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Tecnologia

Buon compleanno Philip K. Dick, scrittore di non-solo-fantascienza

A più di 30 anni dalla morte dello scrittore di fantascienza, ricordiamo uno dei suoi pochissimi romanzi che non parlano di futuri robotici e lisergici.

Philip K. Dick ha avuto la sfortuna di essere uno di quegli autori ricordati più che per i suoi romanzi, per i film tratti da essi. In tanti conoscono Blade Runner a memoria, in pochissimi hanno letto Il cacciatore di androidi, tanto per dirne una. Non è stata certamente la sua unica maledizione. A Philip Dick non è mai piaciuto essere considerato dal mondo della critica come un semplice scrittore di "science fiction", nonostante di questo genere ne sia diventato regnante, una diarchia spartita con Isaac Asimov.

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Di Philip Dick si è parlato e scritto a iosa (ci hanno fatto anche un videogioco), e della sua insofferenza di essere trattato come uno scrittorino da pulp magazine, roba di quelli che si vendevano per pochi cent. Giornaletti che i figli d'America tenevano impilati nelle case di legno costruite nei sobborghi ai confini delle città, tenuti affianco a Playboy e Penthouse.

Dick ha visto in prospettiva meglio di tutti i suoi coetanei—Tanto che il suo futuro letterario ha curiosi riscontri con il nostro presente. In Minority Report, un racconto breve del 1956, la polizia è in grado di conoscere i crimini prima ancora che questi avvengano tramite l'utilizzo di alcuni individui dotati di poteri mentali.

Dick ha visto in prospettiva meglio di tutti i suoi coetanei—Tanto che il suo futuro letterario ha curiosi riscontri con il nostro.

Nel mondo reale, e precisamente nel 2013, l'Università di Los Angeles sviluppa un software in grado di prevenire il crimine. Si chiama PredPol e a partire da un data set di informazioni generali, attraverso degli algoritmi è in grado di predire crimini e criminali analizzando pattern, statistiche e fattori di carattere sociale. Certo, si tratta di una tecnologia distante anni luce dai precognitivi di Dick, ma dello scrittore oggi si potrebbe riportare la critica sui rischi etici e morali dell'operazione.

Questi sono anni straordinari per lo sviluppo delle intelligenze artificiali: la realtà è andata ben oltre ogni aspettativa e la potenza degli impianti hardware odierni ci permettono di dare vita a reti neurali sempre più performanti e sofisticate. Google pensa grazie a DeepMind, un sofisticato sistema definito "convoluzionale" dove non esistono cicli, ma percorsi tra unità che si "cibano" di esperienze e input che provengono dallo stesso agire umano.

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Come nel caso di QuickDraw, un'altra opera derivata da Google DeepMind, che, tramite lo stesso sistema, è in grado comprendere cosa l'utente stia disegnando. Ogni cavallo o formica che creerete con la vostra matita digitale finirà in pasto al software, che affina la propria conoscenza delle forme e delle rappresentazioni—Stiamo istruendo una nuova razza e forse neanche ce ne accorgiamo.

Ditelo a Deckard, ditelo al cacciatore di androidi. I modelli Nexus 6, ai quali l'ispettore (che nel film ha le forme di Harrison Ford) dà la caccia, sono troppo-troppo simili agli esseri umani.

Avete mai sentito parlare della "Zona Perturbante", la Uncanny Valley? Per Masahiro Himori, eccellenza e prestigio degli studi sulla robotica, la visione di automi dotati di AI con aspetti e movenze sempre più simili alle nostre può provocare sensazioni di disagio o di repulsione. Le cause reali del disturbo sono campo di studi della psicologia: secondo alcuni potrebbe essere l'assenza di empatia. Avevamo parlato, poco tempo fa, di Hiroshi Ishiguro, autore di un robot costruito a sua esatta immagine e somiglianza. Ne Il Cacciatore di androidi il punto critico di questa questione è da ritrovarsi nell'assenza (o presenza) di un'anima nell'artificiale.

Si potrebbe continuare a lungo a parlare di esempi e paragoni tra problematiche della contemporaneità e distopie dickiane, ma non è mia intenzione farlo, perché Dick è stato un grande scrittore anche lontano dai mari della sci-fi.

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Dick affronta la sanità mentale come perennemente sull'orlo della crisi.

Uno di questi libri si chiama Confessioni di un'artista di merda e penso sia la cosa più vicina al Philip Roth di Indignazione e a Jonathan Franzen che possiate immaginare—Il romanzo parla della vita coniugale di Fay e Charley Hume e della disgregazione di questo matrimonio vista con gli occhi del fratello di Fay, Jack Isidore: una sorta di scemo del villaggio e prototipo del nerd, un trentenne che concepisce il mondo in un modo tutto suo.

Jack è un fanatico della science fiction—oggi diremmo che è una sorta di complottista cresciuto a bufale e puntate di Voyager—; crede in Atlantide, negli UFO, è convinto che gli esseri umani possano comunicare tra loro telepaticamente ed è sicuro che la letteratura di fantascienza sia più coerente e scientifica della saggistica accademica. Charley definisce Jack come un "artista di merda" ("a crap artist") per le sue idee strampalate.

La letteratura di Dick è spesso allucinata, ma nel 1959 le droghe ancora non facevano parte della sua vita e questo è un romanzo vivido, analitico e distante da quello che viene dopo. Dick affronta la sanità mentale come perennemente sull'orlo della crisi: Jack non è più pazzo degli altri, è la pazzia degli altri a vivere in uno strambo stato di inibizione.

Un androide a forma di Philip K. Dick. via GoodReads

La critica ha spesso considerato il personaggio di Jack come ispirato ad individui adulti affetti da sindrome di Asperger—Personalmente in questo personaggio ho visto anche altro. Jack è un presagio del Philip Dick che sarebbe arrivato nel 1975, quando, sotto anfetamine, finisce in un tunnel di allucinazioni senza fine. Le visioni letterarie diventano ossessioni e proietta le sue storie sul mondo vero: in Un oscuro scrutare racconta della tirannia dei governi—Dick scrive di silenzi, domini governativi e misteri fin dagli anni '50, ma le ossessioni prendono una forma tangibile, assieme ad una vera e propria spritualità altra solo vent'anni dopo aver cominciato.

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Il punto di svolta avviene nel 1974, con un avvenimento raccontato dallo stesso Dick ad un suo caro amico, Art Cromb. Lo scrittore decide di farsi togliere due denti del giudizio che lo stanno dannando—L'odontoiatra probabilmente sbaglia le dosi dell'anestesia e una volta tornato Dick non ne può più dal dolore post-operatorio. Decide quindi di chiamare lo studio dentistico per farsi portare un analgesico. Secondo le stesse parole di Philip, dopo qualche minuto gli si presenta una donna adornata di crocifisso: dalla fronte dell'uomo prende forma una sorta di luce "divina" che attraversa la donna e colpisce un ciondolo a forma di pesce che portava al collo. Che Jack sia un inquietante presagio, una sorta di anticipazione del mondo alternativo che prese forma in quegli anni? Un distante incipit della strada che porterà alla Trilogia di Valis. Altrimenti si può stare sul canone e pensare che Jack sia proprio il fanatico dei pulp magazines, il lettore tipico dello scrittore, che nel 1959 descrive con parodistico affetto.

Negli anni '50 Dick è uno scrittore promettente e desidera il successo: vorrebbe pubblicare qualcosa di diverso dal solito ed il 1959 è un momento straordinario per la letteratura. Infatti, sono gli anni de Sulla Strada di Jack Kerouac, de Il Pasto Nudo di William Burroughs, una storia fatta di controlli mentali e governi alieni.

La California di Dick è una terra crepuscolare.

Negli anni di Confessioni di un artista di merda, Philip Dick è già alla terza moglie e ha parecchio da raccontare sulle relazioni finite male. A questo si aggiunge uno stato di precarietà economica, per cui Dick "aveva difficoltà anche a pagare le multe sui libri presi in prestito dalle bibiliotecheo."

Confessione di un artista di merda è un romanzo che quantifica le sensazioni misogine dello scrittore e alcune esperienze autobiografiche, e incidentalmente tratta di una società che attende l'arrivo degli UFO e la scoperta di Atlantide e che mentre lo fa passa le giornate a tradire il coniuge e a tagliare prati.

La California di Dick è una terra crepuscolare: la rivoluzione dei costumi è alle porte ma si vive di crisi familiari e tramonti suburbani—Chi lo ha letto non dimenticherà i pensieri di Jack, la rabbia di Charles per quel tampax di troppo e la femminilità pagana e materialista di Fay Hume.

Confessioni è stato l'unico romanzo mainstream, non di fantascienza, ad essere pubblicato quando Dick era in vita. Fforse non potrà reggere il confronto con Il cacciatore di androidi o La Svastica sul Sole, ma Confessioni di un artista di merda rimane un gioiello dello scrittore americano.