Cultura

Ho partecipato a Naked Attraction Italia, il programma in cui scegli il partner nudo

Tre concorrenti e il curatore del dating show di Discovery raccontano come funziona quando un appuntamento comincia "come di solito si finisce: nudi."
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
naked attraction italia
Foto per gentile concessione di Stand by me e Discovery italia.
dietro le quinte serie tv
Cosa succede davanti e dietro la tv, spiegato da chi la fa.

“In questo esperimento sociale i single protagonisti torneranno alle origini, cominciando un appuntamento come di solito si finisce: nudi.” Recita così il voice over che introduce ogni puntata di Naked Attraction Italia, il dating show ispirato all’originale inglese Naked Attraction di Channel 4 (la versione italiana va invece in onda su Discovery+).

Ogni puntata, condotta da Nina Palmieri, è divisa in due manche. Ad ogni manche un/a concorrente deve scegliere, basandosi sull’attrazione fisica, con chi vorrà avere un appuntamento, tra sei concorrenti nudi—di cui prima vedrà solo le parti intime, poi anche il busto e infine il viso. Una volta rimasti gli ultimi due concorrenti, anche il picker (il concorrente selezionatore) si spoglierà, e deciderà con chi avere un appuntamento, in un bar, coi vestiti addosso.

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Per questa prima edizione italiana, prodotta da Stand by me, i partecipanti hanno risposto ad annunci su Facebook, Instagram, app di dating. “Abbiamo poi coinvolto una psicologa che ha fatto un colloquio con ognuno dei nostri single,” mi racconta il curatore Davide Acampora. “Dopo una prima chiacchierata telefonica, li abbiamo convocati per i provini [sempre in presenza della psicologa], che si sono svolti in diverse città.”

“È stato molto bello farsi raccontare dai partecipanti il rapporto con il loro corpo: è stata un’indagine antropologica, un racconto delle abitudini e dei gusti sessuali dei single di tutta Italia. Naked Attraction è un inno all’accettazione, alla body positivity. Anche l’inclusione è un tema centrale: nelle nostre cabine c’è spazio per persone di ogni genere e orientamento sessuale,” continua Acampora. “Ci auguriamo che chi lo seguirà possa ritrovarsi nei valori e nelle premesse su cui abbiamo fondato lo show.” 

Per capire meglio come funziona il programma quando lo vivi in prima persona, ho raggiunto tre concorrenti al telefono. Penso che al momento della chiacchierata fossero vestiti.

Le interviste sono state accorciate per questioni di spazio e chiarezza.

Simone, 25 anni, Milano (ha partecipato alla prima puntata di Naked Attraction Italia)

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Simone all'interno della cabina di Naked Attraction italia.

VICE: Ciao Simone, come mai hai deciso di partecipare al programma? 
Simone:
Per curiosità, perché ero desideroso di conoscere qualcuno in una maniera completamente fuori dagli schemi e soprattutto dal vivo, ma anche per un terzo motivo. Ho un passato da ex obeso: ero un ragazzino di oltre 100 chili per 165 cm, venivo spesso preso di mira.

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Durante la maggiore età, poi, sono dimagrito e diventato un “finto magro”, che però si vergognava a spogliarsi davanti a una ragazza, e rimaneva in maglietta in certe situazioni. Ho la ginecomastia, quindi ho visivamente un ‘mezzo seno’. 

Pertanto partecipare al programma, da persona che ha acquisito poco a poco sicurezza sul suo corpo, è stata una rivincita. 

Tu eri tra i sei ragazzi all’interno della cabina. Come si sta lì dentro? 
Ti ritrovi completamente nudo, chiuso in questo spazio circoscritto, con sotto della luce a led e sopra tutte le luci del set. Sembrava quasi una doccia solare [ride]. Non avendo freddo, non mi sentivo nemmeno in imbarazzo, perché, sai, quando le temperature sono basse lì sotto tende tutto a ritirarsi. Mi sentivo un po’ dentro un “Indovina chi”, ma dal vivo e con tutti gli altri nudi. 

Prima delle registrazioni ho anche avuto modo di conoscere gli altri cinque concorrenti—ma, ovviamente, non la ragazza che avrebbe dovuto scegliere tra noi.

Quali sono stati i momenti della puntata che ti hanno colpito di più?
Innanzitutto, quando la ragazza che sceglieva, ancora prima di vederli, ha scartato i ragazzi che secondo me erano i più belli. Ogni volta che realizzavo che ero ancora in gioco, acquisivo autostima e sicurezza. Mi è piaciuto essere stato apprezzato per quello che sono, e che la picker non si sia focalizzata solo su addominali scolpiti e bicipiti alla braccio di ferro.

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E quali sono state le reazioni delle persone che conosci?
Prima del programma, le reazioni sono state molto diverse. Da “Ma come farai quando persone da tutta Italia ti vedranno nudo?” a “Sei un eroe.” Dopo, invece, si è creato un hype gigantesco, anche per i risultati. Hanno incominciato a scrivermi in dozzine, anche persone che non vedevo da anni, per farmi i complimenti e dirmi “Simo, non hai nulla da invidiare a nessuno”. Mi ha fatto molto piacere.

Elena, 22 anni, Roma (ha partecipato alla terza puntata di Naked Attraction Italia) 

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Elena, mentre commenta la scelta finale a naked Attraction Italia.

VICE: Ciao Elena, dopo l’iscrizione e le prime fasi, cosa succede quando arrivi ai casting?
Elena:
Ti danno un numero e un foglio da compilare con i tuoi dati, poi entri in una stanza davanti alla redazione e iniziano a farti qualche domanda generica, sui tuoi gusti. In seguito, ti fanno spogliare e salire su una sorta di disco che simula un po’ la cabina del programma. Capiscono quanto tu sia a tuo agio senza vestiti addosso—e io ci stavo beatamente, senza un filo di imbarazzo. 

Quando mi hanno richiamata pensavo di essere stata selezionata come concorrente da cabina, invece mi hanno comunicato che avrei avuto il ruolo di picker. Il giorno delle riprese, poi, mi sono sentita una “superstar”: mi hanno “scortata” tutto il tempo, perché non potevo vedere nemmeno di sfuggita i ragazzi tra cui avrei scelto. 

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Quali sono stati i momenti più interessanti della puntata?
Sicuramente il primo step, quando si sono aperte le cabine fino ai genitali. Prima di iniziare mi avevano avvisata: “Sembra facile, però quando stai lì davanti potresti rimanere per un momento senza parole.” E in effetti, una volta lì, per un attimo ho pensato: “Ok, adesso che devo dire?”

Sempre al primo step, un altro momento che ricorderò è quando ho eliminato il primo concorrente: il portello della cabina è salito, ne ho potuto vedere anche il petto e il volto e ho pensato di aver fatto una cavolata. 

Infine, quando la presentatrice mi ha chiesto se volessi mandare un messaggio alle donne e ragazze in ascolto. Non me l’aspettavo. Ma poter dire di fregarsene, che le critiche ti devono scivolare addosso, di autodeterminarsi e apprezzarsi, è stato molto importante. In passato sono stata bullizzata per il mio corpo, oggi faccio la fotomodella.

Cosa diresti a chi giudica il programma da fuori?
Che forse lo vede come un “mettersi in mostra”, e non per il suo obiettivo a monte: abbattere qualche tabù, e mostrarne, con una prospettiva impattante, la bellezza. Riparteciperei pure domani.

Matteo, 33 anni, Torino (ha partecipato alla seconda puntata di Naked Attraction Italia) 

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Nina e Matteo, al momento della scelta finale di quest'ultimo.

VICE: Ciao Matteo, come hai scoperto il programma? 
Matteo:
Tramite un amico, che ha sentito del programma e ha pensato istantaneamente a me. In effetti, quando me lo ha proposto ho trovato che potesse essere affine alla mia filosofia di vita. 

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Qual è questa filosofia di vita? 
La mia missione è parlare di body positivity, di inclusività e nudismo—e mi è sembrata una ottima occasione per portare avanti questi discorsi.

Quindi per te non è stato affatto difficoltoso metterti a nudo.
No, per niente. Credo molto nel contatto con la nostra nudità. È da molto tempo che pratico nudismo, e sono un gimnopodista. Avevo un profilo Instagram dove postavo foto dai miei viaggi—di me stesso nudo in mezzo alla natura. Però ho scelto la piattaforma sbagliata, e sono stato colpito dalla falce puritana. 

Sei stato scelto come picker. Eliminare le persone davanti a te è stato complicato?
Sì, sempre difficilissimo. Ma l’eliminazione più difficile in assoluto è stata la prima: avevo sottovalutato quel momento in cui ti ritrovi davanti a sei corpi nudi, ma solo dalla vita in giù. Sicuramente è la cosa più forte di tutto il programma. 

In ogni caso, sono stato molto contento delle scelte che hanno fatto gli autori, delle persone che mi sono trovato dentro le cabine. Era proprio quello che speravo succedesse.

Perché, appunto, tu sei pansessuale e ti sei trovato davanti a concorrenti dalle identità e dai sessi diversi.
Sì, avevo intuito che lo scopo del programma fosse mostrare i punti di forza della diversità in senso ampio.

Forse è stata anche una delle prime volte che si è parlato in modo piuttosto ok di pansessualità nella tv italiana.
Non mi stupirebbe per niente. Ho viaggiato molto, e nei paesi del Nord Europa c’è una mentalità più aperta. Per questo ho voluto partecipare al programma in Italia.

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