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Cibo

Una trattoria a Torino ha cacciato dei ragazzi perché affetti da Sindrome di Down

A quanto pare il gestore non avrebbe saputo come gestirli.
Andrea Strafile
Rome, IT
Casa Amaro episodio ragazzidown
Foto via Unsplash

Durante la serata dell'1 di Dicembre, a Torino, un ristoratore ha pensato bene di cacciare dal proprio ristorante una comitiva di una decina di persone, perché tra di loro c'erano quattro ragazzi affetti dalla sindrome down. "Il locale è piccolo", avrebbe detto a una delle mamme, "dovevate avvertirci di una cosa del genere, noi non sappiamo come gestirli". Insomma, la mamma si indigna, esce dal locale allibita e poco dopo fa una foto dei ragazzi tutti felici al tavolo di un altro ristorante. Segue, naturalmente post su Facebook di lunghezza rara fatto di amarezza, sconforto, attacchi e tutto quello che pensiate potrebbe avere un post di una madre sull'argomento.

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Le scuse di Giuseppe, il proprietario, non tardano ad arrivare. Dice che ovviamente è stato tutto un malinteso, che non intendeva dire loro che non erano i benvenuti, ma che, come riferito a La Repubblica: "era un voler capire se ci fossero delle esigenze particolari, per poterli accogliere al meglio". Io non capisco mai quanto la gente riesca a dire una cosa e il suo contrario esatto e dormire bene la notte.

Quindi il proprietario di Casa Amaro a Torino non voleva affatto cacciare i ragazzi, ma anzi non vedeva l'ora di soddisfare le loro esigenze. Anche se prima, stando a quello che diceva la cliente e madre di uno dei ragazzi, aveva detto loro di "non sapere come gestirli". Arrivano le scuse, poi altre ancora, più sentite: "Il mio locale per quei ragazzi è sempre aperto, io sono qui e li aspetto: per un pranzo, per una cena, per una pizza. Spero di rivederli presto", ha detto Giuseppe oggi al Corriere Torino.

Abbiamo cercato di contattare il ristorante, ma ci hanno risposto al telefono: "Abbiamo risolto tutto, ora lasciateci in pace".

La cosa che come sempre stupisce in questi casi, tolto l'increscioso incidente, è la gogna mediatica che ne è subito scaturita: in poche ore sotto il post della madre indignata, si sono raccolti i classici esempi di commenti aggressivi che impazzano ormai ovunque, e per qualsiasi argomento, sui social. In molti incitano a lasciare cattive recensioni, altri sperano addirittura che il ristorante chiuda.

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Detto questo, i quattro ragazzi pare che alla fine siano andati in una fassoneria lì vicino e che, da adulti, abbiano usato coltello e forchetta come tutti. Quindi, alla fine, da gestire c'era davvero poco, giusto?

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