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Cibo

A San Daniele hanno appena inventato il caviale di prosciutto

E noi non riusciamo a smettere di pensarci.
Andrea Strafile
Rome, IT

La parola caviale viene da Khag-Avar, la torta dell’energia. I Persiani sono sempre stati bravi a creare parole in grado di racchiudere perfettamente i concetti. Se pensate di aver sentito tutto sul caviale vi sbagliate di grosso. A partire dalla diatriba su cosa possa chiamarsi tale e cosa invece non è altro che un ammasso di volgari uova di pesce, fino ad arrivare al modo migliore per gustarlo, c'è sempre qualcosa di nuovo da sapere. Tecnicamente il caviale è il prodotto della lavorazione delle uova di storione, ma ormai il termine viene utilizzato per definire qualsiasi sfera edibile dal sapore dolcesalato.

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Ecco perché il prosciuttificio Dok Dall’Ava, che produce San Daniele da oltre sessant’anni, ha deciso di guardare avanti e creare il primo caviale di prosciutto crudo mai inventato. Salato è salato, dolce è dolce, non vedo perché no.

Dopo anni di sperimentazioni, la soluzione è arrivata nel modo più semplice possibile: nessuna aggiunta di altri ingredienti, solo prosciutto puro disidratato, messo in forma e inscatolato. La creazione messa a punto dallo chef Sergio Pontoni promette di essere un prodotto estremamente versatile capace di cambiare sapore al piatto, aggiungendovi complessità di sapori e consistenze. E naturalmente può essere mangiato a cucchiaiate una dietro l’altra mentre vi buttate giù un sacco di bollicine. Caviale di San Daniele e champagne. Non so se mi sono spiegato. Il primo paese in cui il caviale sbarcherà saranno gli Stati Uniti. Storia della gastronomia, Dolce Vita, innovazione: prevediamo il successo. A seguire New York, Chicago, Los Angeles e poi il resto del mondo. Il limite è il cielo, signori.

Abbiamo provato per tre giorni a contattare il patron Carlo Dall’Ava, ma le sue segretarie - invero gentilissime - mi hanno sempre risposto che era in riunione. E io me lo sono immaginato chiuso in una sala riunioni a parlare fitto fitto del caviale e a macchinare qualche altra immaginifica e prosciuttosa creazione. Avrei voluto chiedergli: “Come le è venuto in mente?”; “È vero che l’avete pensato per creare dipendenza dal prosciutto?”; “Me ne spedisce due colli? Sa, per testarlo…”. E invece no, purtroppo. Quindi non possiamo fare altro che rimanere in trepidante attesa, con una bottiglia sempre in fresco e l’acqua che bolle. Spaghetti, cime di rapa e caviale di San Daniele. Sbrigatevi, che c’ho fame.