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Attualità

La gente su Internet ha scambiato una parodia di Diego Abatantuono per un'invettiva razzista

E invece la scena in questione è tratta proprio da un film antirazzista, "Cose dell'altro mondo". Ops.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Screenshot via Facebook.

Tra fascisti che scambiano Sasha Grey per una vittima dei partigiani e confondono i sedili di un autobus per donne con il burqa, questo agosto ci ha già regalato abbastanza emozioni. Ma negli ultimi giorni, come se non fosse abbastanza, il campionario dei post decontestualizzati e stravolti di senso si è ulteriormente ampliato.

Sto parlando di un video—spuntatomi più e più volte in bacheca—in cui Diego Abatantuono fa una tirata razzista contro gli immigrati, ripetendo i luoghi comuni contro "fancazzisti albanesi, xingani [zingari], maestre di sinistra," affastellando gli stereotipi più immondi sull'immigrazione, e concludendo con il perentorio invito: "Prendete il cammello e tornate a casa!"

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Mentre scrivo, la clip ha quasi 700mila visualizzazione e oltre 24mila condivisioni. A postarlo è stata la pagina "Comitato per la non rielezione di Laura Boldrini," che l'ha accompagnato con lo status "Ha ragione da vendere!!!"

Inizialmente, non lo nascondo, pensavo fosse una trollata sulla falsariga di Nina Moric con Magic Johnson e Samuel L. Jackson. Guardando meglio la pagina, però, ci si accorge subito che non c'è nulla di ironico: oltre alla scontata ossessione verso la presidente della Camera, i post e i link vanno a comporre un'orgia di xenofobia, islamofobia e complottismo spinto (sì, non manca nemmeno Soros).

Il secondo elemento che mi ha portato a sgomberare il campo dai dubbi è il tenore dei commenti sotto al video. Certo, magari qualcuno scherza; eppure, molti elogiano Abantantuono ("Diego sei il numero 1, hai detto tutta la verità" o "Grande Diego premier subito") o lo invitano a candidarsi ("Diego fai un movimento anti islam contro i falsi buonisti"). Altri sostengono che "questi messaggi oltre che da condividere su facebook andrebbero portati in strada. Oramai è tardi, in Italia c'è una popolazione di fede musulmana di oltre due milioni, pertanto con Facebook ci si fa ben poco."

Una piccola selezione dei commenti sotto al video.

In pratica, una buona parte dei commentatori sembra genuinamente convinta che Diego Abantatuono stia parlando in veste di—ehm—Diego Abatantuono che all'improvviso si riscopre razzista, e non come un attore che recita la parte di un razzista. Il che, sorpresa!, è esattamente ciò che in realtà sta facendo.

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Quello spezzone preso per vero, infatti, è tratto da Cose dell'altro mondo—un film uscito nel 2011 e diretto dal regista napoletano Francesco Patierno. La pellicola, ispirata a A Day Without a Mexican di Sergio Arau, è ambientata nel Nordest e racconta cosa potrebbe succedere se da un giorno all'altro sparissero tutti gli immigrati. Si tratta di un film antirazzista, insomma.

Abantantuono interpreta Mariso Golfetto, la macchietta di un imprenditore veneto xenofobo e ipocrita: odia gli immigrati ma li sfrutta nella sua azienda; dice di voler ripulire la città dalle prostitute nigeriane ma ha una relazione extraconiugale proprio con una di loro; e così via.

Il personaggio—nelle modalità di espressione, nei toni e nelle argomentazioni politiche—è chiaramente riconducibile allo sceriffo leghista di Treviso Giancarlo Gentilini e, soprattutto, al politico di destra Pier Gianni Prosperini. Prima di cadere in disgrazia e di essere arrestato in diretta tv, l'ex consigliere di Alleanza Nazionale alla Regione Lombardia amava descriversi come "Difensore della Fede, Eradicatore dei No Global, Protettore del nord" ed era diventato "famoso" alla fine degli anni Zero per le sue invettive razziste nelle trasmissioni locali. In particolare, Prosperini caldeggiava il rimpatrio forzato di tutti gli immigrati con l'espressione "ciapa il camel."

All'epoca, Patierno diceva di aver contattato Prosperini "simulando l'idea di un film su di lui. Ho avuto l'impressione che non credesse, lui stesso, alle assurdità che diceva. Poi ho pensato a Diego Abatantuono, era l'unico in grado di fare così bene quello che volevo, il ritratto di un cialtrone italiano."

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Paradossalmente, poi, lo stesso Abatantuono era stato tacciato di essere "razzista" nei confronti dei veneti—un'accusa ovviamente rispedita al mittente. "Cose dell'altro mondo ha temi seri trattati in maniera grottesca che esulano dalla coordinate geografiche," aveva detto l'attore a L'Espresso. Nella stessa intervista, inoltre, Abatantuono aveva criticato la pratica politica del prendersela con lo straniero, defnendolo "l'espediente più semplice per mantenere il comando" perché "la paura produce voti."

Per finire, dunque, provo a fare un breve riepilogo dei vari cortocircuiti causati dal post della pagina citata in apertura:

- Si prende lo spezzone di un film antirazzista del 2011 e lo isola completamente dal contesto in cui è stato ideato, invertendone così il senso e il significato;

- Il personaggio interpretato da un attore (personaggio che, incidentalmente, ridicolizza i politici razzisti) diventa l'attore stesso, e le frasi del personaggio diventano quelle dell'attore in carne e ossa;

- I razzisti su Facebook pensano così che Diego Abatantuono sia diventato uno di loro, cioè una specie di crociato contro "l'invasione," e prendono tutto per vero senza farsi troppe domande.

Ok: ora credo che mi stia venendo un'ernia al cervello.

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