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Come non sembrare milanese pur essendolo

Dopo l'articolo del Corriere che spiega "come sembrare milanese senza esserlo", e dato che nessuno vorrebbe mai passare per milanese, abbiamo steso una lista di comportamenti da adottare per sembrare tutto fuorché milanesi.

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Sul Corriere è uscito un articolo molto commentato e discusso che ti spiega come sembrare milanese senza esserlo, su ispirazione del libro Come essere una parigina. Ovunque tu sia. In pratica, secondo il Corriere, per essere una milanese devi vestirti come una liceale bene che ha marinato la scuola e vaga per San Babila: ballerine, borse di Michael Kors e messa in piega.

Dato che la "milanese" non esiste come concetto se non all'interno dei film dei Vanzina, il Corriere si è dovuto effettivamente rifare a quello stereotipo di figlia dello Zampetti che funzionava negli anni Ottanta (forse) ma che con Milano non ha praticamente più nulla a che fare. Certo ne abbiamo di ragazze dell'alta borghesia, ma per essere come loro ci vogliono almeno tre generazioni di ragazze alto-borghesi che si tramandano maglioni di Fendi e vestagliette in seta. E poi saranno il cinque percento della popolazione di Milano, non spostano neanche voti elettorali—altrimenti Milly Moratti sarebbe sindaco.

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Una cosa è certa: nessuno vuole sembrare milanese. Né le persone che commentano l'articolo, né quelle che non l'hanno mai letto e mai lo leggeranno. Perché diciamocelo, chi potrebbe mai voler sembrare milanese? NESSUNO. Ecco allora come fare per sembrare tutto fuorché una persona (ragazza, ragazzo, o anziano) nata a Milano.

SEGUI I CONSIGLI DEL CORRIERE

Ogni volta che qualcuno scrive la frase "la borsa d'ordinanza" una milanese, a Milano, muore. Ogni volta che qualcuno cita uno stilista americano di fascia media, un appartamento in via della Spiga va a fuoco. Ogni volta che indossi un paio di ballerine da qualche parte nel mondo, di sicuro non potresti sopravvivere ai sampietrini di Brera.

Praticamente qualsiasi cosa leggiate nell'articolo pubblicato dal Corriere è il ritratto preciso di una ragazza della provincia ricca di Milano, la zona dei mobilifici di Monza-Brianza. È vero però che spesso i milanesi hanno cugini di quelle parti, e per la regola dei gradi di separazione potreste avvicinarvi a un milanese. Sembrare uno che vuole sembrare un milanese è il modo perfetto per attirare su di voi l'odio degli autoctoni.

RISPONDI "BENE" QUANDO TI CHIEDONO "COME VA?"

"Bene" nel vocabolario milanese è un'iperbole, o al massimo un sinonimo di "sì". Non è uno stato d'animo, e tantomeno una risposta accettabile quando una persona che non vedi da sei mesi ti chiede "come va?" In sei mesi succedono un sacco di cose la cui media ponderata non può essere a segno più. E un milanese non ha intenzione di lasciarvi andare se prima non vi ha dettagliato la merda che ha mangiato in sei mesi.

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Una milanese di fretta potrebbe rispondere "bene", ma sarebbe solo una menzogna blasé per segare la conversazione.

Fate il contrario.

PROVA COSE NUOVE

Il culo dei milanesi non è assolutamente "sfuggente" come sostiene il Corriere, ma pesantissimo. Chi sta a nord del Duomo parla del raggiungere i Navigli come se stessero in Emilia Romagna, chi sta a sud non andrebbe a Lambrate neanche se regalassero MacBook Pro. Andare a vivere in un quartiere che non sia quello in cui sei nato o limitrofo è come trasferirsi in un altro continente.

Questo è uno dei motivi per cui le novità ai milanesi stanno sul cazzo. Era tutto meglio prima, è meglio quello che ho sotto casa, era meglio quando quella vetrina era occupata da una cartolibreria e non ora che è un bar fighetto pieno di stronzi. Expo è la combo mortale di lontano e nuovo. I milanesi odiano Expo, ma odiano anche chi odia Expo, quindi diranno che ci andranno ("quando magari finiscono i lavori, tipo a settembre"), ma poi non ci metteranno piede. Lo stesso vale per i locali nuovi, i locali vecchi ma lontani da casa, o i ristoranti descritti con parole tipo "innovativo".

Se non volete sembrare milanesi, entusiasmatevi per le novità, e mettete "parteciperò" a qualsiasi evento abbia la parola "Inaugurazione" nel titolo.

ABBRONZATI

Secondo il Corriere, i milanesi non avrebbero un lavoro ma un "progetto". Legalmente è vero, visto che tutti hanno contratti a progetto, nella realtà se riesci a uscire dall'ufficio in tempo per la cena allora non sei milanese—e nemmeno lo sembri. Il weekend è quel momento in cui stai in casa a fare tutte le cose che non sei riuscito a fare durante la settimana, tipo lavare il bagno o fare la spesa su esselunga.it (unico supermercato accettato dalle mamme dei milanesi).

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Ai milanesi la potenziale melanina in circolo si esaurisce al terzo anno di lavoro d'ufficio, sostituita da fotosensibilità al neon. Qualsiasi colorito fuori dalla gamma dei verdi e dei gialli è accettabile solo se frutto di una vacanza in un posto non ancora segnalato come meta di turismo, tipo la Georgia o un viaggio transcontinentale su una nave mercantile.

Se non volete sembrare milanesi abbiate un colorito sano tutto l'anno, e quando dite di voler fare un weekend al mare, poi fatelo davvero.

VANTATI DI UN'INFANZIA BUCOLICA

Un non milanese si riconosce quando chiede al milanese "Come passavi la tua infanzia qui? Io giocavo per strada coi miei amici e non avevo orari di rientro a casa." A Milano si gioca solo nelle case degli altri amici, negli oratori o nelle squallide aree giochi dove è più facile trovare il fumo che posto sull'altalena.

Nessun milanese ha un buon rapporto con gli animali al di là di quelli da appartamento, a meno che non facciate parte di quel cinque percento di milanesi con giardino privato, dove scorrazzano Bovari del Bernese—solo il cinque percento dei milanesi sa cos'è un Bovaro del Bernese. Se siete milanesi e volete rinnegare la vostra città, fate finta di aver scorrazzato per i campi fino al liceo, e di non essere allergici al pelo animale.

INTERESSATI AGLI ALTRI ESSERI UMANI

Un mio amico romagnolo, che di rado frequenta Milano, è venuto a trovarmi e mi ha raccontato di aver passato mezz'ora a parlare con un barbone che gli ha detto di stare male, ha chiamato l'ambulanza e quando è arrivata i paramedici lo hanno guardato inteneriti dicendogli "Ma è un barbone, fa sempre così." E la mia prima domanda è stata "Ma perché ti sei fermato a parlarci?"

Se non volete sembrare milanesi, preoccupatevi per il prossimo, in qualsiasi luogo e in qualsiasi forma. Rispondete "No, grazie" ai venditori di rose invece di ignorarli, cedete il posto sui mezzi pubblici agli anziani, salutate quando entrate e uscite dai negozi—grandi magazzini compresi—e non fate di tutto per evitare gli sguardi degli altri. Lasciate che siano loro a dirvi "Cazzo guardi?"

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