Attualità

Non è uno scherzo: Pio e Amedeo sono stati premiati per 'aver innovato' la tv italiana

È il solito paradosso: persone che incarnano il peggior conformismo televisivo e culturale si lamentano di non poter più dire niente—e alla fine vengono pure premiate.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
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Grab via Raiplay.

Il 9 settembre del 2021 si è tenuta la prima serata della quindicesima edizione dei “Seat Music Awards”, trasmessi in diretta su Rai 1. Tra i vari ospiti speciali hanno fatto la loro comparsa i comici Pio e Amedeo, descritti dai conduttori Carlo Conti e Vanessa Incontrada come dei “cicloni.”

Ai due è stato inoltre assegnato un premio per—cito testualmente—“aver innovato il linguaggio televisivo e per saper cogliere le sfaccettature della vita quotidiana rendendole spettacolari con ironia e irriverenza.”

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Nel riceverlo, Pio ha affermato di dedicarlo alla “libertà d’opinione,” con un riferimento alla loro trasmissione Felicissima Sera su Canale 5 e in particolare al famigerato monologo del 30 aprile 2021 in cui si scagliavano contro la fantomatica “dittatura del politicamente corretto.”

I comici, lo ricorderete, avevano ripetuto per un quarto d’ora abbondante la n-word e la f-word, invitando le vittime di razzismo e omofobia a non starci troppo a pensare e “farsi una risata”—a loro dire, il modo migliore per disinnescare “l’ignoranza” di razzisti e omofobi.

Il discorso era stato talmente “innovativo” e “coraggioso” da incassare il plauso di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e altri esponenti politici non esattamente in prima linea nella tutela delle minoranze—mentre molte persone lo avevano giustamente ricoperto di critiche per aver sdoganato parole e concetti tossici.

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Pio e Amedeo avevano poi rincarato la dose in un post su Instagram, dicendo che “siamo contro l’opinione unica”—senza mai specificare in cosa consista questo fantomatico “pensiero unico”—e rifiutando di scusarsi.

Nel ricevere il premio, comunque, i due hanno poi rivendicato con orgoglio il loro “anticonformismo” e colto l’occasione per lanciare una critica a Fedez, che al Concertone dello scorso primo maggio aveva denunciato un tentativo di censura politica da parte della dirigenza della Rai.

Per Pio e Amedeo sarebbe infatti stato Fedez ad aver montato un caso immaginario per vendere più smalti con lo “swipe up” su Instagram. La Rai, hanno proseguito i comici, è del tutto “libera” da qualsiasi influenza politica proprio perché invita due personaggi scomodissimi come Pio e Amedeo. “Nessuno si è permesso di venire da noi a chiedere ‘ragazzi che dite?’,” hanno aggiunto i due.

Oggi si parla dell’accaduto ai “Seat Music Awards” proprio perché Fedez ha risposto alle accuse di Pio e Amedeo, generando una polemica. Ma il punto centrale della vicenda non è il “dissing” tra i tre; è un altro, ed è sempre il solito da qualche tempo a questa parte: la realtà parallela in cui si sistematicamente si sviluppano determinate tematiche.

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In un paese in cui buona parte della politica e dei media agitano gli spauracchi del “politicamente corretto” e della “cancel culture”, è scontato che due comici del genere vengano celebrati come dei cavalieri della libertà d’espressione o addirittura degli “innovatori.”

Cosa che, poi, non sono nemmeno per sbaglio. Pio e Amedeo incarnano il peggior conformismo televisivo e culturale, e sono strenui difensori dello status quo—altrimenti, molto banalmente, non avrebbero una trasmissione in prima serata con cui fanno record d’ascolti uno dopo l’altro.

Il grande paradosso, insomma, è che un sacco di persone si lamentano di “non poter dire più niente” proprio mentre quelle cose le stanno dicendo. E nel farlo non solo non subiscono alcuna conseguenza; vengono addirittura premiate.

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