA VOCE ROTTA, LE GAMBE TI TREMANO. NELLA TUA TESTA ERA MOLTO PIÙ SEMPLICE DI COSÌ, E PER FARLA BREVE, ARRIVANO GLI ADDETTI ALLA SICUREZZA, TI TRASCINANO VIA. SENZA PERMETTERTI DI LIBERARE LA SCRIVANIA, SENZA SALUTARE, TI SBATTONO FUORI DALL'EDIFICIO E TU SEI LETTERALMENTE IN MEZZO A UNA STRADA. IL TUO ACCOUNT EMAIL È GIÀ STATO DISATTIVATO, SEI DA SOLO, NON HAI UN LAVORO, NON HAI UN POSTO DOVE ANDARE, E FORSE ALLA FINE L'IDEA DI MANDARE ALL'ARIA TUTTO PERCHÉ NESSUNO AVEVA RISPOSTO ALLA TUA MAIL SUL FURTO DEL TUO LATTE D'AVENA IN FRIGO, ECCO FORSE ERA UN PO' ESAGERATA.

Ok, no. Questa non è una mossa geniale. Non farlo.

Segui Joel Golby su Twitter @joelgolby.