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Viale Papiniano e Corso Buenos Aires deserte. Foto di Maria Gaglio e Ludovica Desantis.
Coronavirus

Cosa ci passa per la testa e cosa vediamo dalle nostre finestre in questi giorni di coronavirus

"Mi sono arrivate notizie di persone che conosco che hanno preso il coronavirus, e mi è venuta un po' di ansia, perché mi fa capire che è reale."
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

Da mercoledì 11 marzo, l’Italia è una “zona protetta” in cui tutti i servizi non essenziali sono sospesi a causa del coronavirus. In sostanza, le limitazioni alle attività e al movimento che erano state disposte nel weekend per la “zona arancione”—che comprendeva la Lombardia e 14 province—sono state estese a tutto il paese lunedì, e riviste in senso ancor più serio nelle ultime ore. Una cosa del genere non è successa nemmeno in Cina.

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Ora, all’interno del proprio comune si può uscire solo per motivi di natura lavorativa, di salute o situazioni di necessità—come fare la spesa e andare in farmacia, mantenendo però sempre la distanza di sicurezza con gli altri. È anche possibile fare sport all’aria aperta, purché non in gruppo. Ma tutto il resto (bar e ristoranti, negozi, parrucchieri, attività ricreative) è sospeso almeno fino al tre aprile.

Abbiamo chiesto a membri della redazione e collaboratori che vivono a Milano e Roma, dove le stesse misure sono state prese in tempi diversi, come sono cambiate le loro vite passate perlopiù in casa.

MILANO, Viale Papiniano — Maria

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Maria a casa, con la vista dal suo appartamento.

Dove abiti e come è cambiata la tua zona?
Abito vicino al carcere di San Vittore, e lunedì il silenzio di questi giorni a Milano è stato interrotto dalle proteste dei carcerati saliti sul tetto della struttura. È durato poche ore, ma non è stato l'unico caso: ci sono state rivolte in oltre dieci carceri in tutta Italia. Il traffico del viale—le poche macchine che passavano in quella che solitamente è un'arteria molto trafficata, a dire il vero—è stato bloccato, e per un po' c'è stato un via vai di agenti in tenuta anti sommossa e ambulanze.

Ti sembra che la gente abbia davvero smesso di uscire?
Da domenica, davanti al supermercato si formano piccole code per contingentare gli ingressi. In tutto ciò gli anziani sembrano ancora i più ostinati a uscire, e martedì hanno affollato il mercato rionale che [fino alla sospensione di ieri sera] ha continuato a occupare il viale due volte a settimana.

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Come passi le tue giornate?
Io continuo a cucinare, mangiare e guardare serie tv con Juno, la mia gatta. Quando mi alzo dal divano curo le mie amate piante e le talee che scambierò con le amiche quando tutto questo sarà finito.

MILANO, Barona — Gloria Maria

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Gloria Maria a casa, con la vista dal suo terrazzo.

Dove abiti e come è cambiata la tua zona?
Vivo vicino a uno degli ospedali della zona sud della città. In questo momento le uniche cose che vedo muoversi dal mio balcone sono le ambulanze e gli operatori sanitari che rispondono alle emergenze. Sento tutto il giorno molte sirene, è molto triste.

Come passi le tue giornate?
Lavoro da casa e leggo molto. Il mio libro del momento è Superintelligence di Nick Bostrom, perché sento di dover prepararmi per qualcosa che ancora non capisco. Nel frattempo il sole splende luminoso, fa caldo, gli uccelli cantano e gli alberi sono in fiore. Siamo bloccati, ma la natura non si ferma mai.

MILANO, Navigli — Alice

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Alice a casa, con la vista (giorno e sera) dalla sua finestra.

Dove abiti e come è cambiata la tua zona?
Dalla mia finestra su un cortile interno dei Navigli non vedo molto di ciò che succede fuori, per strada. Ma cosa che più mi colpisce—e che ricorre nelle conversazioni con amici in altre parti della città—è il silenzio. Il quartiere è frequentata a ogni ora, soprattutto da giovani e studenti universitari. Ora, al loro posto sento perlopiù il tram che passa lungo la via, spesso senza lo stop alla fermata: il trasporto pubblico di Milano ha registrato un calo del 60 percento dei passeggeri. In compenso, dato che sono tutti al chiuso, la sera ci sono molte più finestre illuminate e la gente si parla da un ballatoio all'altro.

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Che impatto sta avendo tutto ciò su di te?
Questa situazione, e le notizie in generale, mi hanno spinto a riflettere sui miei privilegi e a mettere molte cose in prospettiva. A volte facendomi precipitare nello sconforto, e a volte facendomi stupire dello spirito di comunità e intraprendenza che può crearsi.

Come passi le tue giornate?
Questa è la terza settimana di lavoro a casa, e il mio ragazzo ed io abbiamo ridotto gradualmente le uscite limitandole ora al minimo indispensabile. Non solo perché le autorità lo richiedono e perché è necessario contenere i contagi, ma perché vedere tutto vuoto fa uno strano effetto. Dentro le pareti di casa invece continua a sembrarmi un lunghissimo weekend piatto, di quelli in cui non succede niente e passi più tempo a fare piani che a metterli in pratica.

MILANO, Fondazione Prada — Simone

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Simone a casa, con la vista dalla sua finestra.

Dove abiti e come è cambiata la tua zona?
Tutti i cancelli degli uffici di questa zona di Milano sud sono chiusi, e nel parco è rimasto solo qualcuno sulle panchine che legge un libro indossando la mascherina.

Che impatto sta avendo tutto ciò su di te?
Vivo con la mia ragazza e non vediamo altre persone da più di una settimana: seguiamo la regola di rinunciare a tutto quello che non è strettamente necessario, perciò usciamo solo per fare la spesa o passeggiare intorno a casa. Io ci ho messo un po’ a prendere la situazione davvero sul serio, ma da quando ho saputo che alcune persone che conosco hanno contratto il virus la mia percezione è molto cambiata. Cerco di non farmi ossessionare dall’argomento del contagio, ma è difficile abbandonarsi totalmente ad altri pensieri.

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Come passi le tue giornate?
Pensavo che avrei approfittato di questo periodo per dedicarmi ai miei progetti, ma in mancanza di concentrazione preferisco leggere o cucinare. Evito di cercare continuamente notizie, e di solito la sera quando finiamo di lavorare facciamo una piccola rassegna stampa per tenerci aggiornati. Sento tutti i giorni la mia famiglia che vive in un’altra città; non vado spesso a casa, ma è strano pensare di non poterli vedere soprattutto in questa situazione.

MILANO, Navigli — Sara

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Sara a casa, con la vista dal suo terrazzo.

Come è cambiata la tua vita in queste settimane?
È la mia seconda settimana di lavoro da casa: avrei potuto farlo anche quella precedente, ma sono un’amante dell’abitudine e andare in ufficio per me è sempre più comodo per lavorare. Adesso cerco il più possibile di non uscire, anche se la situazione è pesante, soprattutto mentalmente.

Che impatto sta avendo tutto ciò su di te?
Non sono una persona tendente all’ottimismo e, più che la paura del contagio, l’isolamento è una cassa di risonanza per tutti i miei pensieri peggiori. Un mio coinquilino è bloccato a Roma, l’altro è in casa; ci siamo sempre fatti abbastanza i fatti nostri e ci è sempre andata bene così, ma chiaramente non è un rapporto in cui trovare dello svago ora. Anzi, è molto difficile dover dividere gli spazi 24/7.

Come passi le tue giornate?
Le giornate sono tutte uguali, ma ora cercherò di non stare sempre in pigiama e di mantenere una routine, anche se ci sono giorni in cui non mi rendo conto del passare del tempo e non mangio. Per combattere la solitudine sto iniziando a organizzare aperitivi e pause caffè su Google Hangouts, perché la cosa che mi manca di più sono i momenti di confronto spontaneo, al di là del solo aggiornamento sulle proprie vite.

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MILANO, Lotto — Alessandro

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Alessandro a casa, con la vista dal suo appartamento.

Come è cambiata la tua vita in queste settimane?
Sono le 19 di sera e sto uscendo a correre, perché fare sport in solitaria è l'unico momento che mi fa capire che non sono un topo in gabbia. E quindi scappo fuori, corro come un matto. Durante la giornata sono molto più stressato di prima, perché non avendo un reale "contatto fisico" con le persone, e perdendo il triplo del tempo tra telefonate e messaggi, alla fine entro in un'altra dimensione.

Che impatto ha avuto tutto ciò su di te?
Mi sento ovattato, e quando mi affaccio alla finestra realizzo che forse sto guardando un film: non c'è nessuno, è tutto chiuso, e provo una sensazione di straniamento. Mi sono arrivate notizie di persone che conosco che hanno preso il coronavirus, e mi è venuta un po' di angoscia, perché mi fa capire che è reale. Ma non mi perdo d'animo.

ROMA, Pigneto — Leonardo

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Leonardo a casa, con la vista dal suo terrazzo.

Dove abiti e come è cambiata la tua zona?
Abito in un quartiere di Roma molto popoloso, vivo sia di giorno che di notte. Nell’ultima settimana c’era ancora una parvenza di normalità, quasi un’illusione che la cosa riguardasse principalmente il nord Italia, anche se i posti erano ovviamente meno affollati—a Roma, al momento, il contagio non è ai livelli delle aree più colpite.

Ti sembra che la gente abbia davvero smesso di uscire?
Da lunedì, giorno in cui l’Italia intera è diventata una “zona protetta,” l’atmosfera è cambiata parecchio. Le persone escono molto meno, e in generale si percepisce un po’ di tensione: la serietà è ben chiara a tutti, anche a chi solo qualche giorno fa sminuiva ancora. Nel quartiere sono rimasti aperti pochissimi negozi, come i tabaccai, e ovviamente gli alimentari e i supermercati. In quello più vicino a casa, lo staff è giovane e di solito molto gioviale; in questi giorni, hanno guanti e mascherine e decisamente poca voglia di scherzare. Parlano tutti della stessa cosa.

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Come passi le tue giornate?
Lavorare a casa non mi pesa, visto che ci sono abituato. È però molto difficile riuscire a staccarsi dal flusso costante di notizie, che comunque devo seguire, senza farlo tracimare anche nel “tempo libero.” L’eccezionalità del momento mi porta a voler capire di più gli aspetti tecnici e sociali, e dunque a leggere libri come Spillover di David Quammen, o La paura in occidente dello storico Jean Delumeau.

ROMA, Balduina — Silvia

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Il quartiere di Silvia.

Come è cambiata la tua vita in queste settimane?
Da due giorni non posso più andare a lavoro, ci hanno detto di rimanere a casa. Non posso più fare nessuna delle attività che facevo prima, perché anche a Roma ora le palestre sono chiuse, al carcere minorile dove faccio volontariato non si può più andare—è impossibile l'accesso agli esterni, ai ragazzi è stato concesso solo di fare colloqui tramite Skype—e le bambine che tengo come babysitter sono a casa coi genitori. In pratica, al momento non ho entrate fisse.

Che impatto sta avendo tutto ciò su di te?
In questi due ultimi giorni ho capito che è il momento di fermarsi, che bisogna fare la propria parte, e più che essere preoccupata per me stessa sono preoccupata per chi mi sta accanto, specialmente per le persone più anziane.

Come passi le tue giornate?
Passo il tempo tra videochiamate, libri, studio, allenamento sul terrazzo condominiale nella speranza che tutto passi presto. E ho deciso che terrò un piccolo diario di bordo di questa esperienza con le emozioni quotidiane.

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ROMA, Piramide — Filippo

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Filippo a casa, con la vista dal suo appartamento.

Come è cambiata la tua vita in queste settimane?
Quattro giorni fa ero in ufficio e in palestra. La sera stessa hanno chiuso la palestra e il giorno dopo al lavoro ci siamo salutati per andare in smart working “until further notice”. Da tre giorni quindi po’ di cose sono cambiate. Anzitutto i coinquilini: ne ho “persa” una, rimasta bloccata nelle Marche dopo le nuove norme [che limitano le possibilità di movimento], e ne ho guadagnata un’altra, la fidanzata del mio coinquilino che sarebbe dovuta tornare in Campania.

Come passi le tue giornate?
La mattina facciamo tutti colazione insieme in cucina, poi ognuno davanti al computer e alle 19 aperitivo in cucina. L’argomento iniziale è sempre lo stesso: come era la situazione quando sei uscito per fare la spesa.

Ieri ho finalmente accettato che andrà avanti così per un po’ e ho riorganizzato la stanza, che non era pensata per ospitarmi 24/7, ho installato sul pc videogiochi totalizzanti, iniziato a vedere i film della sempre ignorata lista “da vedere” e alle 17:30 faccio un salto al parco, senza mascherina ma con lo screen-shot nel cellulare del sito del governo dove si dice che si può fare sport all’aperto. Non si sa mai.

ROMA, Ghetto Ebraico — Lara

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La vista sui tetti di Lara.

Dove abiti e come è cambiata la tua zona?
Non esco di casa, ma percepisco comunque l'assenza di persone—turisti soprattutto. L'ultima cosa che ho visto al di là di questa finestra è stato il mare domenica, al tramonto. L'ho fatto apposta, sapendo che sarebbe stata l'ultima uscita per almeno un po': 24 ore dopo, è arrivata la comunicazione dell'estensione a tutta l'Italia delle misure inizialmente previste per il nord.

Che impatto sta avendo tutto ciò sulle persone intorno a te?
La mia ragazza è immunodepressa. Tiene conto dei numeri dei morti e si mette a fare in autonomia i calcoli statistici sulle cause correlate. Come passi le tue giornate?
Io ascolto Bach, e guardo film come Benjamin Button—e quindi piango pensando alla vita. Per lavoro mi occupo di produzioni video, perciò tra qualche giorno avrò finito le cose rimaste aperte e penso inizierà a essere pesante. Non so se decidere di imparare qualcosa di nuovo, o se assorbire inutili conoscenze qua e là. Quello che so, è che il tre di aprile difficilmente sarà tutto finito.