Uncensored Library minecraft reporter senza frontiere
The Uncensored Library, su Minecraft. Tutte le immagini dalla cartella stampa del progetto
Tecnologia

Su 'Minecraft' c'è una biblioteca immensa dove puoi leggere articoli censurati nel mondo reale

'The Uncensored Library' di Reporter senza frontiere mostra come videogiochi e internet possano essere usati per eludere la censura di uno Stato—ma anche che per farlo, ci affidiamo automaticamente ad aziende private.
Matteo Lupetti
Asciano, IT

A marzo 2020 l’organizzazione non governativa Reporter senza frontiere ha messo online un archivio di articoli censurati in cinque diversi Stati. Si chiama The Uncensored Library, è stato realizzato insieme all’agenzia DDB Germany, allo studio BlockWorks e alla compagnia MediaMonks e—per superare le censure dei governi—si trova… nel videogioco Minecraft.

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Minecraft—per chi non lo conoscesse—è un ambiente virtuale in cui chi gioca (in solitaria o in compagnia) estrae risorse—rappresentate come cubetti—e le sfrutta combinandole e usandole come blocchi da costruzione. Immaginatelo come uno scatolone di Lego digitali, con un mondo da smontare e rimontare a piacere e in più esplorabile in soggettiva. Sviluppato originariamente dall’estremista di destra Markus “Notch” Persson e dal suo studio Mojang, il videogioco (insieme a tutto lo studio) è stato poi acquistato da Microsoft nel 2014 per 2,5 miliardi di dollari. Da quel momento, Notch ha abbandonato il mondo dello sviluppo di videogiochi, ed è finito al centro di numerose gravi controversie.

Minecraft è oggi uno dei videogiochi più venduti della Storia e, anzi, con oltre 200 milioni di copie vendute e mezzo milione di utenti (la versione cinese del gioco è gratuita e non deve essere acquistata) è ritenuto il videogioco più venduto in assoluto. Microsoft ha realizzato anche una versione per le scuole, promuovendolo come strumento educativo e varie organizzazioni e aziende (tra cui la stessa Microsoft) si sono rivolte negli anni a BlockWorks—uno studio di architetti specializzati nel videogioco—per raccontare in Minecraft la loro storia e la Storia. Il Museum of London ha per esempio collaborato con BlockWorks per realizzare in Minecraft mappe di Londra prima, durante e dopo il catastrofico incendio del 1666.

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Reporter senza frontiere ha avuto un’intuizione. Secondo i suoi dati, nel solo 2019 sono stati uccisi 29 giornalisti e 10 comuni cittadini che si occupavano di raccontare la realtà (i cosiddetti “citizen journalist”), e al momento sono in prigione 228 giornalisti e 120 citizen journalist. Gli articoli di queste persone—e di molte altre sottoposte a censura—non sono accessibili nei loro Paesi di origine, ma Minecraft lo è, ed è giocato ogni mese da oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo.

Quindi, Reporter senza frontiere e BlockWorks—grazie a 250 ore di lavoro di 24 persone e 12,5 milioni di blocchetti digitali—hanno costruito un’enorme biblioteca che può essere scaricata o esplorata online usando la Java Edition del videogioco (disponibile solo per computer) e l'hanno riempita con gli articoli censurati. Va detto che la Java Edition non è in realtà la versione oggi più diffusa del videogioco, e avrebbe venduto (secondo gli ultimi dati disponibili) solo 30 milioni di copie, ma in questo modo il progetto non è dovuto passare attraverso il “negozio” ufficiale di Microsoft.

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Nella biblioteca è possibile leggere—in lingua originale e in inglese—articoli di Jamal Khashoggi (Arabia Saudita, da cui Khashoggi era fuggito prima di essere ucciso nel 2018 a Istanbul), grani.ru (Russia, dove il sito è bloccato dal 2014), Nguyen Van Dai (Vietnam, da cui Van Dai è stato esiliato per la sua attività di promozione dei diritti umani), Javier Valdez (Messico, dove è stato ucciso per le sue indagini sul crimine e sul traffico di stupefacenti) e del portale di notizie Mada Masr (Egitto, dove l’accesso al sito è bloccato dal 2017).

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“L’idea ci è venuta perché avevamo fatto una campagna simile,” ha spiegato a Motherboard durante una chiamata vocale su jitsi la responsabile del progetto, Kristin Bässe. “Sempre con l’idea di usare i media per superare i limiti della censura avevamo creato The Uncensored Playlist sfruttando lo streaming audio. E l’agenzia con cui avevamo già lavorato ha avuto l’idea di usare Minecraft, per la sua libertà e per la sua diffusione globale. Abbiamo scelto Minecraft perché ci sono grosse comunità di utenti negli Stati che vogliamo raggiungere, e abbiamo scelto le persone di cui diffondere gli articoli in base ai nostri contatti, in modo da essere sicuri che tutte fossero al sicuro e d’accordo.”

Dieci giorni dopo il lancio, The Uncensored Library è stata scaricata circa 30 mila volte ed è stata visitata sul suo server da circa 20 mila persone, tra cui persone da tutti gli Stati rappresentati nell’archivio. Dall’uscita sono già stati aggiunti nuovi articoli, e Reporter senza frontiere punta ad aggiungere anche testi da altri Stati.

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Non si può parlare di Reporter senza frontiere senza però citarne le molte ombre: in passato, l’organizzazione è stata fortemente criticata per la coincidenza tra le sue campagne e gli interessi degli USA. Reporter senza frontiere ha ricevuto finanziamenti dalla NED (National Endowment for Democracy)—un’organizzazione statunitense che ha lo scopo di promuovere la democrazia all’estero. Cioè—secondo le parole di un suo ex presidente—di continuare alla luce del Sole la promozione degli interessi americani per anni portata avanti dalla CIA sotto copertura.

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Ha collaborato con Otto Reich—capo dell’Office of Public Diplomacy, che aveva lo scopo di gestire la propaganda contro i governi di sinistra dell’America Latina durante l’amministrazione di Reagan. Ha diffuso informazioni false o parziali su alcuni governi ed è stata criticata per aver appoggiato il tentato colpo di Stato in Venezuela del 2002.

Ma negli anni successivi ha anche cercato di liberarsi di questa fama, rinunciando a finanziamenti e collaborazioni che potessero suggerire conflitti di interesse e iniziando a registrare le violazioni della libertà di stampa anche nei paesi dell’Occidente ricco della Terra. Secondo Bässe, le notizie sull’influenza americana su Reporter senza frontiere sono “voci false,” e comunque la sede tedesca dell’organizzazione—che ha curato questa iniziativa—non avrebbe mai ricevuto denaro da agenzie statunitensi. “L’unica connessione tra The Uncensored Library e gli USA è che il server si trova là.”

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È evidente che il punto di vista dell’organizzazione resti comunque molto “atlantico,” e per capirlo basta guardare lo stile neoclassico scelto per l’architettura di The Uncensored Library. Secondo Reporter senza frontiere lo stile neoclassico “è spesso usato in edifici pubblici (musei, gallerie e biblioteche) in tutto il mondo” ed è “uno stile architettonico spesso scelto per rappresentare cultura e conoscenza.”

Ma l’architettura neoclassica è tanto nota nel mondo anche (e a volte soprattutto) perché era l’architettura in voga durante l’espansione coloniale e imperialista nel XVIII secolo. È un’architettura riconoscibile ovunque perché ovunque imposta da un invasore e da un oppressore. “La scelta è stata fatta da BlockWorks. Non è qualcosa che abbiamo deciso personalmente noi,” ha risposto Bässe a questa obiezione. “Capisco le vostre preoccupazioni e le condivido. Ma è anche più facile lavorare in questo stile architettonico in Minecraft.”

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The Uncensored Library vive anche un’altra contraddizione. Da una parte, sfugge dalla censura degli Stati, almeno fin quando non decideranno di bloccare Minecraft o di chiedere che sia modificato. La Cina sta per esempio rafforzando il divieto di distribuire Animal Crossing: New Horizons sul suo territorio perché usato dai dissidenti di Hong Kong per inscenare proteste durante la pandemia.

Dall’altra, Minecraft non è comunque una piattaforma libera e aperta, e chi la usa deve rispettare le regole imposte dalle aziende che ne possiedono i diritti. Qualcuno ha parlato di The Uncensored Library come del futuro dello spazio digitale come spazio reale; forse è vero, ma non per forza in senso totalmente positivo.

The Uncensored Library mostra come tecnologia, videogiochi e internet possano essere usati (o piegati) per eludere almeno temporaneamente la censura degli Stati, ma mostra anche come oggi questo voglia dire finire sempre di più per affidarsi a piattaforme proprietarie e a prodotti commerciali controllati da multinazionali, anche solo per poter raggiungere effettivamente qualcuno con il nostro messaggio. Sempre più lontani da un internet fatto dagli utenti, sempre più arresi a un internet fatto e controllato da aziende.